Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di lunedì 27 aprile. Confermato l’andamento in discesa, oggi 15 i nuovi contagi e 49 i guariti. DCPM sulle riaperture dal 4 maggio. Anche in Italia aumentano contagi e guariti, in calo i malati.
+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++
Ore 19.40 – A Lanciano vigilante picchiato da cliente che non voleva mettere mascherina
Ore 19. 40 – I ristoratori aquilani aderiscono alla protesta
Ore 18.16 – L’assessore Febbo stigmatizza le “mancate risposte sul turismo”
Ore 17.20 – Infermieri Fnopi: per l’assistenza territoriale l’Abruzzo tra le regioni impreparate
Ore 17.00 – Imprenditore di Pescara crea mascherine per bambini
Ore 16.41 – Con il nuovo DPCM, dal 4 maggio anche lo sport regionale lentamente potrà ripartire
Ore 16.26 – A Giulianova prosegue la sanitizzazione delle strade del territorio comunale
Ore 16.17 – Ad Atri, in Abruzzo, continua il trend positivo sul fronte dell’emergenza Coronavirus
Ore 16.05 – L’Abruzzo avrebbe già incrociato lo zero in termini di nuovi casi territoriali da Cronoavirus
Ore 15.29 – Bollettino epidemiologico di oggi 15 contagi in più su 647 tamponi, 49 i guariti
Ore 15.08 – Marsilio in videoconferenza con i parlamentari eletti in Abruzzo
Ore 14.31 – Il discorso di Conte criticato dal presidente della Regione Abruzzo
Ore 14.05 – Coronavirus L’Aquila, conclusi primi incontri tematici voluti dal Prefetto
Ore 13.45- Coronavirus Abruzzo: riapre Sevel. Fca rassicura, i timori dei lavoratori
Ore 12. 45- Coronavirus Abruzzo: si mobilita la Rete delle Partite Iva
Ore 12.30 – Coronavirus Abruzzo, M5S dona mascherine alle Asl
Ore 12.15- Coronavirus: economia, nasce “Ripartiamo Abruzzo!”
Ore 11.15- Coronavirus Abruzzo: Tua attiva corse supplementari per Sevel, LFoundry e Magneti Marelli
Ore 11.00- Coronavirus Francavilla al mare: Luciani favorevole ai bagni in mare
Ore 10.45- Coronavirus: il testo integrale del DPCM del 26 aprile 2020
Ore 10.15- Coronavirus Abruzzo: Bisegna, furti di legname nel Pnalm
Ore 9.30- Coronavirus Abruzzo : la Regione mette disposizione nuove risorse
Ore 8.30- PMF: speciale Coronavirus e i possibili danni anche per il cuore
Ore 8.15- Coronavirus Abruzzo: Chieti, le richieste della minoranza per la Fase 2
Ore 7.30- Coronavirus Abruzzo, Claudio D’Amario stasera alle 21 su Rete8
Ore 6.00 – Coronavirus Abruzzo, Ordinanza di Marsilio su trasporti e manutenzione diporto
LE NEWS DALL’ITALIA E DAL MONDO (ANSA)
Dati comunicati oggi dalla Protezione civile: in Italia il numero dei contagiati totali – compresi morti e guariti – è di 199.414, con un incremento rispetto a ieri di 1.739. L’aumento ieri era stato di 2.324. Sono 66.624 i guariti, con un incremento rispetto a ieri di 1.696. L’aumento ieri era stato di 1.808. Sono salite a 26.977 le vittime, con un incremento di 333 in un giorno. Ieri l’aumento era stato di 260, il più basso dal 15 marzo. Dai dati della Protezione civile emerge che sono 35.441 i malati in Lombardia (275 in più rispetto a ieri), 12.225 in Emilia-Romagna (-116), 15.508 in Piemonte (-11), 8.860 in Veneto (-278), 5.983 in Toscana (-86), 3.580 in Liguria (+100), 3.310 nelle Marche (+2), 4.562 nel