Coronavirus, qui tutti gli aggiornamenti di mercoledì 27 maggio. Domani il trasferimento dei pazienti all’ospedale Covid di Pescara. Oggi 5 nuovi casi e nessun decesso; 866 gli attualmente positivi.
+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++
Ore 18.02 – Ospedale Penne: Verì, “Nuovi fondi per riqualificare il San Massimo”
Ore 16.12 – Coronavirus Pescara: ospedale Covid, domani il trasferimento dei pazienti
Ore 15.46 – Coronavirus: il concerto dei Simple Minds a Pescara rinviato a luglio 2021
Ore 15.24 – Coronavirus Abruzzo, bollettino del 27 maggio: 5 nuovi casi e nessun decesso
Ore 13.15 – Coronavirus Abruzzo. Notaresco: bar chiuso e multato, scatta la colletta
Ore 13.00 – Coronavirus Abruzzo: Marsilio visita le ex zone rosse. “Nuovi fondi per l’ospedale di Penne”
Ore 12.00 – Coronavirus Abruzzo: un aquilano nella task force del Ministero Innovazione
Ore 10.45 – Coronavirus Abruzzo: le regole per sanificare ambienti, oggetti e vestiti
Ore 10.00 – Coronavirus Abruzzo: Radioterapia oncologica di Chieti tra i Centri dell’Airo
Ore 9.20 – Coronavirus: in Abruzzo tra 48 ore riaprono gli stabilimenti
Ore 9.04 – Coronavirus, fiere e congressi, allestitori: “Settore senza futuro”
Ore 8.40 – Coronavirus Abruzzo: Pescara, tornano le ztl e i parcheggi a pagamento
Ore 8.00 – Coronavirus Abruzzo: Pescara, il liceo Mibe e la Settimana della musica a scuola
Ore 6.00 – Coronavirus Abruzzo, Parruti: “ospedale Covid, pronti a trasferire i pazienti”
LE NEWS ANSA DALL’ITALIA E DAL MONDO
Coronavirus Italia, il bollettino del 27 maggio
Sono 117 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in risalita rispetto al livello più basso da inizio marzo toccato ieri con 78. In Lombardia nell’ultima giornata se ne sono registrate 58, la metà del dato nazionale, mentre ieri erano state 22. I morti a livello nazionale salgono così a 33.072. I dati sono stati resi noti dalla Protezione Civile. Otto regioni – Marche, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise, Basilicata – e la Provincia di Bolzano senza nuove vittime.
Risalgono i nuovi positivi in Italia, con un ritorno ai livelli di 4 giorni fa. Sono ora 231.139 i contagiati totali, 584 più di ieri. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia sono 384 in più. Ieri l’incremento nazionale era stato di 397. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile.
Sono 50.966 i malati di coronavirus in Italia, 1.976 meno di ieri, quando il calo era stato di 2.358.
Sono saliti a 147.101 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 2.443. Martedì l’aumento era stato di 2.677.
Nel dettaglio – secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile -, gli attualmente positivi sono 24.037 in Lombardia (-440), 6.464 in Piemonte (-477), 3.998 in Emilia-Romagna (-148), 2.287 in Veneto (-144), 1.460 in Toscana (-62), 1.269 in Liguria (-169), 3.488 nel Lazio (-50), 1.450 nelle Marche (-125), 1.146 in Campania (-38), 477 nella Provincia autonoma di Trento (-36), 1.513 in Puglia (-26), 1.318 in Sicilia (-112), 356 in Friuli Venezia Giulia (-19), 866 in Abruzzo (-43), 171 nella Provincia autonoma di Bolzano (-8), 32 in Umbria (-10), 215 in Sardegna (-9), 27 in Valle d’Aosta (-4), 190 in Calabria (-48), 36 in Basilicata (+0), 166 in Molise (-8). Quanto alle vittime, Lombardia 15.954 (+58), Piemonte 3.828 (+16), Emilia-Romagna 4.083 (+7), Veneto 1.895 (+9), Toscana 1.027 (+6), Liguria 1,438 (+7), Lazio 701 (+8), Marche 996 (+0), Campania 406 (+1), Provincia autonoma di Trento 462 (+1), Puglia 495 (+1), Sicilia 272 (+1), Friuli Venezia Giulia 331 (+2), Abruzzo 400 (+0), Provincia autonoma di Bolzano 291 (+0), Umbria 75 (+0), Sardegna 130 (+0), Valle d’Aosta 143 (+0), Calabria 96 (+0), Basilicata 27 (+0), Molise 22 (+0). I tamponi sono finora 3.607.251, in aumento di 67.324 rispetto al giorno precedente. I casi testati sono finora 2.290.551.
