Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di sabato 25 aprile. Prende la discesa la curva dei contagi. Controlli rafforzati per la festività. Riviere blindate a Pescara e Montesilvano.
+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++
Ore 19.03 – Ripartenza Sevel: Prc, “Regione scarica su lavoratori onere sicurezza
Ore 19.01 – Cibo da asporto: botta e risposta tra Blasioli e Testa sull’ordinanza di Marsilio
Ore 18.29 – Muore infermiere di Scafa in servizio a Popoli: la rabbia e il cordoglio dell’Opi
Ore 16.05 – Tagliacozzo: muore in casa a Roccacerro, trovato dopo un anno
Ore 15.37 – Coronavirus Abruzzo, bollettino del 25 aprile: 29 nuovi casi e 7 decessi
Ore 15.18 – Penne: il Comune distribuisce a domicilio 25 mila mascherine
Ore 13.49 – Sevel: Marcozzi e Grippa (M5S): “La ripartenza di lunedì sia in sicurezza”
Ore 13.38 – Castiglione Messer Raimondo: don Michele, “Lutto non elaborato problema grave”
Ore 13.09 – 25 aprile Teramo
Ore 12.00 – Pescara, il busto di Ennio Flaiano tra le statue ritratte con mascherina anti Coronavirus
Ore 11.12 – T-shirt e piazza virtuale: il Comune di Montorio lancia il progetto “Emersione_Emergenza”
Ore 10.34 – Confartigianato Imprese Avezzano promuove video su DPI settore estetica
Ore 9.57 – Anche a maggio il pagamento delle pensioni alle poste sarà anticipato e spalmato su più giorni
Ore 9.00 – Il clima mite e la fine vicina del lockdown ripopolano Pescara, troppa gente in giro
Ore 8.00 – 25 aprile Abruzzo: il Coronavirus azzera la partecipazione diretta dei cittadini alle cerimonie
Ore 6.30 – In più della metà delle regioni italiane, Abruzzo compreso, calano i malati Covid-19
LE NEWS DALL’ITALIA E DAL MONDO (ANSA)
Coronavirus: chi abita al mare può fare bagno già in fase 1 . Lo chiariscono Faq governo. Resta fermo distanziamento sociale – Chi abita al mare può fare il bagno, se non è vietato da ordinanze locali, e tale possibilità è vigente dall’inizio della fase 1. Nella “faq” sul decreto “#iorestoacasa” pubblicate sul sito del governo, l’esecutivo, in uno degli ultimi aggiornamenti, chiarisce un punto che, finora era rimasto in secondo piano. “È sempre possibile svolgere l’attività motoria in prossimità della propria abitazione principale, o comunque di quella in cui si dimora dal 22 marzo 2020, con la conseguenza che è ammesso, per coloro che abitano in luoghi montani, collinari, lacustri, fluviali o marini – e sempre che non si tratti di soggetto per il quale è fatto divieto assoluto di mobilità in quanto sottoposto alla misura della quarantena o risulti positivo al virus – effettuare tale attività in detti luoghi (ivi compreso fare il bagno al mare/fiume/lago) purché individualmente e comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona.”, si spiega nel sito di Palazzo Chigi. “I predetti luoghi – chiarisce l’esecutivo – non sono chiusi al pubblico, come invece lo sono, attualmente, i parchi e le aree verdi urbane, e altresì gli stabilimenti balneari, in cui permane il divieto di ingresso e circolazione. Resta fermo che deve trattarsi esclusivamente di attività effettuate senza che occorra allontanarsi dalla propria abitazione e senza che si renda quindi necessario l’utilizzo di mezzi di locomozione pubblici o privati, né significativi spostamenti”. “Sono fatti salvi – si aggiunge – diversi e più stringenti divieti imposti su base locale perché giustificati da specifiche situazioni territoriali. La sussistenza delle condizioni in questione (attività motoria svolta in prossimità alla propria abitazione) potrà essere giustificata con autocertificazione, se gli agenti che fanno i controlli la richiedono”.
Coronavirus Italia: il bollettino del 25 aprile
Continua per il sesto giorno consecutivo il calo dei malati di coronavirus in Italia. Sono 105.847 gli attualmente positivi, 680 in meno rispetto a ieri. Il dato è stato fornito dalla Protezione civile.
Sono salite a 26.384 le vittime per coronavirus in Italia, con un incremento di 415 in un giorno. Ieri l’aumento era stato di 420.
Sono 63.120 i guariti dal coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 2.622. L’aumento ieri era stato di 2.992.
Prosegue ancora il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva per coronavirus. Ad oggi sono 2.102, 71 in meno rispetto a ieri. Di questi, 724 sono in Lombardia, 32 in meno rispetto a ieri.