Lazio (-11), 2.877 in Campania (-47), 1.707 nella Provincia di Trento (+25), 2.912 in Puglia (-25), 1.258 in Friuli Venezia Giulia (+10), 2.123 in Sicilia (+16), 2.030 in Abruzzo (-38), 940 nella provincia di Bolzano (-54), 287 in Umbria (-9), 776 in Sardegna (-7), 782 in Calabria (-15), 235 in Valle d’Aosta (-19), 217 in Basilicata (-2), 200 in Molise (+0). Quanto alle vittime, se ne registrano 13.449 in Lombardia (+124), 3.431 in Emilia-Romagna (+45), 2.878 in Piemonte (+55), 1.344 in Veneto (+29), 795 in Toscana (+17), 1.128 in Liguria (+14), 884 nelle Marche (+5), 397 nel Lazio (+8), 352 in Campania (+7), 407 nella provincia di Trento (+2), 405 in Puglia (+6), 271 in Friuli Venezia Giulia (+7), 231 in Sicilia (+3), 299 in Abruzzo (+4), 270 nella provincia di Bolzano (+1), 65 in Umbria (+1), 109 in Sardegna (+0), 83 in Calabria (+3), 133 in Valle d’Aosta (+2), 25 in Basilicata (+0), 21 in Molise (+0). Ad oggi sono stati effettuati 1.789.662 tamponi che hanno riguardato complessivamente 1.237.317 persone. L’incremento del numero dei tamponi rispetto a ieri è di 32.003.
“Il trend, al di là di flessioni dovute al weekend, indica un progressivo decremento dei morti e dei casi di infezione, anche se con meno tamponi fatti. R con 0 mostra un decremento. Ma la circolazione del virus prosegue, mentre il numero dei morti come abbiamo sempre detto è un trascinamento delle infezioni avvenute alcune settimane fa. La capacità di individuare focolai locali diventa decisiva nella prossima fase. Bisogna avere la capacità di intervenire in maniera più radicale per modulare dei provvedimenti molto più localizzati. Serve un monitoraggio stretto delle realtà locali per adottare misure più appropriate in quel contesto specifico” con possibili zone rosse”.
Saranno individuate in 2000 Comuni le 150 mila persone che faranno parte del campione per i test sierologici sugli anticorpi del Coronavirus. lo ha detto all’ANSA il direttore centrale dell’Istat, Linda Laura Sabbadini, che guida la parte statistica dell’indagine. “Una base territoriale larga – ha spiegato Sabbadini – per ridurre l’errore statistico. Saranno sei le fasce d’età in base a cui sarà selezionato il campione: da zero anni a 17; da 18 a 34; da 35 a 49; da 50 a 59; da 60 a 69; e da 70 e più anni”. Il campione nazionale di 150 mila persone, su cui condurre test seriologici, sarà rappresentativo a livello regionale; poi nell’ambito della stessa regione, si selezionerà in base al sesso, all’età e all’attività economica, tendendo conto di settori più esposti come la sanità e altri. Le fasce d’età sono state scelte con il comitato tecnico scientifico. L’obiettivo dell’indagine sta nel cogliere la cosiddetta siero-prevalenza. “In pratica ha aggiunto Sabbadini – si tratta di capire, perché oggi non lo sappiamo, quante persone hanno sviluppato gli anticorpi al Coronavirus anche se non hanno avuto sintomi e non se ne sono accorte. Ricostruendo le loro storie, stimiamo quanti sono gli asintomatici”. Infine l’appello ai cittadini a partecipare: “Serve a ognuno di noi e serve al Paese conoscere la situazione. E’ fondamentale che le persone estratte a caso nel campione partecipino”.
