Il cantiere dei lavori di ristrutturazione di Palazzo d’Achille, sede storica del municipio di Chieti, chiusa da dieci anni perché resa inagibile dal terremoto che nel 2009 colpì l’Aquila, è stato sottoposto a sequestro penale.
Il provvedimento è stato disposto nell’ambito di un procedimento avviato dalla Procura della Repubblica del capoluogo teatino nel 2018. Nell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Falasca, si ipotizzano i reati di turbativa d’asta, falso ideologico e truffa aggravata. Sarebbero sei le persone indagate fra imprenditori e tecnici. La Procura ha nominato un consulente che dovrà compiere verifiche sulla contabilizzazione dei lavori eseguiti fino ad oggi. I lavori di adeguamento strutturale ed impiantistico dell’edificio, per un importo di 3,4 milioni di euro, vennero aggiudicati all’associazione temporanea di imprese che aveva quale capogruppo la Troso Osvaldo di Lecce e iniziarono a gennaio 2016 per poi bloccarsi definitivamente ad aprile dell’anno scorso in seguito alla risoluzione contrattuale. Lo scorso 6 dicembre l’ultimazione delle opere, per un importo di 363.000, è stata affidata all’impresa che si classificò al secondo posto nell’originaria gara d’appalto e che è del tutto estranea all’indagine. I lavori di ultimazione sarebbero dovuti entrare nel vivo a gennaio dell’anno prossimo, mentre in questi giorni si è proceduto ad interventi di pulizia. Da quando palazzo d’Achille è stato chiuso, e a tutt’oggi, gli uffici sono stati collocati in affitto nell’edificio che ospitava la sede provinciale della Banca d’Italia.