Dei 105.847 malati complessivi per coronavirus, 21.533 sono ricoverati con sintomi, 535 in meno rispetto a ieri, e 82.212 sono quelli in isolamento domiciliare, in calo per la prima volta dall’inizio dell’emergenza di 74 pazienti.
Il numero dei contagiati totali dal coronavirus in Italia – compresi morti e guariti – è di 195.351, con un incremento rispetto a ieri di 2.357. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. L’aumento ieri era stato di 3.021.
Dai dati della Protezione civile emerge che sono 34.473 i malati in Lombardia (105 in più rispetto a ieri), 12.347 in Emilia-Romagna (-162), 15.502 in Piemonte (+111), 9.432 in Veneto (-247), 6.146 in Toscana (+13), 3.433 in Liguria (-4), 3.272 nelle Marche (-1), 4.561 nel Lazio (+69), 2.935 in Campania (-8), 1.744 nella Provincia di Trento (-83), 2.919 in Puglia (-14), 1.084 in Friuli Venezia Giulia (-236), 2.272 in Sicilia (-48), 2.061 in Abruzzo (-18), 1.035 nella provincia di Bolzano (-58), 297 in Umbria (-25), 794 in Sardegna (-10), 811 in Calabria (-10), 313 in Valle d’Aosta (-41), 218 in Basilicata (-11), 198 in Molise (-2). Quanto alle vittime, se ne registrano 13.269 in Lombardia (+163), 3.347 in Emilia-Romagna (+44), 2.767 in Piemonte (+68), 1.288 in Veneto (+44), 760 in Toscana (+18), 1.093 in Liguria (+17), 874 nelle Marche (+9), 387 nel Lazio (+3), 341 in Campania (+5), 400 nella provincia di Trento (+11), 391 in Puglia (+8), 263 in Friuli Venezia Giulia (+5), 224 in Sicilia (+6), 293 in Abruzzo (+7), 265 nella provincia di Bolzano (+2), 63 in Umbria (+1), 103 in Sardegna (+1), 80 in Calabria (+0), 130 in Valle d’Aosta (+1), 25 in Basilicata (+1), 21 in Molise (+1). Ad oggi sono stati effettuati 1.707.743 tamponi che hanno riguardato complessivamente 1.186.526 persone. L’incremento del numero dei tamponi rispetto a ieri è di 65.387. Degli oltre un milione e 700mila tamponi, oltre 790mila sono stati eseguiti in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
#Il 4 maggio partiranno i test sierologici a livello nazionale su un campione di 150mila persone. Lo ha detto il commissario straordinario Domenico Arcuri sottolineando che l’azienda vincitrice del bando li offrirà gratuitamente. “Questa mattina abbiamo concluso la gara, 4 giorni prima del tempo e solo 9 giorni dopo la richiesta del governo. Sono state 72 le aziende che hanno partecipato è stata scelta quella che offre la migliore soluzione oggi esistente sul mercato”. Nel corso della conferenza stampa il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha aggiunto: “Non abbiamo ancora vinto, oggi è la festa della Liberazione ma, che tutti lo capiscano, non ci siamo ancora liberati dal virus, noi non siamo ancora arrivati al 25 aprile nella guerra con questo nemico. Non abbiamo conquistato tutte le nostre libertà componenti normali della vita tutti noi. Siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno per gestire la fase 2”. Al momento sono stati distribuiti 138 milioni di mascherine e le Regioni hanno ad oggi 47 milioni di mascherine nei magazzini. Arcuri ha anche annunciato che è stato siglato un accordo con 2 imprese italiane per realizzare 51 macchinari che produrranno tra 400 e 800mila mascherine al giorno. Macchine che lo Stato acquisterà. “Arriveremo presto a produrre almeno 25 milioni di mascherine al giorno” ha concluso Arcuri.
#Non ci sono ancora prove scientifiche che le persone guarite dal Covid-19 abbiano anticorpi che proteggono da una seconda infezione. Lo ricorda l’Oms in un documento appena pubblicato, secondo cui “a questo punto della pandemia non ci sono abbastanza evidenze sull’efficacia dell’immunità data dagli anticorpi tale da garantire l’accuratezza di un ‘passaporto di immunità’ o del ‘certificato di libertà dal rischio'”.