Sarebbero circa 35.000 i decessi stimati in Italia per la Covid-19, secondo lo studio sulle regioni in cui i dati Istat hanno una copertura maggiore del 50% della popolazione, ossia circa 10.000 in più rispetto al dato attuale. L’ha pubblicata sulla rivista online Scienza in Rete il gruppo di cui fanno parte i fisici dell’Università Sapienza di Roma Federico Ricci Tersenghi, Giorgio Parisi, Enzo Marinari ed Luca Leuzzi, con Enrico Bucci della Temple University di Philadelphia. Al 4 aprile, data per la quale sono al momento disponibili i dati Istat, “in Italia venivano indicati circa 15.000 decessi, ma già allora il calcolo statistico indicava che avrebbero dovuto essere circa 25.000. Ne mancavano cioè circa 10.000”, ha detto Ricci Tersenghi all’ANSA. Attualizzato a fine aprile il calcolo indicherebbe circa 35.000 decessi. Dai dati Istat emerge inoltre una forma della curva epidemica diversa da quella che emerge dai dati della Protezione Civile. Il nuovo calcolo si è reso necessario in quanto molte stime in circolazione si basavano sui dati Istat relativi a tutte le regioni, comprese quelle in cui era stato considerato solo un piccolo numero di comuni. “Il nostro gruppo ha invece deciso di considerare le regioni con la migliore copertura dati da parte dell’Istat, ossia Lombardia, Emilia Romagna e Liguria: i dati delle regioni in cui la copertura è povera non hanno infatti un valore statistico”, ha osservato Ricci Tersenghi.
La stima è stata ottenuta considerando come dato di base la media dei decessi registrati negli anni scorsi; se dal totale dei decessi del 2020 si sottrae il dato di base emerge un’eccedenza, che riguarda sia i decessi causati direttamente dal nuovo coronavirus, sia quelli indiretti, ossia di persone morte per altre cause ma che non hanno potuto accedere alle terapie in quanto il sistema sanitario è andato in crisi. Per avere poi una misura precisa delle morti per Covid-19, i ricercatori hanno utilizzato il dato, consolidato a livello internazionale, secondo cui la percentuale dei decessi nelle donne per questa malattia non supera il 40%. Mentre per le morti non-Covid la percentuale del 52% dei decessi avviene nelle donne. È emerso così che in Lombardia i decessi non certificati risultano essere circa 7.000, oltre ai 9.000 comunicati dalla Protezione civile, e mille in Emilia Romagna, oltre i 2.000 ufficiali; i decessi indirettamente legati al Covid-19 sarebbero circa 4.000 in Lombardia. A Bergamo i decessi reali sono circa 2,5 volte quelli comunicati dalla Protezione Civile e piú di cinque volte quelli degli anni precedenti.
“Il 10% dei pazienti ha manifestazioni digestive come vomito e diarrea all’esordio di malattia, ed in alcuni casi questi sintomi fanno da campanello d’allarme del Covid-19, e perciò non devono essere sottovalutati”. È quanto contenuto in uno studio in via di pubblicazione anticipato dalla dottoressa Elisabetta Buscarini, presidente della Federazione italiana delle società malattie dell’apparato digerente (Fismad) e dirigente dell’ospedale di Crema, una delle strutture che hanno subito il maggior impatto dall’epidemia e che ha così accumulato un ampio bagaglio di conoscenza sul campo del Covid-19. “Il nostro team ha dedicato anche molta attenzione alle manifestazioni sull’apparato digerente del Covid. – spiega Buscarini – Negli esami endoscopici che abbiamo effettuato in pazienti che avevano presentato emorragia digestiva abbiamo dimostrato la presenza di lesioni molto caratteristiche”.
Riunite in un’unica mappa le oltre 500 sperimentazioni in corso contro l’epidemia da Covid-19. Le sperimentazioni di farmaci e vaccini sono classificate per località geografica, fase di studio, arruolamento dei pazienti e caratteristiche dell’intervento. A raccoglierle tutte è una Piattaforma degli studi clinici, che include le quelle registrate negli Usa, in Cina, Corea del Sud, Europa, Iran, Giappone e Germania. L’iniziativa, descritta sulla rivista Lancet, è dell’università canadese McMaster. I ricercatori hanno sviluppato anche un metodo, basato sull’Ingelligenza artificiale, per identificare i potenziali studi clinici sfuggiti ai registri delle sperimentazioni. Alla data del 21 aprile, risultavano 500 studi registrati e oltre 300 che hanno iniziato ad arruolare i volontari su cui testare farmaci e terapie, come l’antivirale remdesivir, la terapia a base di plasma delle persone guarita, la trasfusione di cellule staminali, i possibili candidati vaccini, altri farmaci ad azione antivirale diretta e della medicina tradizionale cinese.
