Coronavirus Abruzzo, gli aggiornamenti del 3 giugno

Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di mercoledì 3 giugno. Oggi  riaperti tutti i confini regionali. Nuovi collegamenti ferroviari. Disponibile la app Immuni. Tre nuovi casi rispetto a ieri. 736 i positivi attuali. Conferenza stampa del premier Conte.

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

Ore 19.15 – Fase 3, Conte: “Raddoppio linea Pescara – Lecce e alta velocità Roma – Pescara”

Ore 18.30 – Covid 19, lavoro: venerdì sit-in in Abruzzo dipendenti mense scolastiche

Ore 17.50 – Covid 19 Abruzzo: attesi nel Fucino 248 braccianti da Marocco

Ore 16.03 – Covid 19 Abruzzo: il bollettino di mercoledì 3 giugno

Ore 15.41 – Caldari Ortona: 12% cittadini sottoposti test sierologici positivi con anticorpi al Covid 19

Ore 15.15 – Covid Pescara, nuovi collegamenti ferroviari con l’apertura delle regioni

Ore 14.46 – Covid 19 Abruzzo: Marsilio firma legge per turismo e commercio al dettaglio

Ore 13.00Covid Abruzzo, ripresi anche i collegamenti bus. Dal 22 anche i voli

Ore 12.00Covid 19, Pescara riaperte da oggi le aree parco per i bambini

Ore 11.50Abruzzo: una rete d’impresa per salvare il settore del noleggio bus

Ore 11.45Commercio in ginocchio: Confcommercio lancia l’allarme

Ore 11.00Covid 19 L’Aquila consegnato il pacco alimentare numero 1000

Ore 10.30Covid19, nei borghi dell’aquilano corsa alle seconde case

Ore 9.30Covid 19 Marsica, torna dal Perù positivo al tampone

Ore  8.00 Covid 19 L’Aquila, Filcams: insufficienti 5 settimane di CIGS

Ore 6.00 – Covid 19 Abruzzo, Mobisec: “App Immuni è sicura, installarla gesto responsabilità”

LE NEWS ANSA DALL’ITALIA E DAL MONDO

La conferenza stampa del premier Conte a Palazzo Chigi: “A distanza da circa un mese dal 4 maggio i numeri possiamo dirlo con relativa prudenza ma con chiarezza sono incoraggianti”.Ci meritiamo il sorriso e l’allegria, ma è bene ricordare che se siamo tra i primi a riavviare le attività in Europa è perché abbiamo accettato tutti insieme i sacrifici. Colgo un rinnovato entusiasmo, c’è grande attenzione per questa socialità ritrovata: giustissimo, ci meritiamo il sorriso e l’allegria dopo settimane di sacrifici ma è bene ricordare sempre che se siamo tra i primi Paesi Ue che può permettersi di riavviare le attività è perché abbiamo accettato tutti insieme di compiere dei sacrifici. Dico solo, facciamo attenzione: le uniche misure efficaci contro il virus sono “distanziamento fisico e uso, ove necessario delle mascherine. Abbandonare queste precauzioni è una grave leggerezza. Sarebbe leggerezza abbandonare misure sicurezza. Da distanziamento sociale a mascherine lì dove obbligatorie. Ora bisogna concentrarci sul brand Italia nel mondo: in tutti questi mesi la bellezza dell’Italia non è mai andata in quarantena. Dobbiamo fare i conti con l’emergenza economica e sociale. Ci rendiamo conto dei ritardi, ci rendiamo conto che ci stiamo confrontando con una legislazione che non era affatto pronta a erogazioni così generalizzate. Di questi ritardi ho chiesto già scusa e stiamo intervenendo per pagare più velocemente bonus e ammortizzatori sociali. Questa crisi deve essere un’occasione per superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese. Intendo convocare presto a Palazzo Chigi, i principali attori del sistema Italia: parti sociali, categoria e altre personalità. Per quanto riguarda il Mes, come ho già detto, quando avremo tutti i regolamenti lì porterò in Parlamento e con il Parlamento decideremo. Ricordo che è un prestito, vanno valutate una serie di previsioni inserite nel regolamento. Non intendo queste somme per l’Italia dalla Ue un tesoretto di cui deve disporre il governo, quindi ovviamente ci sarà confronto con le opposizioni. E’ un piano di lungo periodo è giusto che si faccia con le opposizioni”. Conte ha poi parlato del rilancio del Paese anche grazie alle infrastrutture, citando il raddoppio della linea Pescara – Roma e sottolineando che è impensabile un solo binario da Pescara fino a Lecce.

