Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di giovedì 21 maggio. Oggi 7 nuovi casi, tutti a Pescara, su 1313 tamponi analizzati. Due i decessi, scendono i ricoverati e sono 45 in meno gli attualmente positivi.
+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++
Ore 22.30 – Coronavirus: a Pescara entrato in funzione il macchinario per 2400 tamponi al giorno
Ore 22.00 – Coronavirus Abruzzo, Marsilio: “tutte le zone rosse escluse dai fondi del decreto rilancio”
Ore 20.25 – Decreto Marsilio: ora possibili spostamenti al confine tra due regioni
Ore 20.15 – Sbarcati in aeroporto lavoratori dal Marocco per aziende del Fucino
Ore 18.53 – A Pescara iniziati i tamponi ai senza fissa dimora
Ore 17.48 – Turismo, poche prenotazioni e la cassa integrazione non arriva
Ore 16.45 – Coronavirus Abruzzo, all’ospedale G8 si svuota Terapia Intensiva
Ore 15.31 – Bollettino sanitario di oggi: 7 nuovi casi su 1313 tamponi analizzati
Ore 15.20 – Fase 2, tavolo regionale su spiagge libere
Ore 15.10 – Sindaci e Regione studiano il ritorno in spiaggia
Ore 14.20 – Teramo: sisma, Ater consegna le prime chiavi
Ore 14.00 – Imprese edili Teramo lanciano un grido d’allarme
Ore 13.20 – Sit in di protesta degli agenti di viaggio
Ore 10.30 – Al supercarcere di Sulmona un laboratorio per produrre mascherine
Ore 8.40 – Decreto del Presidente della Regione Marche su spostamenti anche in Abruzzo
Ore 8.00 – In un video il piano di prevenzione emergenza della Fondazione Carispaq
Ore 6.00 – Coronavirus Abruzzo: Fase 2, Marsilio “Provvedimento per armonizzare misure regionali e statali”
LE NEWS ANSA DALL’ITALIA E DAL MONDO
DA LUNEDI TEST SIEROLOGICI , SUCCESSIVAMENTE LA SPERIMENTAZIONE DELLA APP IMMUNI
Da lunedì prossimo partirà la campagna nazionale dei test sierologici su un campione di 150mila cittadini e nei prossimi giorni sarà avviata anche la sperimentazione della app ‘Immuni’ per il tracciamento dei contatti, la cui norma ha ricevuto il via libera della Conferenza Stato-Regioni. Intano continua ad aumentare il numero dei tamponi effettuati per identificare i malati , l’Italia è prima per quelli i test effettuati in rapporto al numero di abitanti. Il premier Giuseppe Conte, nell’informativa in Aula alla Camera sulla fase 2, sottolinea come il lockdown abbia prodotto gli effetti sperati e stringe i tempi per l’avvio delle misure annunciate, a partire dai test ematici che serviranno a fotografare la diffusione del nuovo coronavirus sul territorio. A tre mesi esatti dal primo caso identificato di Covid, a Codogno lo scorso 21 febbraio, Conte sottolinea che “in questa fase più che mai resta fondamentale il rispetto delle distanze di sicurezza e ove necessario l’uso delle mascherine”. Parola d’obbligo rimane dunque la prudenza anche se l’aumento della curva dei contagi è un rischio previsto.
SULLE MASCHERINE IL CORONAVIRUS PUO’ RESISTERE FINO A QUATTRO GIORNI
Pulire con un detergente le superfici prima di disinfettarle e prestare massima attenzione all’utilizzo delle mascherine chirurgiche, poiché la presenza di particelle virali infettanti può esser “rilevata fino a 4 giorni dalla contaminazione”. Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), riguardo alla stabilità nel tempo del SARS-CoV-2 su differenti superfici, fornisce una tabella che mostra, tra l’altro, come sul tessuto le particelle virali infettanti siano state rilevate fino a 24 ore dopo la contaminazione, mentre nello strato interno delle mascherine chirurgiche sono state rilevate fino a 4 giorni dopo. “I dati riportati sono il frutto di evidenze di letteratura scientifica – spiega all’ANSA Paolo D’Ancona, medico epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – ma vanno declinate in base alle situazioni ambientali, ad esempio i coronavirus resistono meglio a temperature basse e in ambienti umidi. Il fatto che sopravvivono, inoltre, non significa di per sé che trasmettano la malattia: se ci sono poche particelle virali, infatti, la carica infettante è minore. Purtroppo però non si conosce quale sia la dose minima per infettare, anche perché dipende anche dalle difese immunitarie dei singoli individui”.