Polemiche sulla definizione di “congiunti” in relazione alla possibilità di fare visita ai familiari. Le critiche arrivano dall’Arcigay: “Il fatto che l’allentamento delle restrizioni sulle relazioni sociali sia circoscritto alla definizione di ‘congiunti’, che nei nostri codici è riferita inequivocabilmente alla dimensione formale della parentela, di sangue o acquisita, rappresenta un inedito e inaccettabile intervento dello Stato nella definizione della gerarchia degli affetti. – ha detto Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay – Va bene la prudenza con cui ci sia avvia al superamento del lockdown della fase 1, ma alcune disposizioni lasciano sconcertati. Un intervento inaccettabile che taglia fuori ciò che lo Stato non vede o non riconosce, come ad esempio i genitori sociali non ancora riconosciuti all’interno delle famiglie omogenitoriali o le relazioni elettive che in alcuni casi sostituiscono addirittura quelle determinate dai legami biologici. Benissimo che il Governo normi in maniera stringente e prudente la quantità di contatti e la modalità con cui essi debbano avvenire – precisa Piazzoni – cioè mantenendo la distanza prescritta e indossando gli appositi ausili. Ma nessun Governo può indicarci chi incontrare e chi no”.
Studio effetti lockdown su bimbi problemi neuropsichiatrici. Irccs Stella Maris avvia indagine su centinaia di famiglie – L’Irccs Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa) oggi avvia uno studio, che coinvolgerà centinaia di famiglie, per valutare l’impatto che l’emergenza Covid-19 ha avuto sui bambini e sugli adolescenti con problematiche neuropsichiatriche, sia sul piano psicologico che sulla possibilità di proseguire almeno in parte le cure. Si tratta, spiega l’istituto, del “primo studio rilevante per ampiezza, profondità e specificità che si realizza nel nostro Paese per indagare gli effetti del lockdown su questa parte debole della società”. Per condurlo, l’istituto chiede “la massima adesione” da parte di “tutte le famiglie italiane con bambini e ragazzi con disturbi neuropsichiatrici”. Lo studio fa parte dell’inchiesta Eacd COvid-19 Survey-Families, promossa in questi giorni in più di 30 paesi dalla European Academy of Childhood Disability, per comprendere l’impatto a breve e lungo termine del lockdown sui bambini e sui loro familiari “rispetto alle loro condizioni di salute fisica, mentale, al loro stato finanziario, alle condizioni generali di vita ed alle possibilità di accesso all’istruzione ed a trattamenti e/o servizi, alla disponibilità di determinati tipi di trattamenti/servizi ed alla qualità dei trattamenti/servizi attualmente forniti”. “Le informazioni, le opinioni e le proposte che le mamme e i papà forniranno – viene precisato dall’istituto – saranno preziosissime per conoscere e dare evidenza alla loro situazione, con la fondata speranza che possano tradursi in proposte concrete per migliorare i servizi resi ai bambini e alle loro famiglie”.
Coronavirus: Nas, stop a 4 siti vendite farmaci vietati. Invito a diffidare, sono pericolosi per la salute – Il Reparto Operativo del NAS, ha oscurato 4 siti web su server esteri e con riferimenti finti, sui quale si faceva pubblicità e vendita anche in lingua italiana, di medicinali sottoposti a particolari limiti ma proposti come terapia anti Covid-19. I Nas raccomandano di diffidare nell’acquisto di farmaci sui siti non autorizzati e privi di logo del Ministero della Salute, “pericolosi per la salute se non prescritti su valutazioni mediche”.
