Per un traffico di cocaina a Chieti condannati in 11 dal tribunale. Inflitte pene per complessivi 98 anni di carcere.
Condanne da un minimo di sei anni e tre mesi di reclusione ad un massimo di 16 anni sono state inflitte dal Tribunale di Chieti a undici persone a conclusione del processo scaturito da un’inchiesta dei Carabinieri su un giro di detenzione, cessione e trasporto di cocaina risalente al 2009. Secondo quanto emerso dalle indagini, la droga veniva acquistata a Napoli per essere smerciata nell’area metropolitana, custodita in un locale di Via Sallustio. Il collegio, presieduto da Geremia Spiniello, giudici a latere Andrea Di Berardino e Valentina Ribaudo, ha inflitto 16 anni di reclusione e 170.000 euro di multa ad Alberto Toto, 45 anni residente a Serramonacesca al quale insieme a numerosi episodi di cessione sono stati contestati quattro episodi di tentata estorsione finalizzati ad ottenere il pagamento della droga da altrettanti acquirenti; 14 anni e 120.000 euro di multa sono stati inflitti ad Aliosha Mammarella, 34 anni di Chieti al quale viene anche contestata una tentata estorsione; 12 anni di reclusione e 100.000 euro di multa ad Alessandro D’Alessandro, 41 anni di Chieti. E ancora: 9 anni e 80.000 euro di multa la condanna per Valentina Scoppetta, 30 anni residente a Bucchianico, 8 anni e 60.000 euro sono stati inflitti a Giuseppe Mancini, 84 anni, originario di Alanno e residente a Chieti. Sette anni e 6 mesi sono stati inflitti a Julin Zefi, un albanese di 36 anni risidente a Ortona, 7 anni e 40.00 euro di multa a Denis Saliu di 28 anni pure di origini albanesi, 7 anni a Luana Mammarella, 33 anni, nata a Chieti e residente a Pescara. Sei anni, 9 mesi e 30.000 euro di multa la condanna inflitta a Guglielmo Miseri, 39 anni, nato a Ortona e residente a Cepagatti, 6 anni e 6 mesi e 28.000 euro di multa la pena inflitta a Monia Toto, 43 anni di Chieti, 6 anni, 3 mesi di reclusione e 27.000 euro a Fausto Gallo, 45 anni, nativo di Cercola ma residente a Pescara. Gli episodi di cessione sono stati ricostruiti dai carabinieri nel corso di un’indagine che si fonda in prevalenza sule intercettazioni. Un impianto che i difensori, che hanno annunciato ricorso in appello, contestano parlando di assenza di riscontri probatori. Le motivazioni saranno depositate fra 90 giorni.