Coronavirus Abruzzo, gli aggiornamenti del 6 aprile

Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di lunedì 6 aprile. Da oggi in consegna le mascherine prodotte da Fater. Solo 18 positivi nelle ultime 24 ore. Trovati i fondi per l’ospedale Covid a Pescara.

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

 

Ore 20.45Coronavirus: in Abruzzo da mercoledì la presentazione delle domande per la CIG in deroga

Ore 17.50 – Coronavirus Abruzzo, intensificati i controlli della Polizia a Pescara per Pasqua

Ore 15.20 – Coronavirus Abruzzo, solo 18 nuovi casi positivi su circa 600 test

Ore 15.15 – Coronavirus Abruzzo, Marsilio: “a Pescara un Ospedale Covid-19”

Ore 14.45 – Coronavirus Abruzzo, consegnate le prime 50 mila mascherine dalla Fater

Ore 14.15 – Coronavirus Abruzzo, la Rianimazione di Teramo estuba un paziente

Ore 13.30 – Coronavirus Abruzzo, barbiere in fuga multato e denunciato a Ripa Teatina

Ore 13.05Coronavirus Abruzzo, la Val Fino in attesa dei risultati dei test

Ore 13.00Coronavirus, dal governo “liquidità per 100 mld alle aziende”

Ore 12.10Sopralluogo alla Rsa di Giulianova da trasformare in struttura Covid-19

Ore 12.00 Coronavirus Abruzzo, il 6 aprile degli aquilani nel silenzio con la città vuota

Ore 11.20Coronavirus: Coldiretti propone “pranzo in scatola” per Pasqua

Ore 10.00Coronavirus, raccolta fondi ADRICESTA per l’ospedale di Pescara

Ore 8.30Conferenza stampa di Marsilio alle 15 in diretta su Rete8

Ore 6.00Verì: dopo Pasqua tornare alla cura delle malattie normali

 

 

LE NOTIZIE DALL’ITALIA E DAL MONDO (ANSA)

 

Il governo vara un bazooka per la liquidità alle imprese: in tutto 750 miliardi, 400 miliardi con il nuovo decreto che si sommano ai 350 già previsti nel ‘Cura Italia’. Per le Pmi una garanzia del 90% sui prestiti fino a 5 milioni e del 100% fino a 25mila euro. Imprese e partite Iva che hanno perso fatturato a marzo non dovranno versare tasse e contributi ad aprile e maggio. Esteso il golden power per difendere gli asset dell’Italia. Lungo Cdm, dopo una giornata di tensione nella maggioranza. ‘È una grande potenza di fuoco. Raccoglieremo i frutti dei sacrifici, sarà una nuova primavera’, dice Conte, mentre Gualtieri parla di ‘sostegno poderoso’ alle imprese.

I ricoveri dei nuovi malati per coronavirus calano del 90% in una settimana e il governo comincia ad affrontare concretamente il nodo di come ripartire dopo un mese di lockdown: quali attività produttive riaprire e con che modalità, test sierologici su larga scala, differenziazione delle misure di contenimento per fasce d’età e per aree geografiche, utilizzo di mascherine laddove non è possibile il distanziamento sociale.

Il primo step della ‘Fase 2’ è il vertice convocato nelle prossime ore dal premier Giuseppe Conte con alcuni ministri e il Comitato tecnico scientifico. Un appuntamento cruciale per avere quelle indicazioni che poi la politica dovrà tradurre in misure concrete. I numeri – se si manterranno nel trend attuale – dicono infatti due cose: la prima è che il contenimento ‘tiene’, con la diffusione del virus che sembra anzi rallentare. I dati positivi sono da rintracciare nel calo, per il terzo giorno consecutivo, dei malati ricoverati in terapia intensiva – oggi sono 79 in meno – e nel drastico calo dei nuovi ricoveri nell’ultima settimana.

Una “frenata brusca” la definisce il primario di pneumologia del Gemelli e membro del Comitato tecnico scientifico Luca Richeldi, elencando i dati: “dal 30 marzo al 6 aprile c’è stato un -90% di nuovi ricoverati, siamo passati da 409 a 27. Per le terapie intensive, invece, il saldo il 30 marzo era positivo, +75, e oggi è di -79”. L’altro elemento di cui dovrà tener conto il premier è che a questi numeri se ne aggiungono altri, che non consentono ancora di poter riaprire il paese. Quasi duemila nuovi positivi (con un incremento del 2,1% rispetto a ieri che porta il totale a 93.187) e 636 morti nelle ultime 24 ore dicono infatti che bisogna muoversi con molta prudenza. Insomma, non è ancora il momento di abbassare la guardia. “I dati che vediamo sono meno allarmanti e l’andamento che vediamo ci deve essere di conforto – conferma Richeldi – ma non ci deve far ridurre il livello di allarme” anche perché “i risultati delle misure di contenimento e dei nostri sforzi sono sotto gli occhi di tutti”.

