Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di venerdì 1 maggio. 18 nuovi casi positivi su 1229 tamponi. Caos per le Ordinanze a Pescara.
+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++
Ore 15.30 – Coronavirus Abruzzo, il bollettino del 1 maggio: 18 nuovi casi
Ore 14.00 – Pescara, 1° maggio spasso sulla riviera… anzi no! Caos Ordinanze
Ore 11.27 – Coronavirus Abruzzo: vertenza ex Intecs dell’Aquila, tutto tace
Ore 10.42 – Coronavirus Abruzzo: festa del 1° maggio tra diritto al lavoro e alla salute
Ore 8.53 – Didattica digitale: 1 mln e mezzo per 124 scuole. Vacca (M5s): “Accelerare sulle tecnologie”
Ore 8.28 – Guarracini: “Covid-19, soglia di attenzione raddoppiata per i cardiopatici”
Ore 6.00 – Abruzzo, ancora un’Ordinanza: ok passeggiate anche sul lungomare e a sport individuali
LE NEWS DALL’ITALIA E DAL MONDO (ANSA)
Sono 78.249 i guariti dal coronavirus in Italia, con un incremento di 2.304 rispetto a ieri, circa la metà rispetto al record che si era registrato ieri in numero di nuovi ‘negativizzati’. Sono salite a 28.236 le vittime in Italia, con un incremento di 269 in un giorno. Cala il numero dei malati, anche se il dato di oggi è in rallentamento rispetto a ieri. Sono scesi a 100.943, con un decremento di 608 persone (ieri erano stati -3.106 i malati rispetto al giorno precedente). Non si arresta l’ormai stabile da settimane trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva: ad oggi sono 1.578, 116 in meno rispetto a ieri. In Italia i contagiati totali, vale a dire gli attualmente positivi al coronavirus, le vittime e i guariti, sono 207.428, con un incremento rispetto a ieri di 1.965.
Con il prossimo decreto raddoppiano le risorse stanziate dal governo per i cittadini colpiti dall’emergenza sanitaria con oltre 20 miliardi. Lo annuncia la ministra Catalfo, spiegando che verrà allungata “la cassa integrazione per ulteriori 9 settimane e lo stop ai licenziamenti per altri tre mesi: non c’è motivo di mandare via lavoratori in cig”. Uno “strumento inedito” servirà per bonus – tra 400 e 600 euro – a colf e badanti. Il presidente della Camera Fico attacca le regioni: L’allargamento lo deve decidere lo Stato centrale. Nel giorno del Primo Maggio a piazze vuote i leader sindacali rilanciano la richiesta di una ripresa del lavoro ma “in sicurezza”. Il Papa: a nessuno manchi il lavoro e ci sia una giusta retribuzione.
Negozi, ristoranti, parrucchieri potrebbero riaprire il 18 maggio, almeno in alcune Regioni. Ma solo se i dati del monitoraggio del contagio daranno disco verde, non certo su iniziativa “improvvida” e “illegittima” di singoli governatori. Il premier Giuseppe Conte affronta le Aule parlamentari trasformate in ring e non solo difende le scelte compiute sul 4 maggio ma decide di indicare un orizzonte chiaro per aperture più ampie e di offrire spiragli per il riavvio di asili nido e campi estivi. Ribatte anche alle critiche di chi lo accusa di essersi mosso con i suoi dpcm fuori dalla Costituzione: il governo, sottolinea, ha sempre rispettato quei principi e non ha mai agito “in solitaria”.
La data cerchiata in rosso sembra essere il 18 maggio, il nuovo orizzonte della “fase 2”. Prima di allora, annuncia il presidente del Consiglio, arriveranno due nuovi decreti del governo sul fronte economico. Il primo è il decreto da 55 miliardi che era annunciato da aprile con misure da 25 mld per cassa integrazione, bonus autonomi e per colf e badanti. Ci saranno “meccanismi di erogazione rapidi ed efficaci”, dice il premier, che chiede ai parlamentari di premere sulle banche perché agiscano. Il secondo decreto sarà per “la Rinascita”, con il riavvio di cantieri con iter più rapidi, investimenti, semplificazioni. Il premier difende il dpcm per la fase 2, spiega di non poter né voler controllare i rapporti familiari, ma aggiunge che da quelli nasce un quarto dei contagi. Perciò le aperture di ristoranti, musei e parrucchieri si valuteranno sulla base del meccanismo di monitoraggio del contagio elaborato dal ministro della Salute.
Due gli scenari. Il primo: nelle aree (Regioni, città, frazioni) in cui il contagio sale, si procederà a chiusure “mirate”. Il secondo: nelle Regioni dove il contagio è più basso, come alcune di quelle del Sud, ci saranno aperture più ampie e accelerate. Con 105mila contagi accertati (“Ma sarebbero molti di più”), per adesso non si può fare di più. “Abbiamo scelto anche misure impopolari senza pensare al consenso, perché per ora non si può assicurare il ritorno alla normalità”, spiega Conte. Che difende la sua linea anche dall’accusa di aver poco coinvolto il Parlamento nelle decisioni. Il governo, sottolinea, agisce dopo una dichiarazione di stato d’emergenza e sulla base di due decreti che danno supporto normativo: i dpcm servono ad assicurare “tempestività”. Decisioni “ondivaghe”, rivendica, avrebbero avuto effetti irreversibili. I principi costituzionali richiamati dalla presidente della Consulta Marta Cartabia “non sono mai stati trascurati né affievoliti”, afferma. Ma non convince tutti.
Un piano per aumentare i posti in terapia intensiva, un ospedale Covid ogni milione di abitanti, 5 milioni di tamponi per i primi due mesi e dalla prossima settimana i primi 150.000 test sierologici, inizio della sperimentazione della tracciabilità a fine maggio e focus sulle nuove assunzioni per il nuovo piano sanitario anti-Covid dopo le 22 mila già fatte. E’ la fotografia che Palazzo Chigi fa per rispondere a 5 quesiti posti durante la trasmissione in merito alla Fase 2.