Inizia il primo studio al mondo su un potenziale trattamento con gli anticorpi per la Covid-19 negli esseri umani. Lo rende noto l’azienda farmaceutica Eli Lilly. I primi pazienti hanno ricevuto, in uno studio di fase 1, l’anticorpo principale LY-CoV555 nato della collaborazione di Lilly con AbCellera. Lo studio, controllato con placebo, valuterà la sicurezza e la tollerabilità nei pazienti ricoverati in ospedale con Covid-19. I risultati sono previsti entro la fine di giugno. Se i risultati della Fase 1 mostreranno che l’anticorpo può essere somministrato in modo sicuro, Lilly avvierà uno studio di Fase 2 per valutare l’efficacia in popolazioni vulnerabili. Gli scienziati di Lilly hanno sviluppato in soli tre mesi l’anticorpo, dopo che questo era stato identificato da AbCellera ed il Centro di ricerca sui vaccini dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive Usa (NIAID) su un campione di sangue prelevato da uno dei primi pazienti statunitensi guariti da Covid-19. LY-CoV555 è il primo potenziale nuovo farmaco specificamente progettato per combattere SarsCov2, il virus che causa la Covid-19. I primi pazienti nello studio sono stati trattati nei principali centri medici Usa. “Siamo impegnati a lavorare con i partner del settore per generare evidenze scientifiche in grado di soddisfare l’urgente necessità di trattamenti che riducano la gravità della malattia COVID-19”, ha dichiarato Mark J. Mulligan, direttore della divisione di malattie infettive e immunologia e direttore del Vaccine Center presso la NYU Langone Health. “I trattamenti con anticorpi, come quello qui studiato, promettono di essere contromisure efficaci contro questa infezione mortale”, ha dichiarato Mulligan. Si tratta del “primo potenziale nuovo farmaco specificamente progettato per contrastare il virus. Le terapie con anticorpi come LY-CoV555 possono rivelarsi efficaci sia nella prevenzione che nel trattamento di COVID-19 e possono essere particolarmente importanti per i gruppi più colpiti dalla malattia come gli anziani e le persone con sistema immunitario compromesso “, ha inoltre sottolineagto Daniel Skovronsky, Chief Scientific Officer e presidente di Lilly Research Laboratories. Entro “la fine del mese, esamineremo i risultati di questo primo studio sull’uomo e intendiamo avviare più ampi studi di efficacia. Nel frattempo, stiamo anche avviando la produzione di questa potenziale terapia su vasta scala. Qualora LY-CoV555 si rivelasse parte della soluzione a breve termine per COVID-19, vogliamo essere pronti metterla a disposizione dei pazienti il più rapidamente possibile, con l’obiettivo di rendere disponibili diverse centinaia di migliaia di dosi entro la fine dell’anno”, ha continuato Skovronsky. Se i risultati della Fase 1 mostreranno che l’anticorpo può essere somministrato in modo sicuro, Lilly prevede di passare alla fase successiva del test, studiando LY-CoV555 in pazienti COVID-19 non ospedalizzati. L’azienda prevede inoltre di studiare il farmaco in ambito preventivo, concentrandosi su popolazioni di pazienti vulnerabili che storicamente non sono candidati ottimali per i vaccini. LY-CoV555 è un anticorpo monoclonale IgG1 (mAb) diretto contro la proteina spike di SarsCov2 ed progettato per bloccare l’ingresso del virus nelle cellule umane; grazie a questa neutralizzazione del virus, è potenzialmente utilizzabile sia nella prevenzione che nella cura del Covid-19.

Cambiano le immagini usate per descrivere il funzionamento dell’app Immuni sul sito istituzionale dedicato all’applicazione. Ora il neonato non è più in braccio alla mamma ma al papà ed è la donna e non l’uomo che sta davanti al computer. La modifica messa a punto dopo le critiche bipartisan, accuse di ricorrere agli “stereotipi” del maschio lavoratore e della donna che resta a casa con i figli. Sulla questione era intervenuta anche la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, spiegando che dalla ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, aveva già avuto rassicurazioni sul cambio della raffigurazione. Il ministero dell’Innovazione fa sapere che tutta la campagna di comunicazione che sta per essere lanciata sull’app terrà conto di questa revisione.