CORONAVIRUS ITALIA, IL BOLLETTINO DI OGGI
Sono 156 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia. In totale i morti salgono a 32.486. Ieri l’aumento era stato di 161 vittime. I malati sono 60.960, 1.792 meno di ieri, quando il calo era stato di 2.377. Sono 228.006 i contagiati totali, 642 più di ieri. Di questi, 86.091 sono in Lombardia, che ne fa registrare 316 più di ieri. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. Ieri l’incremento nazionale era stato di 665. Sono saliti a 134.560 i guariti e i dimessi, con un incremento rispetto a ieri di 2.278. Mercoledì l’aumento era stato di 2.881. Sono 640 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 36 meno di ieri. Di questi, 226 sono in Lombardia, 5 meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 9.269, con un calo di 355 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 51.051, con un calo di 1.491 rispetto a ieri. La Lombardia è l’unica regione d’Italia a far segnare un aumento degli attualmente positivi al coronavirus: l’incremento rispetto a ieri è di 44 pazienti. Nella Regione c’è anche poco meno del 50% dei contagiati totali odierni (316 su 642) mentre oltre il 50% delle 156 vittime si registra tra Lombardia (65) e Piemonte (24) . Dai dati della Protezione Civile emerge inoltre che sono otto le regioni che non fanno registrare vittime: Molise, Basilicata, Calabria, Valle d’Aosta, Umbria, Sicilia, Puglia e Trentino Alto Adige. In Calabria e nella provincia autonoma di Bolzano, infine, non si registrano nuovi contagiati.
CORONAVIRUS, CONFERMATA INCUBAZIONE FINO A 14 GIORNI
Arriva dagli esperti dei National Institutes of Health (Nih) degli Stati Uniti la conferma che l’incubazione del nuovo coronavirus dura fino a 14 giorni, vale a dire che è questo il periodo che in media trascorre dal momento in cui avviene l’infezione alla comparsa dei sintomi. Il risultato, pubblicato sul sito MedRxiv e in attesa di validazione da parte di una rivista scientifica internazionale, potrà aiutare a organizzare al meglio sia la sorveglianza in vista di eventuali nuove ondate epidemiche, sia la quarantena.
SCUOLA, 1 MILIARDO PER RIPARTIRE A SETTEMBRE. I SINDACATI PRONTI ALLO SCIOPERO
“Il governo accompagnerà il ritorno a scuola in sicurezza e considerate le condizioni determinate dall’evoluzione epidemiologica”. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina interviene in commissione Cultura alla Camera e rassicura docenti, famiglie e dirigenti scolastici. La riapertura graduale, che avverrà iniziando con gli esami di maturità e poi proseguendo con il ritorno in classe a settembre, sarà sancita da una serie di protocolli che garantiranno la sicurezza di tutti ed è finanziata da fondi dello Stato: 1 miliardo il Fondo per la gestione del rientro a scuola a settembre (400 mln nel 2020, 600 nel 2021); 331 milioni per device, connettività, sicurezza, misure di protezione, assistenza medica, adattamento spazi in vista del rientro; 39 milioni per consentire esame di maturità in presenza in sicurezza, comprando tutti i dispositivi di protezione necessari e assicurando l’igienizzazione costante degli ambienti; 120 milioni per le istituzioni scolastiche non statali, per la fascia d’età da 0 a 16 anni per coprire le mancate rette (105 milioni) e aumentare il fondo regionale (15 milioni); 30 milioni per gli Enti locali per interventi di edilizia scolastica cosiddetta “leggera”. Intanto oggi in Conferenza Stato Regioni è stata raggiunta l’intesa sul DPCM che dà il via libera allo stanziamento di 855 milioni per il finanziamento di interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico delle scuole superiori di competenza di Province e Città metropolitane. E mentre per sabato prossimo alle 15,30 il comitato ‘Priorità alla scuola’ ha organizzato manifestazioni in piazza in 16 città – da Milano, a Roma, passando per Trapani e Firenze – per chiedere il rientro a scuola a settembre perché “la didattica a distanza è la didattica dell’emergenza, impossibile da proporre come soluzione per il nuovo anno scolastico”, a tenere banco sul fronte politico è la questione del concorso straordinario per l’assunzione dei docenti precari. La ministra Azzolina e il suo partito, M5S, vuole un concorso per titoli ed esami mentre, con sfumature diverse, Pd, Leu e Lega chiedono che, data l’emergenza Covid, l’esame sia solo per titoli, per garantire l’assunzione dei docenti subito e consentire l’avvio del nuovo anno scolastico con i prof in classe. Oggi alcuni dei maggiori sindacati della scuola Cgil, Uil e Snals, si sono detti pronti a mobilitazioni fino allo sciopero se il Governo non prenderà posizione sulla partita. La ministra Azzolina in Aula alla Camera lascia uno spiraglio: “Stiamo lavorando affinché le procedure si svolgano in condizioni di sicurezza per i partecipanti e il personale. Stiamo valutando possibili alternative qualora lo scenario epidemiologico dovesse cambiare improvvisamente: il mio obiettivo è assumere i precari”.