#”L’ idea del bonus è quella di uno strumento per aiutare le persone con figli a carico e con reddito medio basso ad andare in vacanza, mettendo a loro disposizione una somma da spendere in strutture turistiche, dagli alberghi agli stabilimenti balneari. Un modo per aiutare imprese e famiglie insieme. Ma è presto per dire se saranno 500 euro a famiglia o una cifra più bassa ma a persona”. Lo dice, in una intervista a Repubblica, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini che boccia anche l’idea del plexiglass in spiaggia: “La trovo orribile”. Per quanto riguarda i paventati aumenti dei biglietti di treni, traghetti e aerei, spiega: “Non ci dovranno essere aumenti e noi puntiamo a un turismo accessibile a tutti”. Sulle risorse aggiunge: “Sono convinto che il Consiglio dei ministri considererà la specificità della crisi del turismo. Ed è molto importante che il Consiglio europeo abbia già riconosciuto questa specificità, che porterà una parte significativa della enorme somma del Recovery fund proprio sul turismo”. Alla domanda su quanto durerà la chiusura dei confini visto l’impatto sul turismo straniero, risponde: “Dipenderà dall’ andamento epidemiologico e dalle scelte degli Stati. Ho partecipato ieri al G20 del Turismo e lunedì avrò la riunione dei ministri Ue. Le preoccupazioni e la voglia di ripartire sono le stesse per tutti, ma il turismo internazionale quest’ anno non ci sarà. Da qui nasce il piano “Viaggio in Italia” per un grande investimento sul turismo interno, di prossimità”. Quando riapriranno musei e siti archeologici come Pompei o il Colosseo? “A maggio – risponde -, non dal 4 ma più avanti, potranno riaprire quelli in grado di rispettare le prescrizioni di sicurezza indicate dal comitato scientifico”. Sullo spettacolo che vive una profonda crisi, riflette: “Stiamo discutendo con gli esperti, ma gli ultimi saranno inevitabilmente i luoghi in cui tante persone dovrebbero stare in uno spazio limitato, al chiuso o all’aperto. Vorrei fosse comunque chiaro che nessun teatro, nessun cinema, nessun artista, verrà lasciato solo. Siamo partiti con le prime risorse straordinarie proprio dai più indifesi, quelli con i redditi più bassi”.
#Prolungare di due anni i programmi della politica di coesione 2014-20 grazie all’aggiunta di 50 miliardi di euro, garantendo ai Paesi più colpiti come Italia e Spagna la massima flessibilità nell’affrontare l’emergenza Coronavirus; in parallelo, avviare il nuovo settennato di programmazione 2021-27 per concentrarsi sugli investimenti strutturali a lungo termine, come l’ambiente e il digitale: questa la strategia a cui sta lavorando la Commissione Ue, secondo un documento interno visionato da ANSA, in vista della proposta di revisione del bilancio Ue che sarà presentata nei prossimi giorni. L’obiettivo è garantire ancora per due anni la totale flessibilità nell’uso dei fondi strutturali, così com’è stata concessa per quest’anno, ma solo per azioni legate alla crisi del Coronavirus. I 50 miliardi aggiuntivi, ricavati sul mercato attraverso emissioni di obbligazioni europee, sarebbero così indirizzati verso i Paesi più colpiti dalla crisi e non in base alla ricchezza delle regioni, come invece avviene tradizionalmente con la politica di coesione.
#C’è anche la memoria ancora vivente della Resistenza tra gli anziani sotto attacco del Coronavirus: i partigiani, che nella generazione più colpita nell’emergenza contano molte vittime. “Esiste il rischio che la memoria si sfilacci – avverte Roberto Cenati dell’Anpi di Milano -. Ed è compito nostro tenerla viva e legata alla conoscenza della storia”. A Bergamo, una delle province epicentro del Covid, “dal 15 febbraio ad oggi sono scomparsi 15 tra partigiani, patrioti e benemeriti”, racconta Mario Magistrati dell’Anpi. Tra i nomi più significativi cita Pierina Vitali, 96 anni, dell’86esima brigata Garibaldi ‘Issel’ in Val Taleggio, “una coraggiosa staffetta partigiana – racconta -, figura particolarmente importante perché grazie a lei si riuscì ad arrestare un ufficiale tedesco. Poi venne scoperta e torturata a lungo perché rivelasse i nomi”. Non parlò. Impossibile a caldo far un elenco esaustivo su tutta Italia. “Nel 2016 avevamo conferito i diplomi di partigiani del ministero della difesa a 100 partigiani – ricorda Cenati -. Nel giro di 4 anni se ne sono andati più della metà”.
