Coronavirus Abruzzo, il direttore del laboratorio di Pescara Paolo Fazii all’ANSA: “prevedibili casi fino a giugno”.
“In Abruzzo siamo sul cosiddetto ‘plateau’, cioè sul pianoro della curva dei contagi. Ci dobbiamo attendere l’inizio della discesa, che sarà molto, molto graduale. A mio avviso avremo casi, anche se pochi, fino a giugno”. Lo dice all’ANSA il direttore dell’Unità operativa complessa di Microbiologia e virologia clinica a valenza regionale della Asl di Pescara, Paolo Fazii, aggiungendo che “la ‘spada di Damocle’ è l’eventuale ritorno del contagio in autunno, anche se a quel punto saremo preparati”. Il direttore del laboratorio di Pescara – la struttura è centro di riferimento regionale per l’emergenza coronavirus – sottolinea che la discesa sarà “molto lenta” e che il “vero calo ci sarà in estate piena”. L’esperto si dice inoltre convinto che sia necessario “convivere con il virus in attesa del vaccino almeno per tutto il biennio 2020-2021”, con tutto ciò che questo comporta rispetto alle misure di precauzione e alle abitudini quotidiane delle persone.
“Dalla prossima settimana aumenterà in modo significativo la capacità di eseguire i test, arrivando fino a mille al giorno. Da metà aprile, a regime, riusciremo ad analizzare duemila tamponi in 24 ore”, aggiunge Fazii, spiegando che “ogni giorno arrivano centinaia e centinaia di tamponi da analizzare che vengono stoccati” e che “lavoriamo con delle priorità, rappresentate dai pazienti sospetti Covid-19 che stanno male”, perché “chi sta male viene e deve venire prima, secondo scienza e coscienza”. Dai circa 300 test attuali, nei prossimi giorni si arriverà dunque prima ad una capacità di mille e poi di duemila. Vera e propria rivoluzione all’interno degli spazi del laboratorio: utilizzo di altri locali, assunzione di nuovo personale, acquisto di nuovi macchinari, operatività h24. Lo staff della struttura, infatti, fin dall’inizio dell’emergenza lavora senza sosta per analizzare i tanti tamponi in arrivo. “Ho fatto in modo di avere a disposizione più di una piattaforma di aziende diverse, così possiamo avere reagenti di più ditte, ovviando al problema della carenza dei materiali – sottolinea Fazii – Ogni mattina devo inventarmi qualcosa per avere i materiali necessari, ma ogni sera riusciamo a raggiungere il risultato sperato. Il ‘collo di bottiglia’, infatti, è rappresentato da due elementi: i tamponi veri e propri, ormai difficili da reperire, e la mancanza di kit di estrazione, perché le ditte che li producono sono poche e tutti si rivolgono alle stesse”. “Quando arriveremo a duemila tamponi al giorno – prosegue – potremo fare una vera mappatura del territorio: personale sanitario, operatori della sicurezza, forze dell’ordine, ospiti delle rsa, detenuti. Il tutto riuscendo anche a dare una risposta nel giro di 24 ore. Al momento lavoriamo con delle priorità, dando la precedenza assoluta a chi sta male”, conclude Fazii.