CONFERENZA STATO REGIONI APPROVA LA NORMA CHE AVVIA LA APP ‘IMMUNI’
La Conferenza Stato-Regioni ha dato parere positivo alla norma che costituisce la base legislativa per la App Immuni di contact tracing del coronavirus. La riunione è in corso in videoconferenza con i presidenti di Regione e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. La norma è contenuta nel disegno di conversione in legge del decreto del 30 aprile 2020.
CONFERENZA STATO REGIONI, VIA LIBERA AL PIANO ‘OMBRELLO’
Nel corso della conferenza Stato-Regioni il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia, ha espresso soddisfazione per il via libera al piano ‘ombrello’ con cui la Commissione UE autorizza le Regioni, le province autonome italiane e le Camere di commercio ad utilizzare aiuti di Stato per 9 miliardi di euro a sostegno delle aziende e dell’economia. Il ministro Boccia ha ringraziato il ministro per gli Affari Europei, Enzo Amendola, per l’importante lavoro fatto a Bruxelles. “Con il coronavirus – ha detto Boccia – anche i tempi delle notifiche UE si sono ampiamente ridotti”.
LAVARSI LE MANI DA 6 A 10 VOLTE AL GIORNO RIDURREBBE IL RISCHIO DI CONTAGIO
Lavarsi le mani tra le 6 e 10 volte al giorno può ridurre le probabilità di prendersi infezioni come quella da nuovo coronavirus. È quanto suggerisce lo studio di alcuni ricercatori dello University College di Londra pubblicato su Wellcome Open Research (ma non ancora rivisto dalla comunità scientifica). Una conclusione cui sono arrivati analizzando i dati raccolti tra il 2006 e 2009 su virus con una struttura simile a quella del SarsCov2. I coronavirus sono una famiglia di virus che di solito causano infezioni lievi, come il raffreddore, e tutti, incluso quello del Covid-19, possono essere uccisi con acqua e sapone. Nello studio si è visto che 1633 persone erano meno a rischio di essere contagiate se si lavavano le mani almeno 6 volte al giorno. Lavarle più di 10 volte al giorno invece non sembra ridurre ulteriormente la probabilità di contagio.
MASCHERINE, FARMACI E TEST: L’ANTITRUST CHIUDE SITI ILLEGALI
Continua la chiusura da parte dell’Antitrust di siti illegali che propongono la vendita online di farmaci con obbligo di ricetta, test autodiagnostici e mascherine FFP2 collegati al Covid-19. I primi due provvedimenti di chiusura definitiva di siti internet, come riporta anche il sito di Federfarma, riguardano testcoronavirus.shop.it e farmaciamaschile.it. Sul primo sito l’Antitrust aveva disposto lo scorso 22 marzo l’oscuramento in via cautelare per le modalità di vendita ingannevoli ed aggressive utilizzate su test di autodiagnosi che avrebbero permesso di scoprire, in maniera rapida ed affidabile, l’eventuale avvenuto contagio da Covid-19. La decisione di marzo è stata quindi confermata e il titolare del sito, la DRT – Drug Reposition Technology S.r.l., ha comunicato all’Antitrust che cesserà la vendita del prodotto. Il sito farmaciamaschile.it vendeva online un farmaco con obbligo di ricetta, un antivirale per l’Hiv a base di Lopinavir/ritonavir, e anche in questo caso l’Antitrust aveva disposto l’oscuramento del sito da fine marzo. Anche in questo caso, come per il sito farmacocoronavirus.it non è stato possibile rintracciare il titolare del dominio in quanto la persona fisica il cui nome è stato usato per la registrazione del sito è stata sottoposta a furto d’identità. L’Antitrust ha pertanto confermato il divieto di accesso al sito e la sospensione provvisoria di ogni sua attività. Il terzo provvedimento ha riguardato il sito tigershop.it, già bloccato in via cautelare per le modalità illecite nella vendita di mascherine FFP2, con certificazioni ed attribuzioni di caratteristiche qualitative e tecniche con immagini che riguardavano ingannevolmente marchi noti e affidabili, che non trovavano riscontro nei prodotti consegnati. Anche il prezzo (da 10 a 13 euro) molto alto e le consegne in ritardo erano stati oggetto della censura dell’Antitrust, che ha confermato la sospensione cautelare in attesa del giudizio definitivo.