Dpcm:Da pulizie a orari ampliati, i negozi nella fase 2. Massimo un cliente in locali più piccoli. Servono gel-mascherine – Orari ampliati, distanziamento sociale, ingressi contingentati, gel igienizzante a disposizione: l’allegato 5 del Dpcm firmato ieri notte dal premier Giuseppe Conte mette nero su bianco una sorta di decalogo per gli esercizi commerciali che apriranno nella fase 2 a partire dal 4 maggio e, soprattutto, dal 18. La prima regola è “il mantenimento in tutte le attività e le loro fasi del distanziamento interpersonale”. Ma non basta. Per aprire dovrà essere garantita “la pulizia e igiene ambientale con frequenza almeno due volte giorno ed in funzione dell’orario di apertura”, si legge nel testo. Il proprietario o gestore deve inoltre assicurare “un’adeguata areazione naturale e ricambio d’aria” e “un’ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani. In particolare, detti sistemi devono essere disponibili accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento”. Chi lavora negli esercizi commerciali è chiamato all’uso delle mascherine. Il testo, infatti, prevede “l’utilizzo di mascherine nei luoghi o ambienti chiusi e comunque in tutte le possibili fasi lavorative laddove non sia possibile garantire il distanziamento interpersonale”. Chi entra in un negozio, soprattutto se si tratta di un’alimentari, dovrà usare “guanti usa e getta”. L’acceso al negozio sarà “regolamentato e scaglionato” secondo tre criteri: “ampliamento delle fasce orarie; per i locali fino a 40 metri quadrati l’accesso è consentito ad una persona alla volta, oltre che ad un massimo di due operatori; per locali di ampiezza superiore ai 40 metri quadrati l’accesso è “regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e uscita”. Ultima regola prescritta: garantire un’adeguata informazione per i clienti in attesa all’entrata del negozio.
Coronavirus: contagio da asintomatici è il tallone d’Achille. Studio Usa,fare più test e usare mascherina in spazi affollati – La trasmissione asintomatica è il vero tallone d’Achille della pandemia di Covid-19. La rilevazione precoce dei casi da sola non basta. Per un’epidemia senza precedenti, servono misure senza precedenti, come un uso diffuso dei test sulle persone asintomatiche, che vivono e lavorano in ospedali, case di riposo, carceri e rifugi per senza tetto, e l’impiego della mascherina chirurgica negli spazi affollati, esterni e interni. Lo indica l’editoriale del New England Journal of Medicine firmato dal gruppo di Diane V. Havlir, dell’Università della California a San Francisco. Le strategie che si erano mostrate efficaci contro la Sars nel 2003, a cui il Covid-19 sembrava inizialmente simile, hanno dimostrato di non funzionare, visto che con la Sars le persone contagiate furono 8100 in un’area geografica limitata, mentre in questo caso, dopo 5 mesi, i contagiati sono più di 2,6 milioni e il virus continua diffondersi rapidamente in tutto il mondo.
Queste differenze tra le due epidemie sono dovute all’estrema trasmissibilità del virus SarsCov2, che colpisce le alte vie respiratorie, mentre quello della Sars si concentrava su quelle più basse. La carica virale con la Sars raggiungeva inoltre il picco 5 giorni dopo rispetto al Covid-19, cosa che facilitava la rilevazione dei sintomi. Uno studio condotto nello Stato di Washington nelle case di riposo ha mostrato che oltre la metà dei residenti, risultato positivo al tampone, era asintomatico. L’approccio di allargare i test alle persone asintomatiche che risiedono o lavorano nelle case di riposo dovrebbe quindi essere implementato ora, dicono i ricercatori. Il monitoraggio dei sintomi è utile, ma non basta. Secondo gli studiosi, la raccomandazione di fare il test alle persone asintomatiche nel personale delle case di riposo andrebbe allargata ad altri contesti dove si riuniscono e vivono più persone, come le carceri, le strutture di salute mentale, i rifugi per i senza fissa dimora e gli ospedali. La rapida diffusione dell’epidemia nel mondo, il contagio dagli asintomatici e il bisogno di rilassare le attuali misure di distanziamento sociale sono argomenti a favore di un uso diffuso dei test per il SarsCov2 anche sugli asintomatici nelle strutture con priorità, unito all’uso della mascherina chirurgica negli spazi, esterni e interni, affollati. Questa pandemia senza precedenti, concludono, richiede misure senza precedenti.
Dpcm: mascherine raccomandate per contatti sociali. Il decalogo per le misure igienico sanitarie – L’uso delle mascherine come “misura aggiuntiva alle altre misure di protezione” individuale igienico-sanitarie è “fortemente raccomandato in tutti i contatti sociali”. E’ quanto viene ribadito in uno degli allegati al nuovo Dpcm che sarà in vigore dal 4 maggio.
