Gli aggiornamenti di giovedì 12 marzo sul Coronavirus in Abruzzo. In vigore le più stringenti misure del nuovo decreto Conte. Città deserte, perseguiti i primi trasgressori. Sale a 84 il numero dei tamponi positivi. A Pescara terapia intensiva al limite, si cerca di riattivare Penne. Gravi anche giovani tra gli intubati. Primi contagi nel capoluogo e a Montesilvano.
+++NOTIZIA IN COSTANTE AGGIORNAMENTO+++
Ore 22.oo – L’Ordinanza di Marsilio per la chiusura dei cantieri L’Aquila slitta a domani
Ore 21.00 – A Pescara verso la sospensione la parafarmacia del caro-mascherina
Ore 20.50 – Nuove denunce, anche per procurato allarme, nel chietino
Ore 20.40 – Marsilio propone due zone rosse particolari
Ore 20.17 – Coronavirus Abruzzo: D’Alberto, preoccupato per situazione Valfino
Ore 19.25 – Sindaco Campo di Giove “caccia” i turisti
Ore 19.15 – Sindaco Silvi: “Domani disinfestazione strade”
Ore 19.00 – Sette denunce nel Chietino per violazione Decreto
Ore 18.45 – Sindaco Atessa Borrelli scrive Conte su trasporto dipendenti Val di Sangro
Ore 18.19 – Appello alle aziende della provincia di Chieti: “Donate alla Asl mascherine che non usate”
Ore 17.45 – Chieti, sindaco chiude parchi e cimiteri e riapre mercati generi alimentari
Ore 17.36 – Regione Abruzzo attiva conto corrente per l’emergenza
Ore 17.15 – Si fermano il lavori capping discarica Bussi
Ore 17.06 – Coronavirus Abruzzo: altri 3 casi, il numero dei positivi sale 84
Ore 16.27 – Sindaco Ortona: “8 persone positive, 70 in quarantena, ulteriori restrizioni”
Ore 16.25 – L’appello del sindaco di Giualianova: “Quale jogging! E’ figo chi resta casa!”
Ore 15.10 – Salgono tre i pazienti positivi ricoverati a Vasto
Ore 14.27 – Asl L’Aquila consiglia stop cantieri ricostruzione
Ore 13.46 –Sindaco Cugnoli: “Rispetto Decreto? Bastava chiudere bar”
Ore 13.45 – Prima denunciata per notizia falsa su Social: “Caso positivo in paese”
Ore 13.20 – La Asl di Chieti mette punto un “cruscotto” per la quarantena
Ore 12.40 – In Abruzzo stop tutti i tirocini extracurriculari
Ore 12.30 – Assessore Verì ringrazia i farmacisti
Ore 12.20 – Coronavirus e Lavoro, impennata della CIG in Abruzzo
Ore 11.10 – ANSA: “ospedale Penne verso chiusura di fatto”
Ore 10.45 – A Pescara strade deserte
Ore 8,25 – In Abruzzo ricetta dei farmaci dematerializzata
Ore 7.45 – 7 nuovi casi. Il totale sale 81
Ore 7.30 – I camionisti: siamo al lavoro ma le ditte ci chiudono anche i bagni
Ore 7.00 – L’annuncio di Conte: il Governo chiude anche tutti i negozi (esclusi alimentari e farmacie)
Ore 6.30 – Vasto, finita quarantena per 44 studenti. Due pazienti negativi dimessi da Chieti
LE NOTIZIE DALL’ITALIA E DAL MONDO (ANSA)
Con le città che lentamente si fermano, gli operai che chiedono garanzie nelle fabbriche e il mondo che giorno dopo giorno si chiude sempre di più seguendo l’esempio del nostro paese, il coronavirus fa segnare un nuovo record in Italia: con i 189 morti nelle ultime 24 ore l’Italia supera le mille vittime. Ora sono 1.016 – tre volte i morti del terremoto del centro Italia o dell’Aquila, tanto per dare un’ordine di grandezza – ed è l’ennesima soglia, psicologica soprattutto, che viene abbattuta da un’emergenza la cui fine, a sentire gli scienziati, è ancora molto lontana. Certo, il dato dei guariti – 213 in un solo giorno, il più alto dall’inizio dell’esplosione del contagio – è sicuramente un’indicazione positiva che ha a che fare con le misure di contenimento prese dalle autorità, ma i numeri sembrano tutt’altro che rallentare: ai 10.590 malati di mercoledì se ne sono aggiunti altri 2.249, per un totale di 12.839, tra cui anche 50 medici di Bergamo e un altro calciatore, Manolo Gabbiadini. E i ricoverati in terapia intensiva – che restano il 10% circa del totale – sono arrivati a 1.153. Significa che ormai i contagiati da coronavirus occupano il 20% del totale dei posti a disposizione in tutta Italia nelle terapie intensive. Il governo ha già detto che aumenteranno del 50% – e quelli in terapia sub intensiva del 100% – ma serve tempo. Ecco perché ancora una volta l’invito che arriva dalle autorità è quello di rimanere a casa.
