I dati della CISL FP sui Centri per l’impiego in Abruzzo. Situazione allo sbando. Come far partire il reddito di cittadinanza?
La CISL Funzione Pubblica chiede alla Regione Abruzzo di affrontare con rapidità le problematiche strutturali e organizzative dei Centri per l’impiego, a seguito della Legge di stabilità che ha previsto il passaggio del personale in forza ai Centri per l’Impiego alla relativa Regione.
“I lavoratori dei Cpi, dal primo luglio 2018, sono diventati dipendenti della Regione Abruzzo, ma a distanza di 6 mesi sono collocati in un “limbo” e lasciati allo sbando senza punti di riferimento stabili sia sotto l’aspetto organizzativo che strumentale”, – denuncia Vincenzo Traniello Segretario CISL FP. “I Centri per l’impiego, – ricorda Traniello nel suo intervento alla conferenza stampa di questa mattina presso la sede della Cisl a Pescara – sono strutture pubbliche strategiche per un rilancio autorevole delle politiche attive del lavoro in una Regione come l’Abruzzo con un tasso di disoccupazione che si attesta intorno all’11%” .
“I Centri per l’impiego non sono operativi e manca una figura dirigenziale di riferimento che si occupi esclusivamente della loro funzionalità , della omogeneizzazione delle procedura, degli orari di apertura al pubblico, nonché della risoluzione delle molteplici criticità operative (rete intranet, rete internet, protocollo, mail pec), ma soprattutto un percorso di formazione per gli operatori. Ad oggi, i dipendenti dei Centri per l’Impiego sembrano essere figli di un dio minore, – denuncia la Federazione del pubblico impiego della CISL. La Regione ancora non si attrezza adeguatamente per creare le condizioni minime di una struttura coordinata a livello regionale presente capillarmente sul territorio per dare risposte qualificate e competenti nell’incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro e nell’erogazione del reddito di cittadinanza.
“Esiste una forte disomogeneità tra i Centri per l’impiego, – denuncia Vincenzo Traniello -, che deve essere affrontata in maniera strutturale potenziando gli organici dei CPI, che negli ultimi anni hanno visto assottigliarsi, per effetti del mancato turnover, il numero del personale impiegato compromettendo così l’erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni. “Siamo ancora lontani da quanto sarebbe ormai indispensabile rispetto al pieno funzionamento della Rete delle politiche del lavoro non si procede a colmare il gap rispetto alle risorse strutturali, agli strumenti ed alle azioni formative. Non sono risolti i nodi propedeutici rispetto al sistema informativo per delineare una prima organizzazione del lavoro. Non si riescono a garantire i livelli essenziali delle prestazioni né per i cittadini, né per il personale in forza alla struttura regionale”, – continua il Segretario della CISL FP Abruzzo Molise.
“Un rilancio dei Centri per l’Impiego è strategico per l’attuazione delle politiche attive del lavoro e per l’erogazione del reddito di cittadinanza, ma un loro rafforzamento non ha senso, se non si hanno chiare la funzione e il rapporto con gli altri soggetti coinvolti nelle politiche attive. Un potenziamento della rete dei Centri per l’impiego potrebbe contribuire a contrastare più efficacemente una delle maggiori problematiche che caratterizzano il mercato del lavoro: il divario tra competenze reali dei lavoratori e competenze richieste dalla domanda di lavoro; ma, soprattutto, rappresentare anche una risposta all’emergenza dilagante della povertà. Un rilancio delle Politiche attive del lavoro non può prescindere da investimenti corposi sulle risorse umane e strutturali dei Centri per l’Impiego”, – ha concluso Traniello della CISL FP.