Sono 505 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 16 meno di ieri. Di questi, 175 sono in Lombardia, 8 meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 7.729, con un calo di 188 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 42.732, con un calo di 1.772 rispetto a ieri.
La Lombardia ha fatto registrare il 65% dei nuovi positivi in Italia nelle ultime 24 ore, con 384 sul totale nazionale di 584, secondo i dati della Protezione civile. La regione di gran lunga più colpita dal coronavirus ha segnalato anche il 50% dei nuovi decessi, 58 su 117.
Oncocologi, raccomandiamo a pazienti il vaccino antinfluenzale E’ sicuro e può portare grandi benefici a malati immunodepressi – “Raccomandiamo a tutti i pazienti oncologici la vaccinazione anti-influenzale”. E’ questo l’invito degli oncologi in occasione del webinar organizzato dalla Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) per le associazioni dei malati. L’Aiom esorta inoltre i pazienti a ritornare “con tranquillità” nelle divisioni di oncologia. In questa Fase 2 dell’emergenza Covid, spiega il presidente Aiom Giordano Beretta, “per migliorare l’assistenza va potenziata la medicina territoriale. Bisogna cioè subito attivare la Reti Oncologiche Regionali. Così potremo gestire al meglio eventuali prossime emergenze sanitarie e garantire una reale ed effettiva collaborazione tra ospedale e territorio”.
Infatti, ha spiegato, “siamo convinti che certe prestazioni oncologiche possano essere trasferite degli ospedali al territorio. I farmaci orali possono essere consegnati direttamente a domicilio mentre alcune terapie infusionali potrebbero essere somministrare nei locali dell’ASL. Per fare tutto ciò è però indispensabile attivare e rendere finalmente operative le Reti Oncologiche Regionali”. Grazie a queste strutture, sottolinea, “è possibile garantire una reale ed effettiva collaborazione tra specialisti ospedalieri, medici territoriali e farmacie. Per gli esami di follow up si potrà sempre più ricorrere ai nuovi strumenti della telemedicina. Ciò nonostante alcuni dei controlli periodici dovranno per forza essere svolti direttamente negli ospedali”.
Durante il webinar è emersa anche l’esigenza, per la prossima stagione, di una vaccinazione anti-influenzale a tappetto di tutti i malati oncologici. “E’ uno strumento di prevenzione importante e diventa ancor più fondamentale a partire dal prossimo autunno – ha aggiunto Saverio Cinieri, presidente eletto Aiom -. Grazie all’immunizzazione potremo meglio distinguere i casi di normale influenza dai contagi da Covid-19. Come Società, da anni raccomandiamo a tutti i nostri pazienti il ricorso al vaccino antinfluenzale.
E’ un presidio sanitario sicuro, poco invasivo e che può determinare grandi benefici ad un paziente immunodepresso come quello oncologico. Estendiamo poi l’invito anche a familiari, caregiver e a chiunque viva a stretto contatto con i malati”.
Coronavirus: durante lockdown più auto, meno mezzi pubblici. Il 61% sceglieva macchina o moto per maggiore sicurezza – Cresce l’uso dell’auto privata, crolla il trasporto pubblico: è questo l’effetto che il Coronavirus ha avuto sulla mobilità in Italia durante il lockdown. È quanto emerge dai dati (fonte Isfort) elaborati dall’Osservatorio Autopromotec, che sottolineano il ruolo di rilevanza svolto dall’auto privata. Nel periodo più intenso di restrizione agli spostamenti a seguito dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, gli italiani hanno decisamente orientato le proprie scelte di mobilità verso i mezzi privati motorizzati (auto e moto): tra l’entrata in vigore del DPCM dell’11 marzo e la fine della cosiddetta ‘fase 1’, ovvero il 3 maggio, la quota di italiani che hanno utilizzato un mezzo a motore privato per i propri spostamenti è cresciuta di 4,5 punti percentuali, passando dal 56,5% al 61%.