LONDRA, PER PREVENIRE IL COVID SI SPERIMENTA LA “CURA TRUMP”.
Via libera anche dalle autorità sanitarie britanniche all’avvio della sperimentazione della idrossiclorochina e della clorochina, farmaci usati comunemente contro la malaria e il lupus, ma che s’ipotizza possano avere un effetto positivo anche contro il Covid-19. I primi trial sulle due sostanze – la cui efficacia non risulta ancora provata seconda l’Oms, ma il cui uso è già stato prescritto da alcuni medici americani e rivendicato pubblicamente per sé dallo stesso presidente Donald Trump – sono iniziati nel Regno a Brighton (presso il Brighton Hospital e il Sussex University Hospital) e al John Radcliffe di Oxford. Al momento si prevede di testare i due farmaci, incrociandoli con dei placebo, su diverse migliaia di operatori del sistema sanitario, tutti volontari, reduci da contatti diretti con pazienti infettati dal coronavirus.
ANCHE SOLDI USA NELLA SPERIMENTAZIONE VACCINO DELLE IRBM DI POMEZIA
Gli Usa entrano nella squadra per lo sviluppo del vaccino anti-Covid in sperimentazione a Oxford e al quale collabora anche l’azienda italiana Irbm di Pomezia. Un finanziamento di oltre 1 miliardo di dollari è arrivato infatti dall’Autorità Usa per la ricerca biomedica avanzata (Barda) alla multinazionale Astrazeneca per lo sviluppo, la produzione e la fornitura del vaccino a partire dall’autunno. Il programma di sviluppo include una fase 3 di sperimentazione clinica con 30mila partecipanti ed anche una sperimentazione pediatrica. La compagnia si sta inoltre impegnando con organizzazioni internazionali come la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), l’Alleanza per i vaccini Gavi e l’Organizzazione mondiale della sanità per una una “giusta allocazione e distribuzione del vaccino nel mondo”. Contatti sono in corso pure con il Serum Institute of India ed altri potenziali partner, al fine di aumentare la produzione e la distribuzione del vaccino. Astrazeneca, inoltre, parteciperà alla nascita di un centro di ricerca congiunto per la risposta alle pandemie presso la Oxford University. Al momento è in corso la fase 1-2 di sperimentazione del vaccino – per provarne la sicurezza, immunogenicità ed efficacia – in oltre 1000 volontari sani tra 18 e 55 anni in vari centri in Inghilterra. Se i risultati saranno positivi, i test finali saranno condotti anche in altri Paesi. Astrazeneca riconosce che il vaccino “potrebbe non funzionare, ma è impegnata a portare avanti il programma e la sperimentazione clinica con velocità, e ad aumentare la produzione ‘a rischio'”
“IL PEGGIO E’ ALLE SPALLE”, GIUSEPPE CONTE RINGRAZIA GLI ITALIANI
“Se il peggio è alle spalle lo dobbiamo ai cittadini che hanno modificato i loro stili di vita”. Così il premier Giuseppe Conte alla Camera. Ora, si tratta di “riavviare il motore economico e produttivo dopo aver superato la fase più acuta dell’emergenza ma la sfida è ancora più difficile”.