L’elenco con le misure igienico sanitarie torna poi a sottolineare tutti i comportamenti che vanno tenuti per evitare il diffondersi del contagio. Eccole nel dettaglio. 1) Lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani; 2) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute; 3) evitare abbracci e strette di mano; 4) mantenere, nei contatti sociali, una distanza interpersonale di almeno un metro; 5) praticare l’igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie); 6) evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva; 8) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani; 9) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce; 10) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico; 11) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.
Coronavirus: “Vogliamo la Messa”, al via petizione on line. Idea frate Mercedario, celebrazioni possibili in sicurezza – Dopo la protesta della Conferenza episcopale italiana per il prolungamento dello stop alle messe con il nuovo Dpcm del Governo che prevede prime aperture dal 4 maggio, arriva una petizione on line per chiedere il ritorno dei fedeli tra i banchi delle chiese per le celebrazioni eucaristiche. L’idea è di un frate dell’Ordine della Mercede, Efisio Scirru, uno dei fondatori della Radio del Santuario di Bonaria a Cagliari e ora responsabile delle comunità di accoglienza dei Mercedari a Firenze, che all’indomani del nuovo decreto ha avviato una raccolta firme sulla piattaforma Change.org e che sta già facendo il giro dei social. “Ci sono riaperture per tante cose ma non per la vita di culto credo che molte chiese sino abbastanza ampie da garantire il distanziamento sociale in maniera adeguata e le celebrazioni liturgiche possono essere fatte anche in spazi all’aperto. Ci dovrebbero essere norme chiare e attuabili: esiste già un protocollo che la Cei aveva proposto al governo”.
Nel suo appello on line padre Efisio spiega che “per molto tempo abbiamo taciuto, abbiamo fatto silenzio, ci siamo contenuti; ma ora è tempo di gridarlo forte: Vogliamo la messa! E’ necessario, da subito, riprendere la celebrazione dell’Eucarestia con la partecipazione del popolo. Con le dovute accortezze, che siano semplici da attuare e non esageratamente costose”. Poi una serie di richieste alla Cei perché si impegni a far fronte a “eventuali disposizioni che limitino il diritto all’esercizio del culto” e “eventuali tentativi di ostacolare o interrompere le celebrazioni da parte di chiunque, anche rivestito di autorità”, con un chiaro riferimento a quanto accaduto di recente in provincia di Cremona con i carabinieri intervenuti per fermare una messa aperta ai fedeli.
Coronavirus:Borrelli,volontari anche per l’aiuto psicologico – “A partire da oggi, oltre alle tante attività che hanno visto al lavoro i nostri volontari nella lotta al Covid-19, saremo impegnati con le associazioni specializzate in psicologia dell’emergenza nel supporto al servizio d’ascolto psicologico. Ancora una volta i volontari di protezione civile hanno messo a servizio del Paese la loro grande passione e professionalità” spiega Angelo Borrelli, Capo Dipartimento Protezione Civile. “Il volontariato di protezione civile è uno dei pilastri su cui da sempre si fonda il nostro Servizio Nazionale. Nel corso degli anni il Dipartimento ha puntato molto sulla formazione e siamo orgogliosi di poter contare sul lavoro di oltre 800mila uomini e donne preparate a fronteggiare sfide diverse e sempre impegnative”, ha detto Borrelli in una nota del ministero dove si annuncia il via al nuovo numero verde di sostegno psicologico.
Coronavirus:da oggi numero verde aiuto psicologico. Messo a punto da Ministero Salute e Protezione civile – Parte il numero verde di supporto psicologico del ministero della Salute e della Protezione Civile. Tutti i giorni, dalle 8 alle 24, oltre 2mila professionisti specializzati risponderanno al telefono, oppure on line, alle richieste di aiuto. “Il servizio sarà sicuro e gratuito”, spiega il ministero. Il numero 800.833.833, ha il sostegno tecnologico offerto gratuitamente da TIM. Il numero sarà raggiungibile anche dall’estero al 02.20228733 e saranno previste modalità di accesso anche per i non udenti.