Il Viminale ha predisposto una nuova circolare interpretativa delle norme introdotte con il Dpcm dell’11 marzo in cui si ribadisce infatti che sono consentiti gli spostamenti solo per “comprovate esigenze primarie non rinviabili”. Vale a dire per andare a fare la spesa, portare fuori gli animali domestici e spostarsi per motivi di salute. Il ministero ribadisce anche che è possibile svolgere “attività sportiva e motoria all’aperto, rispettando la distanza di un metro”. Dunque, le passeggiate sono consentite.
Dalle Regioni, con la Lombardia ancora una volta in prima fila, arriva però la richiesta di ulteriori chiarimenti. “Il testo del Dpcm va riguardato e riesaminato – dice il governatore Attilio Fontana – perché ci sono discrasie e cose che vanno corrette”. Uno dei punti chiave è quello che riguarda gli operai nelle fabbriche, visto che il provvedimento dell’esecutivo ha lasciato aperte le attività produttive: i sindacati dei metalmeccanici hanno chiesto che venga fermata tutta la produzione per sanificare gli stabilimenti mentre Matteo Salvini attacca: “gli operai si sentono cittadini di serie B”. Per domani è prevista una videoconferenza con Conte, i sindacati e gli industriali proprio su questo tema ma intanto una prima risposta arriva dal ministro delle Autonomie Francesco Boccia che anche oggi ha partecipato alla riunione con i governatori. “Sull’apertura e chiusura delle fabbriche il governo ha accolto le proposte delle Regioni” le quali, se vogliono, possono chiudere alcune aziende non indispensabili d’intesa con imprenditori e sindacati. Ma quello che non si può fare è chiudere tutto. “Altrimenti – dice – si spegne il paese”.
Alle preoccupazioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ha risposto anche il commissario Borrelli ribadendo che la prima misura di protezione è la distanza di un metro e, in caso non fosse possibile, vanno utilizzate le mascherine. Alla riunione con le Regioni ha partecipato anche il neo commissario Domenico Arcuri, chiamato da Conte ad affiancare le strutture operative. L’Ad di Invitalia e Borrelli – dopo che la Consip ha chiuso la gara da 200 milioni per la fornitura di guanti, camici e mascherine e quella per recuperare sul mercato 67mila kit per il test per il coronavirus – hanno fatto il punto sulle principali urgenze, a partire dalle terapie intensive che necessitano di un potenziamento, ma anche su tutto ciò che riguarda la distribuzione di materiale sanitario e l’eventuale individuazione di nuovi stabilimenti di produzione.
Anche perché, come ha ribadito anche oggi Walter Ricciardi, “è bene che ci cominciamo a abituare a una guerra lunga”. La Sars, spiega il consulente del ministro Speranza, “che era meno contagiosa finì verso maggio-giugno. Questa è molto più contagiosa e io ho l’impressione che, se ci va bene e lavoriamo tutti insieme, dovremo arrivare all’estate”.