#Quale meccanismo d’emergenza introdurre se, dopo il primo allentamento del lockdown, in alcune aree del Paese tornassero a salire i contagi? È uno dei temi in discussione sul tavolo del governo, se ne sarebbe parlato ieri sera nella lunga riunione del premier Giuseppe Conte con capi delegazione e ministri. Sulle attività produttive l’orientamento sarebbe quello di aprire tutto il 4 maggio e non fare eccezioni per le aziende private, nonostante il pressing delle imprese e delle Regioni, e riavviare l’edilizia pubblica il 27 aprile, come sollecitato dai Comuni. Dunque nessuna modifica dei codici Ateco, ma il confronto finale dovrebbe esserci oggi, sia con le parti sociali, sia con gli enti locali che avevano chiesto, con Stefano Bonaccini e Luca Zaia, di riaprire le aziende il 27. Quanto al piano della fase 2, Conte si è preso ancora del tempo per definire i diversi aspetti, che dovrebbe illustrare al Paese non oggi, nel giorno della Liberazione, ma domenica 26 o lunedì 27. In discussione ci sono sia le regole sul distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine, sia la gestione dei trasporti. Poi bisogna decidere come scandire l’apertura di ristoranti e bar, con la possibilità che in una prima fase, dal 4 o dall’11 maggio, scatti la possibilità di fare asporto. Quanto ai casi di possibile risalita del contagio, si sta valutando un meccanismo che usi, come suggerito anche dalla task force di Colao, insieme all’indice dei contagi anche la capienza degli ospedali sul territorio e la disponibilità di dispositivi di protezione individuale. Il governo deve decidere se inserire un automatismo che vincoli le Regioni o procedere di caso in caso: se salisse l’indice del contagio, ad ogni modo, il lockdown tornerebbe a scattare in alcune aree del Paese.
#Per il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro cauto ottimismo: il trend è in “netto miglioramento ma – avverte – è necessaria estrema prudenza”. La maggiore concentrazione dei casi “si ha nelle Rsa, a livello familiare e al lavoro”, ha affermato Brusaferro. Secondo lo studio preliminare sulle fonti di infezione condotto dall’Iss, infatti, su circa 4500 casi notificati tra l’1 e il 23 aprile, Il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro. Proprio le Rsa, ha rilevato il presidente Iss, “rappresentano il punto debole rispetto all’epidemia in corso, ma questo sta accadendo in tutti i Paesi e non solo in Italia”. Tuttavia “da subito – ha tenuto a sottolineare Brusaferro – si è specificato che queste strutture andavano protette ed una delle misure più importanti, ai primi di marzo, è stato raccomandare il blocco delle visite nelle Rsa”. Proteggere i nostri anziani, ha aggiunto, “resta una priorità assoluta, anche in virtù delle’eterogeneità di queste strutture, che sono sia riabilitative sia residenziali. E’ il tratto debole della lotta al SarsCov2”.
Quanto all’andamento generale dell’epidemia, emerge un cauto ottimismo. La situazione epidemiologica, spiega, “è nettamente migliorata anche se ci sono ancora 106 zone rosse. Si riducono i sintomatici ed i pazienti gravi ma c’è una circolazione del virus che continua e di cui tener conto, e ci vuole cautela nelle misure di riapertura. Il numero di casi si sta riducendo dappertutto, ma la prudenza rispetto alle misure di riapertura è necessaria – avverte – perché la situazione è diversificata nel Paese, ci sono aree a bassa, media e alta circolazione del virus ma ci sono focolai anche in aree a bassa circolazione”.
L’obiettivo ora è dunque mantenere l’indice di contagio R con zero sotto il valore 1, “cosa che ci consentirà di avere meno casi con la possibilità di garantire la risposta ospedaliera: se dovesse invece risalire sopra l’1, ci sarebbe una ricrescita della curva, con nuovi grandi numeri per le terapie intensive e decessi”. Fondamentali saranno quindi, spiega Brusaferro, “l’individuazione ed il monitoraggio tempestivo dei casi, perchè lo scenario dei contagi zero è ancora lontano”. Infatti, ha precisato Stefano Merler della Fondazione Kessler di Trento, “l’attuale indice di contagio in Italia è tra 0,2 e 0,7, ma ci vuole poco a tornare sopra la ‘soglia’. Insomma, c’è un margine ma non siamo ancora in una situazione di sicurezza”. Nuovi dati presentati da Merler anticipano inoltre l’inizio dell’epidemia di Covid-19 in Lombardia rispetto al mese di febbraio: “L’epidemia è partita di sicuro a gennaio e forse anche prima, e ci sono centinaia di casi che hanno avuto sintomi prima di febbraio”. Molto probabilmente, è l’ipotesi del ricercatore, ci sono state “introduzioni multiple e non singole del virus, e ciò spiega – conclude – come mai al 20 febbraio ci siamo trovati già con centinaia di casi”.
#Si va verso il riavvio dei cantieri di edilizia pubblica dal 27 aprile. E’ quanto emerge dalla riunione dei capi delegazione con il premier Giuseppe Conte. Il riavvio di manifattura e cantieri privati dovrebbe essere confermato dal 4 maggio, mentre eccezioni dovrebbero scattare dal prossimo lunedì per l’edilizia residenziale pubblica, per i cantieri di scuole, carceri e per le opere contro il dissesto idrogeologico. Non si toccano comunque i codici Ateco. La decisione definitiva dovrebbe arrivare dopo incontri con le parti sociali e gli enti locali.
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