Coronavirus. Bonetti, già da oggi tavolo con sindaci, si parte da parchi – Già da oggi la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti apre un tavolo “per individuare delle linee con i sindaci” partendo dalla questione parchi. Questo per “dare gli strumenti ai comuni per poter gestire la situazione” visto che “non c’è il via libera a tutto, bisogna strutturare davvero l’organizzazione sociale”. Bonetti ha ricordato, tra l’altro, la disponibilità del presidente dell’ Anci De Caro e del sindaco Nardella, referente per le aree metropolitane che si è detto ampiamente disponibile. Gli obiettivi, ha spiegato Bonetti, sono due “costruire una rete intorno alle famiglie”, sul piano educativo e di gioco e “permettere ai genitori di avere un luogo e una comunità che custodisca i figlia mentre loro tornano a lavorare”.
Dpcm, possibile rientro in domicilio anche dall’estero o per incontrare congiunti. Resta obbligatoria la quarantena – E’ possibile rientrare dall’estero in Italia per incontrare i congiunti o per rientrare nel proprio domicilio o residenza. E’ quanto prevede il Dpcm per la fase due. Gli italiani che rientrano in patria, al momento dell’arrivo, dovranno comunicare i motivi del viaggio, l’indirizzo completo dell’abitazione o della dimora in Italia dove sarà svolto il periodo di quarantena, il mezzo di trasporto privato che verrà utilizzato per raggiungere la stessa e il proprio recapito telefonico.
La consegna del modulo con le motivazioni del rientro in Italia va inoltre consegnata “all’atto dell’imbarco sul trasporto di linea aereo, marittimo, lacuale, ferroviario o terrestre”, si legge nel Dpcm. “Le persone fisiche che entrano in Italia, tramite mezzo privato, anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicare immediatamente il proprio ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per il luogo in cui si svolgerà il periodo di sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, e sono sottoposte alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni presso l’abitazione o la dimora indicata nella medesima comunicazione. In caso di insorgenza di sintomi COVID-19, sono obbligate a segnalare tale situazione con tempestività all’Autorità sanitaria per il tramite dei numeri telefonici appositamente dedicati”, spiega ancora il testo all’articolo 4 che aggiunge: “ove non sia possibile raggiungere l’abitazione o la dimora, indicata come luogo di svolgimento del periodo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario, le persone fisiche sono tenute a comunicarlo all’Autorità sanitaria competente per territorio, la quale informa immediatamente la Protezione Civile Regionale che, in coordinamento con il Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, determina le modalità e il luogo dove svolgere la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, con spese a carico esclusivo delle persone sottoposte alla predetta misura”.
Coronavirus: Dpcm, sospesi servizi crociera navi italiane – “Al fine di contrastare il diffondersi dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, sono sospesi i servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana”. E’ quanto si legge nell’articolo 5 del Dpcm sulla fase due. “Assicurata l’esecuzione di tutte le misure di prevenzione sanitaria disposte dalle competenti Autorità, tutte le società di gestione, gli armatori ed i comandanti delle navi passeggeri italiane impiegate in servizi di crociera provvedono a sbarcare tutti i passeggeri presenti a bordo nel porto di fine crociera qualora non già sbarcati in precedenti scali”, spiega il testo in un passaggio dedicato ai viaggi di crociera tuttora in corso.
Dpcm, no a obbligo mascherina per bambini sotto 6 anni e per persone con disabilità incompatibili con dispositivo – “Non sono soggetti all’obbligo” di mascherine “i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti”. E’ quanto prevede il Dpcm sulla fase due che conferma l’obbligo di mascherine “nei luoghi confinati aperti al pubblico inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza.
Dpcm, no a spostamenti tra Regioni eccetto rientro domicilio o residenza. Per incontro congiunti spostamenti solo in Regione – “Sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie; in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. E’ quanto prevede il comma 1 dell’articolo 1 del Dpcm. “E’ in ogni caso (quindi anche negli spostamenti tra Regioni, ndr) consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”, si legge ancora.