Nello stesso periodo è invece calata dal 10,1% al 4,1% la quota di coloro i quali hanno utilizzato mezzi di trasporto pubblici (bus, tram, metro, ecc.), mentre è aumentata lievemente la quota di chi ha deciso di spostarsi con mezzi non motorizzati (in bicicletta e a piedi), quota che è passata dal 33,4% al 34,9% (+1,5 punti percentuali). Uno dei motivi alla base dell’incremento dell’utilizzo del mezzo privato è indubbiamente il fatto che, in questa fase, l’auto rappresenta il mezzo più sicuro, in quanto l’unico in grado di garantire il distanziamento sociale necessario per compiere un viaggio in totale sicurezza.
Coronavirus: Diego, il ventilatore italiano low cost. Realizzato da Iit e Università di Ferrara – Si chiama ‘Diego’ il ventilatore d’emergenza, dal costo confrontabile a quello di un telefonino di fascia media, realizzato in Italia grazie alla collaborazione fra Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e Università di Ferrara. Già stato sperimentato su pazienti e notificato al Ministero della Salute, potrà essere utilizzato anche nei Paesi in via di sviluppo, per i quali è difficile accedere a dispositivi medici sofisticati. Diego (Device for Inspiration and Expiration, Gravity Operated) è al momento l’unico respiratore inventato in Italia sottoposto al ministero della Salute per l’emergenza Covid-19 e sta iniziando il percorso normativo per poter essere marcato CE come dispositivo medico di classe I. Vista la semplicità dello strumento, i tempi di certificazione si prevedono possano essere molto più contenuti rispetto alla maggior parte di dispositivi di ventilazione polmonare.
Il dispositivo è nato da un’idea del fisiologo Luciano Fadiga, dell’Università di Ferrara e direttore del Centro di Neurofisiologia traslazionale dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), del bioingegnere Giulio Sandini, Founding Director di Iit e dell’ingegnere Diego Torazza, progettista all’Iit. Scm Group di Rimini, che ha prodotto il dispositivo in pre-serie. Positivi i primi test sui pazienti, condotti nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Ferrara diretto da Paolo Carcoforo. La particolarità del sistema è nel fatto che la forza che viene esercitata sul pallone respiratore è quella di gravità e dipende dalla massa che viene posizionato sulla leva che comprime il pallone. L’idea di fondo è che il motore elettrico che fa funzionare il dispositivo sollevi periodicamente il peso dal pallone, rilasciandolo successivamente ad ogni atto respiratorio, senza bisogno di utilizzare l’elettronica o strumentazioni complesse. L’alimentazione è possibile anche con batterie o pannelli solari.
Scuola: Sileri,non siamo Paese odio,ma non lasciamolo vincere – “Tutta la mia vicinanza e il mio sostegno alla ministra e collega Lucia Azzolina, alla quale auguro di continuare per quanto possibile a fare il proprio lavoro con serenità e al meglio che può, come ha sempre fatto. Un abbraccio solidale, da chi sa cosa sta passando. All’Italia dico che noi non siamo il Paese dell’odio, ma rischiamo di diventarlo se lo lasciamo vincere”. Così in una nota il Viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri.
Scuola: stop ai voti, alle Elementari, torna il giudizio.Intesa nella maggioranza sul concorso per i precari- Dal prossimo anno scolastico la valutazione finale degli alunni nella scuola elementare non sarà più espressa con i voti numerici ma con un giudizio. Lo prevede un emendamento dem approvato in Commissione Cultura e Istruzione.
Intesa, intanto, nella maggioranza sulle modifiche al dl sulla scuola, con un emendamento del relatore, che sarà messo ai voti in commissione al Senato, che sintetizza l’accordo sul concorso straordinario per i precari. Il concorso con la prova scritta si terrà nel corso dell’anno scolastico 2020-2021 e prevede quesiti a risposta aperta.