Passeggiare si può, ma i sindaci chiudono i parchi –La vita nelle città improvvisamente larghe e vuote per il coronavirus, scorre in spazi stretti. Sempre più stretti. Anche se l’obbligo a restare e casa (tranne eccezioni) non è cambiato rispetto all’ultimo decreto, sono la vita all’aperto e gli spostamenti a creare più confusione. Si può? Quanto e come? La risposta sta in due parole: prudenza e distanza. Di almeno un metro. A fare chiarezza è la nuova circolare del Viminale firmata dal capo di gabinetto Matteo Piantedosi. Cinque pagine che interpretano, nero su bianco, l’ultimo decreto firmato dal premier Conte. Ribadiscono cosa resta chiuso e cosa no e rimarcano: ci si può spostare tra un comune e l’altro o all’interno dello stesso, per “comprovate esigenze primarie non rinviabili”. Seguono tre esempi: per acquistare alimentari o per portar fuori gli animali domestici o per fare “attività motoria e sportiva all’aperto, rispettando la distanza interpersonale di almeno un metro”.
Eppure, per estrema cautela, da Aosta a Matera molti sindaci chiudono parchi e giardini. In Campania lo stop è sancito da un’ordinanza del governatore De Luca. Ad Ancona diventano off limits pure le spiagge, a Portovenere le scogliere. A Ravenna e Cervia l’appello è a non andare in spiaggia, in vista del primo weekend dell’era pandemia. Sugli spostamenti, la circolare del ministero dell’Interno arriva in serata, sulla scia della riunione del Comitato operativo della Protezione civile che nella mattina aveva affrontato la questione. In tanti ieri avevano cercato ‘sfogo’ nei parchi, correndo, in bici o seduti al sole, ma non sempre rispettando le distanze di sicurezza. Altri hanno riempito i social di domande temendo multe e denunce. Da qui il ‘sigillo’ del ministero. Altrettanto inequivocabile, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: “La passeggiata al parco si può fare, ma già a correre si mettono in difficoltà gli altri”, dice. Idem se si tratta di “uscire per un giro del palazzo, per la spesa, per portare fuori il cane”, mentre bacchetta: “Andare a cena da amici è assolutamente sconsigliabile”. Insomma il mantra è: “Più stiamo in casa e meglio è”. Netto anche il commissario straordinario Angelo Borrelli: “Bisogna darsi delle regole e mantenere le distanze, anche in famiglia”.
Ma nell’Italia improvvisamente casalinga o che si mette in fila per la spesa, non mancano i trasgressori fra denunce e arresti. In tutto finora sono 2.162 i denunciati, secondo il Viminale, su 106.659 mila persone controllate mentre sfiorano quota 19mila le verifiche nelle attività commerciali. Sui controlli invoca “rigore ma anche profonda umanità”, il capo della polizia Franco Gabrielli. E spiega: “Più che colpire, dobbiamo far comprendere” ai cittadini il senso dei divieti. In manette sono finiti sette stranieri fermati a Roma dai carabinieri: stavano giocando a carte sulle panchine, ma avevano firmato autocertificazioni in cui dicevano di essere fuori casa per motivi di lavoro. Da qui l’arresto per falsa dichiarazione a pubblico ufficiale. Su questo la circolare del ministero ribadisce che anche i militari potranno fermare i cittadini per controlli e avranno la qualifica di “agenti di pubblica sicurezza”. Tra le denunce anche casi ‘controversi’: dalle prostitute multate a Parma fino a un uomo che rischia il processo a Tivoli. Ai carabinieri che l’hanno fermato la notte scorsa in macchina, ha risposto: “Vado a comprare le sigarette”. Un motivo considerato non di stretta necessità, nonostante i tabaccai restino aperti per decreto. Ma a non convincere gli inquirenti, l’ora e il fatto che l’uomo avesse dieci sigarette. Da qui l’accusa di falso.
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