Gli italiani dovranno convivere a lungo con mascherine, guanti e gel. E anche dopo il 4 maggio, quando si allargheranno le maglie delle restrizioni, dovranno fare a meno di abbracci e strette di mano. Da quel giorno, saranno però permesse le visite ai familiari, purché non si trasformino in rimpatriate, mentre saranno ancora vietati gli spostamenti da regione a regione, anche se sarà “consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Piano piano sarà comunque possibile uscire di casa per lavoro e fare acquisti. In base alle indicazioni contenute nella bozza di Dpcm, in tutta Italia domani riaprono i cantieri pubblici e il 4 maggio quelli privati. Poi, via via, parchi, negozi, ristoranti. Ferme restando le norme base di sicurezza, le varie categorie stanno stilando protocolli ad hoc per garantire la sicurezza di personale e clienti. – EDILIZIA: ripartono domani le attività produttive e industriali prevalentemente votate all’export e i cantieri per carceri, scuole, presidi sanitari, case popolari e per la difesa dal dissesto idrogeologico. Al ministero delle Infrastrutture è stato firmato un protocollo che prevede un serie di precauzioni: misurazione della temperatura prima dell’accesso al cantiere, accesso contingentato a mense e spogliatoi, pulizia giornaliera e sanificazione periodica delle aree comuni. Sempre domani riparte il commercio all’ingrosso funzionale ai settori dell’export e all’edilizia. CANTIERI PRIVATI: Dal 4 maggio partono tutte le attività di manifattura, il commercio all’ingrosso e i cantieri privati. In attesa sarà possibile preparare gli ambienti di lavoro. – TAKE AWAY – Dal 4 maggio sarà consentito andare a comprare cibo da asporto, da consumare a casa o in ufficio. – SPORT: può ripartire l’attività motoria individuale anche distante da casa. Dal 4 maggio via libera anche ad allenamenti dei professionisti per le discipline individuali. Per gli sport di squadra l’orientamento è quello di attendere il 18. – I PARCHI E GIARDINI PUBBLICI: riapriranno il 4 maggio. L’orientamento è di permettere che all’aperto possa stare vicino un numero molto limitato di persone se componenti di una stessa famiglia. Resteranno chiuse le aree per i bambini. – NEGOZI E PARRUCCHIERI: Il commercio al dettaglio ripartirà il 18. L’obiettivo è evitare che ci siano orari di punta, prevedendo aperture e chiusure diverse fra le varie attività. Parrucchieri ed estetisti dovranno aspettare il primo giugno. RISTORANTI E MUSEI: I musei riaprono il 18 maggio. La data giusta per i ristoranti dovrebbe essere il primo giugno. La Federazione italiana pubblici esercizi ha approvato un protocollo che prevede: un metro di distanza tra i tavoli, porte di ingresso e uscita differenziate, pagamenti preferibilmente digitali al tavolo, pulizia e sanificazione. – MEZZI PUBBLICI: Gli orari diversificati di apertura e chiusura delle attività imporrà una rimodulazione del servizio pubblico, che comunque dovrà essere potenziato nelle ore di punta. Le linee guida allo studio prevedono inoltre: termoscanner in tutte le stazioni e gli aeroporti, obbligo su tutti i mezzi di trasporto (dai treni alle navi, dagli aerei a bus e metro) distanziamento dei passeggeri, mascherine, biglietti sempre più elettronici, contingentamento degli accessi nelle stazioni e negli scali. – SPOSTAMENTI: dal 4 maggio sarà possibile far visita ai parenti, ma non saranno permesse le riunioni di famiglia. Ancora in ballo la decisione sull’autocertificazione per gli spostamenti nel comune. Resta il divieto di spostamento al di fuori della regione, “salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. – FUNERALI: nessun via libera alle messe. Dal 4 maggio saranno permessi i funerali, ma con la sola presenza dei familiari del defunto, per un massimo di 15 persone. – SCUOLA: Gli studenti non torneranno sui banchi fino a settembre. Il governo sta lavorando per definire le modalità per far svolgere “in presenza, ma in piena sicurezza” gli esami di Stato.