“Non è il tempo dei party e della movida”. Davanti alle immagini delle piazze e dei mercati d’Italia pieni di gente a passeggio e ai video dei locali affollati per l’happy hour, si muove il premier Giuseppe Conte per ribadire un concetto fondamentale: il virus è ancora in circolazione e dunque “nessuno pensi che siano saltate le regole di precauzione”. Altrimenti la strada è segnata: “la curva dei contagi risale”, gli sforzi fatti da tutti gli italiani nelle settimane scorse andranno in fumo e il 3 giugno, anziché riaprire tutti gli aeroporti come annunciato dal ministro dei Trasporti Paola De Micheli e togliere i divieti alla mobilità tra le regioni, per il paese sarà ancora lockdown. A due giorni dalla ripartenza di negozi, bar e ristoranti e con la fine delle limitazioni agli spostamenti, i numeri dicono che la curva del contagio si mantiene in discesa: dopo il raddoppio dei casi registrato martedì, il bollettino della Protezione Civile indica un nuovo calo dell’incremento giornaliero: solo 665 contagi totali in tutta Italia, con un caso ogni cento tamponi, il dato più basso dall’inizio dell’emergenza. Anche se Lombardia e Piemonte restano le regioni più in difficoltà, con 2/3 dei casi totali (452) e 104 vittime sulle 161 delle ultime 24 ore. Ma i numeri di oggi sono riferiti a quello che è accaduto 15 giorni fa: la confusione sul monitoraggio – con i parametri che sono stati modificati e almeno la metà degli enti locali che non avrebbero ancora inviato al ministero della Sanità dati attendibili e completi -, l’assenza di un qualsiasi strumento di contact tracing, i ritardi sui test sierologici (che avrebbero dovuto fornire una fotografia, non certa ma attendibile, del reale contagio nel paese) e, ora, le immagini della movida, sono tutti elementi che potrebbero costringere le Regioni a nuove chiusure.
“Abbiamo vinto la prima battaglia col virus e rimesso il paese in sicurezza – ricorda il ministro per le Autonomie Francesco Boccia – Da questo patrimonio ripartiamo: il governo sta seguendo la situazione nei territori con estrema attenzione ed è pronto a intervenire se si dovessero verificare situazioni preoccupanti”. E al primo posto delle preoccupazioni ci sono proprio gli assembramenti, tanto che l’esecutivo avrebbe già chiesto al Viminale di non fare sconti sulle sanzioni per chi viola i divieti, che possono arrivare fino a 3mila euro. Non solo: nella circolare inviata ai questori, il capo della Polizia Franco Gabrielli chiede il “massimo impegno” nel controllo del territorio, “per prevenire e contrastare l’operatività della criminalità organizzata nonché della criminalità diffusa” e ribadisce la necessità di “assicurare il rispetto del divieto di assembramenti e di aggregazioni di persone e l’osservanza del distanziamento sociale”. Perché la sensazione, a sentire governatori e sindaci, è un po’ quella del ‘liberi tutti’. L’opposto di quel che vanno dicendo da mesi gli scienziati. Da Attilio Fontana in Lombardia che parla esplicitamente di nuove chiusure se gli apericena andranno avanti a Luca Zaia in Veneto che ha annunciato uno spot con le ‘regole’ per l’happy hour in sicurezza. Dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris secondo il quale serve “un grande senso di responsabilità da parte di tutti” al presidente dell’Anci e primo cittadino di Bari Antonio Decaro che lancia una proposta ai gestori dei locali: “Mettete a disposizione dei clienti, insieme al cocktail, anche la mascherina”. Ma dietro alle parole e ai timori degli amministratori locali c’è anche un’altra questione: è loro la responsabilità – come prevede il Dpcm – di decidere se rimanere aperti o chiusi.
Ed infatti Boccia proprio la questione della responsabilità ha richiamato: “ogni regione si assume la responsabilità di riaprire gradualmente. Non vince la fretta, ma la valutazione saggia dei numeri”. Quegli stessi numeri che saranno fondamentali per decidere anche come funzionerà la mobilità tra le Regioni a partire dal 3 giugno. Se un territorio “è ad alto rischio – ha detto anche oggi Boccia alla Camera – non può partecipare alla mobilità interregionale”. I dati arriveranno nel fine settimana tra il 29 e il 31 maggio e non è affatto escluso che tra alcune regioni si possa circolare e tra altre no.