Fase 2: Crimi, nessun accordo su assistenti civici. Ci sono 300 mila volontari di protezione Civile – “Non sapevo nulla dell’iniziativa degli assistenti civici, non sono d’accordo e non c’è un accordo politico se farlo o meno, ci sono 300 mila volontari di Protezione civile che possono svolgere questo ruolo. Abbiamo già il terzo settore e la Protezione civile”.
Coronavirus: Vineis(Css),non esiste un patentino di immunità. Su questo c’è convergenza di tutti i ricercatori –
“Non esiste un patentino di immunità per il coronavirus. Su questo c’è convergenza di tutti i ricercatori”. Lo ha detto Paolo Vineis, vicepresidente del Consiglio Superiore di Sanità (CSS).
I motivi, spiega Vineis, componente della task force Piemonte e professore ordinario di Epidemiologia presso l’Imperial College London, sono diversi. “Il primo è che i test che abbiamo sono ancora inaccurati, con un certo numero di falsi negativi, ovvero persone che hanno anticorpi e non vengono individuati dal test; secondo, non sappiamo che protezione danno questi anticorpi e quanto dura l’entità. Infine, non escludiamo ci si possa riammalare, come già in alcuni casi sembra essere accaduto.
E, in generale, non abbiamo un tempo di osservazione sufficiente per valutarlo”. Nella fase 1, sottolinea Vineis, “è stato decisivo il lockdown, più tardivo è stato più alti sono stati i numeri dei contagi. Nella fase 2 dobbiamo anticiparlo il virus, mettere in atto misure che consentano di individuare i focolai, monitorare quello che avviene nelle regioni attraverso i 21 indicatori”. Quanto al Piemonte, “la situazione è abbastanza buona, abbiamo un sistema basato sui colori, bianco, giallo, arancione e rosso, dove rosso corrisponde a un nuovo lockdown, anche localizzato. Nella fase 2 è fondamentale il tracciamento dei contatti e lo stiamo organizzando attraverso asl e medici di medicina generale”.
Fase 2: Crimi, massima cautela in riaperture tra regioni – “Dobbiamo avere massima cautela, abbiamo fatto sacrifici enormi, considerando che in Lombardia ancora si muore, credo che un piccolo sacrificio serva, magari autorizzando spostamenti tra aree limitrofe”. Lo ha detto il leader M5s Vito Crimi parlando a proposito della possibilità di riaprire gli spostamenti interregionali da inizio giugno.
Coronavirus, 350mila i morti nel mondo.Il numero più alto di decessi in Usa, Regno Unito e Italia- Il numero più alto di decessi in Usa, Regno Unito e Italia. I decessi legati al coronavirus nel mondo hanno superato quota 350mila (350.423), secondo i dati dell’università americana Johns Hopkins. I casi totali sono quasi 5,6 milioni (5.588.400)
Tra i paesi più colpiti dalla pandemia gli Stati Uniti contano 98.902 morti, il Regno Unito 37.130 e l’Italia 32.955. Il numero di contagi negli Usa è di oltre 1,68 milioni, in Brasile di circa 392mila e in Russia di oltre 362mila.
Virus, America Latina: 800.000 i contagi. Cresce anche il numero di decessi, a quota 43.300 – Nuovo balzo in avanti della pandemia di coronavirus in America Latina, dove i contagi sono cresciuti ieri di 32.000 unità, attestandosi a 798.553. E anche i morti hanno registrato un forte aumento, raggiungendo quota 43.304 (+1.900).
E’ quanto emerge da una elaborazione statistica realizzata dall’ANSA sui dati riguardanti 34 nazioni e territori latinoamericani. Il Brasile, secondo Paese più colpito al mondo dopo gli Stati Uniti, riunisce quasi la metà dei contagi (391.222) e ben oltre la metà dei morti (24.512). Seguono il Perù (129.751 e 3.788) e il Cile (77.961 e 806). Per quanto riguarda i paesi con più di 5.000 contagi, si segnalano poi il Messico (74.560 e 8.134), l’Ecuador (37.656 e 3.221), la Colombia (23.003 e 776), la Repubblica Dominicana (15.264 e 468), l’Argentina (13.228 e 490), Panama (11.183 e 310), e la Bolivia (6.660 e 261).
