Coronavirus Abruzzo: Di Federico, “Riaprire i sentieri di montagna”

Coronavirus Abruzzo: l’alpinista Giampiero Di Federico sollecita la riapertura dei sentieri di montagna. “Nessun riferimento alla montagna nell’ultimo Dpcm: un abbandono sconcertante”.

Manca poco all’avvio della fatidica fase 2 e tra il coro di proteste e perplessità sollevato dall’ultimo Dpcm, si alza anche la voce di alpinisti, guide alpine ed esperti, per i quali l’indifferenza a cui sono condannate le montagne è sconcertante. Rendere immediatamente fruibili le Alpi e gli Appennini, già dal prossimo 4 maggio, è la proposta dell’alpinista Giampiero Di Federico, che stigmatizza lo stato di abbandono delle montagne, dove per altro il rischio contagio è ridotto ai minimi termini, in ragione del fatto che il distanziamento sociale che dovrà essere la stella polare che guiderà le nostre azioni anche nella fase 2, è d’obbligo per chi partica escursionismo, scialpinismo e arrampicata sportiva.

“Questo Dpcm ci ha davvero sorpresi”, ha commentato l’alpinista abruzzese Giampiero Di Federico. “Tutti noi aspettavamo il 4 maggio, sperando che si aprisse uno spiraglio per la montagna abruzzese e invece no, perché da quanto si apprende si dovrà aspettare il 18 maggio per sapere qualcosa di più.
Questo abbandono delle montagne è sconcertante: nell’ultimo Dpcm del 27 aprile non c’è alcun riferimento alla montagna, eppure l’Italia vanta rilievi di tutto rispetto: basti pensare all’arco alpino e a quello appenninico. L’Abruzzo tra l’altro non è una regione a forte rischio e dunque perché non riaprire i sentieri di montagna, dove la distanza è ovvia e naturale anche per chi partica sport? Chi fa escursionismo, anche in gruppo, non può camminare attaccato ai propri compagni perché rischierebbe di inciampare e anche chi fa arrampicata sportiva deve mantenere un distanziamento di svariati metri dagli altri.
Alpi e Appennini sono per loro natura ambienti aperti, dove il rischio contagio è ridotto ai minimi termini. La fase 2 sarebbe un’occasione ottimale per far ripartire anche la montagna. Tuttavia i Parchi sono assenti e le istituzioni ferme.
Oltretutto, se si pensa che il turismo quest’anno sarà locale, si capisce bene che questa sarà un’occasione importante per le montagne e anche per i paesi dell’entroterra che si stanno spopolando e che potrebbero tornare a vivere proprio di turismo”.

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