Chieti: Ciapi nel caos con un debito da record che ammonta a circa 7 milioni di euro, tanto che ventisei dipendenti sono senza stipendio da diciassette mesi, costretti a lavorare senza riscaldamento e con una fornitura minima di energia elettrica negli uffici.
Per salvare il Ciapi, centro di formazione della Regione Abruzzo, occorrerebbe un intervento finanziario straordinario come è stato fatto per la Saga o per Abruzzo Engeneering, coprendo i debiti con Equitalia, Inps, Agenzia delle entrate e con una decina di dipendenti licenziati che, dopo aver vinto la vertenza sindacale, avanzano dal centro circa due milioni di e mezzo di euro.
Oggi il Ciapi sopravvive con i corsi di apprendistato professionale per le varie categorie lavorative, ma sono ancora vivi, nei ricordi dei dipendenti più anziani, i tempi d’oro della formazione dei grandi direttore di azienda. Attualmente le commesse per il Ciapi ci sono, ma c’è anche l’impossibilità di accesso ai bandi pubblici in ragione dell’irregolarità del Durc (documento unico di regolarità contributiva dell’ente), a causa dei debiti accumulati dal centro.
“Dobbiamo riscuotere 350mila euro dalla Regione, ma non possiamo procedere proprio a causa del Durc”, fa sapere Paolo Cacciagrano, direttore generale del Ciapi.
Per salvare il Ciapi si potrebbe vendere l’immobile, ricavando circa 5,5 milioni di euro che servirebbero a ripianare una parte del debito; la Regione potrebbe inoltre riconoscere il Ciapi come ente in house, assegnandogli lo svolgimento di attività che oggi la stessa Regione assegna a società esterne, utilizzando risorse comunitarie. Un’ipotesi che potrebbe essere al vaglio del vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, a cui è stato affidato il dossier del Ciapi.