Ad una settimana dalla scadenza delle misure prevista per il 13 aprile, si va dunque verso piccole riaperture parziali, non certo verso un ritorno all’Italia precoronavirus. Ma con quali modalità? L’Oms ha fatto sapere che fornirà nei prossimi giorni “parametri precisi” per la Fase 2 e l’indicazione che arriva dal Comitato tecnico scientifico è chiara: bisogna contemperare l’esigenza di continuare a contenere il virus con quella di ridare un minimo di respiro ad un’economia che rischia il default. “Si tratterà di bilanciare l’importanza strategica di un’attività economica rispetto al rischio di diffusione dell’infezione – spiega ancora Richeldi – Tutti noi vorremmo far ripartire le attività strategicamente molto importanti con zero rischi. Non so cosa verrà fatto ripartire, ma il ragionamento sarà di avere il massimo del beneficio socio-economico col mimino rischio”. E spetterà a Conte e al governo trovare il “punto di equilibrio” coinvolgendo, come è già successo per i decreti precedenti, le Regioni e anche l’opposizione. In concreto, è molto probabile che a partire dal martedì subito dopo Pasquetta, si procederà per step. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha già fatto sapere che serviranno ancora “pochi giorni” per validare i test sierologici da utilizzare su larga scala, uno strumento che consentirà di ‘mappare’ gli immunizzati, dunque chi in teoria può tornare ad uscire senza essere un pericolo per sé e per gli altri. E’ probabile inoltre che si procederà ad individuare altri due criteri per decidere dove consentire qualche riapertura: quello delle aree geografiche, privilegiando quelle a minor diffusione, e quello dell’età, ovviamente proteggendo e tenendo a casa gli anziani e le persone più fragili. Scontato, inoltre, l’utilizzo di mascherine nei luoghi – a partire da quelli di lavoro – dove non sarà possibile mantenere il distanziamento sociale. Quel che è già certo è che, anche in caso di riaperture, ci saranno misure rigide e controlli in prossimità dei ponti del 25 aprile e del 1 maggio, per evitare che migliaia di italiani si riversino nelle strade vanificando tutti gli sforzi e facendo nuovamente impennare la curva dei contagi.

SCUOLA, ECCO IL DECRETO SU ESAMI E PERSONALE – Un’unica prova orale telematica per i quasi 500 mila maturandi e niente esame di terza media ma solo una valutazione del consiglio di classe che tenga conto anche di un elaborato del candidato. Gli scrutini, comunque, saranno ‘a distanza’ e per tutti gli studenti degli anni intermedi è prevista la promozione all’anno successivo. E’ questo lo scenario che si profila qualora non si tornerà in classe entro il 18 maggio, come previsto dal decreto sulla scuola approvato dal Consiglio dei ministri che verrà poi applicato grazie ad una o più ordinanze che devono essere emanate dal ministero dell’Istruzione. In caso si rientri in classe per metà maggio, la maturità – quest’anno ad esaminare i ragazzi saranno commissioni interne con un presidente esterno – sarà composta da una prova nazionale di italiano gestita dal ministero dell’Istruzione e da una seconda prova preparata dalla commissione interna, oltre all’orale; le competenze acquisite nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento costituiscono parte del colloquio. I candidati esterni svolgeranno le prove tradizionali alla fine dell’emergenza Covid. Tutti gli alunni dell’ultimo anno saranno ammessi agli esami; quelli delle classi intermedie saranno promossi, ma gli eventuali debiti andranno recuperati nel prossimo anno scolastico.

La ministra Lucia Azzolina ha spiegato il provvedimento: “Abbiamo pensato due possibili opzioni che permetteranno di fare gli esami secondo i reali apprendimenti anche grazie al lavoro sulla didattica a distanza. Abbiamo messo in sicurezza l’anno scolastico. Non si può però assolutamente parlare di sei politico: sono categorie vetuste, la valutazione guarda alla crescita e maturazione dello studente, che è messo al centro. Se ci saranno apprendimenti da recuperare, li recupereranno a settembre”. La scuola potrà riprendere a settembre prima di quanto stabilito oggi dal calendario scolastico, salvo intese in Conferenza Stato-Regioni, anche per consentire il recupero degli apprendimenti. Restano valide le graduatorie di istituto attualmente vigenti e di questo Azzolina ha chiesto scusa ai precari: “Non riusciamo ad aggiornare le graduatorie di istituto e questo è dovuto a procedure vetuste: non riusciamo a portare avanti le domande cartacee. Chiedo scusa io a tutti i precari, li aggiorneremo l’anno prossimo con procedura digitalizzata”. Validi resteranno anche i libri adottati quest’anno lo saranno anche per il prossimo. Fino a fine anno scolastico, inoltre, sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche. Il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione avrà – in questo periodo di emergenza – 7 giorni per dare i propri pareri mentre la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina potrà bandire i concorsi per la scuola; tuttavia lo svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego è sospeso per 60 giorni. Il decreto prevede che se si protrarrà l’emergenza il ministro dell’Università può prevedere che tirocini e abilitazioni alle professioni di odontoiatra, farmacista, veterinario, tecnologo alimentare, dottore commercialista ed esperto contabile, nonché delle prove per l’abilitazione all’esercizio della revisione legale, possano svolgersi con modalità a distanza. E’ valido il semestre di tirocinio professionale per il praticante che, a causa della sospensione dell’attività giudiziaria nei tribunali, non abbia assistito al numero minimo di udienze previste. Sempre oggi il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alle assunzioni per recuperare parte dei posti liberati nell’estate del 2019 da quota 100: si tratta di 4500 prof. E se in autunno dovessero esserci ancora pericoli legati al Covid, la ministra Azzolina ha spiegato che si sta lavorando ad un piano per una ripresa delle scuole, a settembre, con un maggiore distanziamento in classe.

 

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Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.