L’1 o il 2 giugno, il giorno della festa della Repubblica. Se sarà possibile nuovamente spostarsi in tutta Italia o se, invece, ci saranno Regioni che dovranno ritardare di una o due settimane l’apertura dei ‘confini’, si deciderà a giugno. Dal 29 maggio dunque, quando arriveranno i dati sul monitoraggio relativo alle aperture successive al 18, il governo si prenderà ancora del tempo per valutare tutti gli aspetti di una decisione dalla quale poi sarà difficile tornare indietro, anche alla luce della ripresa del turismo. La questione è complessa e ha diverse implicazioni politiche, perché ad oggi – nel caso si procedesse a aperture differenziate – a rimanere indietro sarebbe la Lombardia e, probabilmente, anche il Piemonte. Nella regione più colpita dall’epidemia la curva dei contagi sta calando come nel resto d’Italia, così come sta diminuendo il numero giornaliero delle vittime. Ma i dati dicono anche che in Lombardia c’è da settimane circa il 50% dei nuovi casi (anche oggi, con il Piemonte, 245 su 397 totali) e quasi la metà degli attualmente positivi, che sono 24.500 su quasi 53mila. Il virus resta dunque molto presente. Non solo: la Fondazione Gimbe ha segnalato un mese e mezzo fa come la Regione contasse tra i guariti i dimessi dall’ospedale, in molti casi ancora positivi. In Lombardia c’è poi stata l’anomalia degli zero decessi di domenica, preceduti dal +56 del giorno prima e seguiti dal +34 del giorno dopo, lunedì (martedì sono 22). I numeri, inoltre, non tengono conto di un altro aspetto: il vero problema, dicono gli esperti, è quello dagli asintomatici. Con una circolazione del virus così forte, sono decine di migliaia e sarebbe impossibile vietarne gli spostamenti. Con il risultato di far circolare il virus nelle altre Regioni dove invece il contagio è rimasto contenuto. Qui si inserisce il secondo elemento che il governo dovrà valutare: alle dichiarazioni pubbliche ‘aperturiste’ molti governatori e sindaci, tra cui diversi del sud, in via riservata hanno fatto intendere la loro contrarietà ad una riapertura totale nel caso fossero questi i numeri, minacciando di procedere con ordinanze alla chiusura dei confini regionali. Un atteggiamento che scatenerebbe il tutti contro tutti e che l’esecutivo vuole evitare, cercando di trovare una linea comune. Ecco perché la decisione verrà presa all’ultimo momento, con il Dpcm che scade il 3 giugno.
Gli esperti, tra l’altro, hanno già chiesto, una volta noti i dati del 29 maggio, ulteriori 24-36 ore per valutare l’andamento della curva. Il perché lo ha spiegato lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza. “L’incubazione del virus è in media 7 giorni, quindi i dati veri per misurare cosa è avvenuto dal 18 maggio li vedremo solo a fine mese e solo quelli ci consentiranno davvero di capire cosa è avvenuto. Li analizzeremo e sulla loro base prenderemo le decisioni”. E per capire cosa è avvenuto, ad esempio, in quest’ultimo fine settimana con le immagini della movida da Palermo a Milano, bisognerà attendere il 31. Se non addirittura oltre, come ricorda il professor Luigi Lopalco, coordinatore della task force pugliese. “Gli eventuali effetti di queste aggregazioni li vedremo più avanti, forse a metà giugno, perché quando il virus circola tra i giovani lo fa in maniera molto subdola. Ce ne accorgiamo quando questi ragazzi trasmetteranno la malattia ai loro genitori”. Tutti elementi che fanno dire a Speranza che una “seconda ondata” del virus, forse non in estate ma comunque tra settembre e ottobre, “è prevedibile” e dunque “il paese deve farsi trovare pronto nella sua interezza”. Questo è anche il motivo che porterà nelle prossime settimane il governo a prolungare lo stato d’emergenza per altri 6 mesi, dunque fino al 31 gennaio del 2020. La decisione definitiva non è ancora stata presa, ma la proroga è data per scontata in ministeri e istituzioni, anche per poter disporre degli strumenti normativi che lo stato d’emergenza consente di utilizzare.