Concessi gli arresti domiciliari a Fabrizio Pellegrini, il pianista di 47 anni finito in carcere a Chieti per aver coltivato piante di cannabis per curarsi
Ad annunciare il provvedimento l’avv. Vincenzo Di Nanna segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi e difensore di Pellegrini insieme all’avv. Giuseppe Rossodivita, segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei. Per Pellegrini, che soffre di una fibromialgia, c’è stata una vasta mobilitazione fino all’annuncio di verifiche da parte del ministro Orlando.
“Salutiamo con soddisfazione l’accoglimento del ricorso e la disposta scarcerazione: un provvedimento che gli salva la vita”, commenta il legale Di Nanna. “I vistosi ematomi e gli altri insostenibili sintomi che si sono manifestati in seguito all’interruzione della terapia – aggiunge – hanno reso l’uscita dal carcere un passo obbligato non solo dal punto di vista legale, ma anche umano. Una necessità che è stata colta con prontezza e sensibilità dal magistrato di sorveglianza Maria Rosaria Parruti.
Un altro commento alla vicenda è arrivato anche da Filomena Gallo, Marco Cappato e Marco Perduca dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, soggetto costituente del Partito radicale.
“La storia di Fabrizio Pellegrini si legge nella nota – è l’esempio di quanti danni possono fare le politiche proibizioniste, anche tra i malati. La sua scarcerazione, per la quale come Associazione Luca Coscioni ci siamo battuti aderendo al digiuno a staffetta a sostegno all’iniziativa nonviolenta Andrea Triscuoglio e dei compagni radicali di Foggia, è una piccola grande vittoria da dedicare a tutte le vittime del proibizionismo. Ora però bisogna andare avanti con la battaglia per il diritto alla salute e la libertà di cura: principi ancora troppo spesso disattesi. In tante regioni, infatti, la cannabis terapeutica resta un miraggio per la maggior parte delle persone, nonostante da quasi dieci anni i cannabinoidi siano ammessi in terapia. Perfino in Abruzzo, come dimostra il caso Pellegrini, dove vige una delle leggi più avanzate in materia, ma non viene attuata. Continueremo quindi a lottare e a raccogliere le firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare Legalizziamo! che come associazione Coscioni abbiamo promosso con Radicali Italiani e il sostegno delle più importanti realtà antiproibizioniste, per garantire il più ampio accesso possibile alla cannabis terapeutica, regolamentare il consumo, la produzione e il commercio di cannabis e decriminalizzare l’uso delle altre sostanze. Il proibizionismo ha fallito, l’Italia è pronta per un cambio di rotta”.
Soddisfatto anche il segretario dei Radicali Italiani, Riccardo Magi, che parla di bellissima notizia e di successo della mobilitazione radicale in tutta Italia, cominciata con il digiuno a staffetta lanciato da Andrea Triscuoglio, Norberto Guerriero e altri.
“Il nostro grazie – dice Magi – va a tutti coloro che si sono impegnati in questa battaglia di civiltà, che oggi raccoglie una prima piccola vittoria ma che intendiamo portare avanti per tutte le vittime del proibizionismo. Abbiamo chiesto infatti al presidente della Regione Abruzzo D’Alfonso di garantire l’effettiva applicazione della legge regionale sulla cannabis terapeutica, che prevede che i farmaci siano a carico del servizio sanitario regionale, evitando cosi nuovi casi Pellegrini; verificheremo lo stato di applicazione delle leggi sulla cannabis terapeutica in tutte le regioni che le hanno approvate e soprattutto come Radicali Italiani continueremo, insieme all’Associazione Luca Coscioni, a raccogliere in tutta Italia le firme sulla legge popolare Legalizziamo.it che prevede, oltre al più ampio accesso possibile alla cannabis terapeutica, la legalizzazione della cannabis e alla decriminalizzazione dell’uso di tutte le sostanze. I danni del proibizionismo sul piano della giustizia, della salute e anche dell’economica sono sotto gli occhi di tutti. Il paese è maturo, è ora di legalizzare”.