Rinviato il consiglio comunale previsto per domani 21 settembre per il conferimento della cittadinanza onoraria a L’Aquila a Gianni Letta. Scontro politico sulla scelta dell’Amministrazione comunale.
Il rinvio è stato reso noto il presidente del Consiglio comunale Roberto Tinari, che ha spiegato:
“A causa di un sopraggiunto e non rinviabile impegno il dottor Gianni Letta, attraverso una nota, ha comunicato l’impossibilità di partecipare alla cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria dell’Aquila. Pertanto la seduta del Consiglio comunale, in programma venerdì 21 settembre, sarà riprogrammata. Permane inalterata l’altissima stima condivisa nei confronti del già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, per i suoi oggettivi meriti, legati a risultati concreti ottenuti per L’Aquila ed il suo territorio, in virtù dei quali restiamo persuasi del fatto che debba essere insignito della più alta onorificenza. Lavoreremo insieme, nei prossimi giorni, per superare divergenze e strumentalizzazioni, riconducendo la discussione nell’ambito della serenità e dell’obiettività”, conclude Tinari, esplicitamente facendo riferimento alle polemiche delle ultime ore.
A chiedere una “marcia indietro” sulla iniziativa era stata Carla Cimoroni, capogruppo di Coalizione sociale.
«Siamo contrari al conferimento della cittadinanza onoraria a Gianni Letta – e lo diciamo senza giri di parole – nel metodo, ma soprattutto nel merito. Pensiamo che un tale riconoscimento dovrebbe testimoniare l’appartenenza ideale e unanime alla comunità cittadina. Proprio per questo la cittadinanza onoraria dovrebbe essere un provvedimento frutto di un processo di condivisione con tutte le forze che in consiglio rappresentano la città. Questo non è affatto accaduto, e tale conferimento dato da una sola parte politica equivarrebbe ad una cittadinanza dimezzata. Una scelta divisiva quindi, che dimentica o peggio ignora quanto sia ancora più diversificato e controverso il giudizio sulla gestione dell’emergenza post-sisma, epoca in cui Letta ricopriva ruoli di alta responsabilità istituzionale, determinando e avallando scelte dei vertici della Protezione civile e del Governo contestate allora come oggi, spesso al centro di scandali e inchieste».