“Il virus sembra allentare la presa ma ci possono essere dei ritorni di fiamma. La Lombardia è rimasta sempre quella che ha la metà dei casi totali, ma anche là i numeri stanno scendendo”. D’altronde, “come Paese non avremmo potuto partire riaprendo a chiazze”. Così Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute, durante la trasmissione Radio Anch’io, su Rai Radio1 Per questo, ha ricordato, è importante “imparare e convivere con il virus”. Da questo punto di vista, “tutto quello che è prudenza ci aiuta e il termo scanner va in questa direzione”, così come mascherine, stare lontano dagli assembramenti e utilizzare i guanti se si va a fare la spesa. “Siamo pronti – ha detto – a chiudere una zona laddove dovesse ripartire un focolaio. Ora siamo in grado di identificare e tracciare. Tutte le regioni – ha concluso Zampa – ci hanno assicurato di essere in grado di farlo e, a questo punto, sono responsabili”.

A quasi tre mesi dall’inizio del lockdown e 33.530 morti cade un altro dei divieti ancora in vigore: si torna a circolare liberamente in tutta Italia “senza condizioni”, con i cittadini dell’area Schengen e della Gran Bretagna che potranno venire nel nostro paese senza obbligo di quarantena e senza altre restrizioni che non siano quelle in vigore per tutti: divieto di assembramento, mantenimento della distanza interpersonale e uso della mascherina nei luoghi chiusi. “Oggi sembra una conquista – dice il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia – ma ce l’abbiamo fatta con il sacrificio di tutti e senza dimenticare le vittime e gli operatori sanitari che hanno lavorato in modo incredibile”. La riapertura dei confini regionali non significa però che il virus è sconfitto, come confermano ancora una volta i numeri: a fronte di un incremento giornaliero di ‘sole’ 55 vittime (il dato più basso dal 2 marzo), sei regioni più la provincia di Bolzano senza morti, meno di 40mila attualmente positivi e 160mila guariti, i contagi tornano a salire. E’ vero che il bollettino di lunedì scontava i pochi tamponi eseguiti di domenica, ma è altrettanto evidente che l’incremento c’è stato visto che da 178 casi sì è arrivati a 318. Con il nord ovest e la Lombardia che fanno una corsa diversa rispetto al resto d’Italia: 8 regioni (Puglia, Trentino Alto Adige, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise e Basilicata) non hanno nuovi contagiati, altre sette ne hanno meno di dieci mentre Lombardia, Piemonte e Liguria insieme ne hanno 259 su 318, l’81,4% del totale. La Lombardia, da sola, ne ha il 58,8%.

“Da un lato c’è la felicità nel vedere che le nostre città si stanno ripopolando ma dall’altro c’è il senso di responsabilità che noi rappresentanti delle istituzioni dobbiamo avere e chiedere”, dice Boccia chiedendo dunque agli italiani di essere ancora attenti, anche perché i costi pagati finora al virus “sono stati altissimi” e non ci si possono permettere errori.

Oggi dunque inizia la Fase 3, che sarà ben diversa da quanto l’Italia intera è stata costretta a chiudersi in casa ma che non sarà ancora la normalità che tutti conoscevamo prima del 20 febbraio. Una fase più complessa in cui saranno fondamentali, forse più di prima, i comportamenti e il senso di responsabilità degli italiani. Ci saranno poi una serie di novità che riguardano le stazioni ferroviarie. Con un decreto firmato dal ministro dei Trasporti Paola De Micheli, da oggi diventa obbligatoria la misurazione della febbre per chi viaggia con l’Alta Velocità o con gli intercity: ci saranno degli ingressi dedicati nelle stazioni e, in caso si abbia più di 37,5°C, non sarà consentito l’accesso a bordo del treno.

Fondamentale in questa nuova fase sarà anche la capacità dei sistemi sanitari regionali di individuare nel più breve tempo possibile nuovi casi e isolare eventuali nuovi focolai. Ogni Regione potrà agire autonomamente, sempre nel rispetto delle misure decise a livello nazionale, e decidere attraverso quale strumento aumentare o migliorare i controlli. “E’ giusto – sottolinea ancora Boccia – che ogni presidente di regione rafforzi i propri sistemi di controllo e di prevenzione sanitaria”. C’è chi si è attrezzato con il contact tracing, come il Lazio, chi con una App regionale, come la Sicilia, chi con un questionario e una piattaforma per la registrazione di chi arriva, come la Sardegna.

La settimana prossima, inoltre, sarà in funzione ‘Immuni’, la app per il contact tracing scelta dal governo: dall’8 nelle quattro regioni in cui partirà la sperimentazione (Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia), dopo pochi giorni nel resto d’Italia. “Ho studiato bene come funziona Immuni – dice l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, capo della task force pugliese – e vi consiglio di non scaricarla se non siete interessati a sapere di essere entrati in contatto con un soggetto positivo al Coronavirus, potenzialmente contagioso, e non avete a cuore la vostra salute e quella di chi è vicino. In tutti gli altri casi, usatela”.

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Carmine Perantuono: Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.