Coronavirus, qui tutti gli aggiornamenti di martedì 26 maggio. L’Abruzzo tra le tre regioni prescelte per la sperimentazione della app Immuni. Oggi 3 nuovi casi e nessun decesso. Domani dovrebbe essere completato il trasferimento dei pazienti all’ospedale Covid di Pescara.
+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++
Ore 21.00 – Coronavirus Abruzzo, Parruti: “ospedale Covid, pronti a trasferire i pazienti”
Ore 18.05 – Fase 2: via ai test sierologici su 5561 abruzzesi
Ore 14.45 – Coronavirus Abruzzo, bollettino del 26 maggio: 3 nuovi casi e nessun decesso
Ore 14.13 – Croce Rossa Italiana: test sierologici, “Chiamata da 06-5510 non è truffa!”
Ore 13.44 – Asl Lanciano Vasto Chieti: dal 1° giugno riprende l’attività dei laboratori analisi
Ore 13.30 – Turismo Teramo. Lavoro e “strage” di stagionali
Ore 13.20 – Coronavirus Abruzzo: a Silvi suolo pubblico gratis per le attività sportive. Ecco dove
Ore 13.12 – Coronavirus Abruzzo: Abaq, buoni risultati Dad e nuovi spazi a settembre
Ore 13.00 – Unite: decolla il Masterplan per l’ex manicomio
Ore 12.50 – Coronavirus Abruzzo. Fase 2 L’Aquila, Centri estivi e cambio alloggi. Le iniziative del Comune
Ore 12.30 – Coronavirus Abruzzo. Fase 2 L’Aquila, Centri estivi e cambio alloggi. Le iniziative del Comune
Ore 12.00 – Da 4 mesi bloccati a Cuba, la figlia: “Riportate la mia famiglia a Pescara”
Ore 11.30 – Coronavirus Abruzzo: precariato scuole Teramo, nuovo appello della Cgil
Ore 11.15 – Coronavirus Abruzzo: Cura Italia e Liquidità, finanziate 10 mila imprese
Ore 9.30 – Coronavirus Abruzzo: la Polizia di Stato spiega come frenare l’epidemia. Ecco il video
Ore 9.00 – Coronavirus Abruzzo: tamponi anche all’ospedale di Avezzano
Ore 8.00 – Coronavirus calcio – E se la fretta di ripartire si rivelasse un boomerang ?
Ore 7.00 – Coronavirus : Pescara, “La Settimana della Musica a Scuola”
Ore 6.00 – Coronavirus: Abruzzo sperimenterà app Immuni
LE NEWS ANSA DALL’ITALIA E DAL MONDO
Coronavirus Italia, bollettino del 26 maggio
Sono 230.555 i contagiati totali per il coronavirus in Italia, 397 più di ieri. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia sono 159 in più. Ieri l’incremento nazionale era stato di 300. Il dato è stato reso noto dalla protezione civile. Quattro regioni – Sardegna, Calabria, Molise e Basilicata – e la provincia autonoma di Bolzano registrano zero nuovi contagiati.
Sono 78 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, l’incremento più basso dal 2 marzo scorso. In Lombardia nell’ultima giornata se ne sono registrate 22, in calo rispetto ai 34 di ieri. I morti a livello nazionale salgono così a 32.955. Ieri l’aumento in tutta Italia era stato di 92 vittime. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile.
Sono 52.942 i malati di coronavirus in Italia, 2.358 meno di ieri, quando il calo era stato di 1.294. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile. Gli attualmente positivi calano in tutte le regioni.
Sono saliti a 144.658 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 2.677. Lunedì l’aumento era stato di 1.502.
Sono 521 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 20 meno di ieri. Di questi, 183 sono in Lombardia, 13 meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 7.917, con un calo di 268 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 44.504, con un calo di 2.070 rispetto a ieri.
Nel dettaglio – secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile -, gli attualmente positivi sono 24.477 in Lombardia (-738), 6.941 in Piemonte (-555), 4.146 in Emilia-Romagna (-213), 2.431 in Veneto (-147), 1.522 in Toscana (-114), 1.438 in Liguria (-118), 3.538 nel Lazio (-16), 1.575 nelle Marche (-87), 1.184 in Campania (-29), 513 nella Provincia autonoma di Trento (-4), 1.539 in Puglia (-139), 1.430 in Sicilia (-3), 375 in Friuli Venezia Giulia (-11), 909 in Abruzzo (-137), 179 nella Provincia autonoma di Bolzano (-5), 42 in Umbria (-4), 224 in Sardegna (-7), 31 in Valle d’Aosta (-2), 238 in Calabria (-26), 36 in Basilicata (+0), 174 in Molise (-3). Quanto alle vittime, Lombardia 15.896 (+22), Piemonte 3.812 (+14), Emilia-Romagna 4.076 (+8), Veneto 1.886 (+8), Toscana 1.021 (+6), Liguria 1.431 (+6), Lazio 693 (+5), Marche 996 (+1), Campania 405 (+0), Provincia autonoma di Trento 461 (+3), Puglia 494 (+3), Sicilia 271 (+1), Friuli Venezia Giulia 329 (+0), Abruzzo 400 (+0), Provincia autonoma di Bolzano 291 (+0), Umbria 75 (+0), Sardegna 130 (+1), Valle d’Aosta 143 (+0), Calabria 96 (+0), Basilicata 27 (+0), Molise 22 (+0). I tamponi sono finora 3.539.927, in aumento di 57.674 rispetto al giorno precedente. I casi testati sono finora 2.253.252.
Scuole: Speranza, “A settembre riapriranno per tutti. l lavoro per garantire la massima sicurezza”.
“A settembre senz’altro le scuole riapriranno e riapriranno sicuramente per tutti. In queste ore c’è un lavoro intenso del ministero dell’Istruzione e del Comitato tecnico scientifico perché questa riapertura avvenga nella massima sicurezza”. Lo ha detto il ministro della salute Roberto Speranza.
Librerie chiuse, il caso di 17 che hanno venduto di più. Dati Informazioni Editoriali, diverse in dimensioni e territori – Le librerie durante il lockdown hanno perso l’85% delle vendite, ma chi si è attivato con consegne a domicilio e grazie a una buona presenza sui social ha ridotto il calo al 71% e c’è anche il piccolo caso di 17 librerie che sono riuscite a vendere addirittura di più rispetto allo stesso periodo del 2019. E’ il quadro che emerge dall’indagine di IE-Informazioni Editoriali presentata oggi online dell’amministratore delegato Simonetta Pillon. “Abbiamo preso in considerazione 931 librerie che aderiscono al circuito Arianna, tolto le online e non ci sono le catene. Poi abbiamo individuato 490 librerie che sono quelle che nel periodo esatto di chiusura, dal 12 marzo al 13 aprile compreso, hanno venduto qualcosa.
Tra queste c’è un sottoinsieme che ha venduto in modo continuativo: 305 che sono riuscite a vendere quasi il 37%” ha spiegato la Pillon. E fra queste 305, “17 sono riuscite a vendere di più in queste settimane rispetto a quello che avevano venduto nel 2019. Sono molto diverse fra loro: 4 sono nel nord ovest, tre in Lombardia, una in Liguria, una nel Nord est, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, nel sud e nelle isole, soprattutto Sardegna e Puglia, Lazio e Toscana. Sono presenti in realtà molto diverse: una è in una metropoli, a Roma, cinque in città da 500 mila abitanti e tre sono in località molto piccole, con meno di 15 mila abitanti. La caratteristica comune alle medio grandi è la presenza, in rete mentre per le più piccole quello che sembra aver fatto la differenza è la presenza di un’edicola, perché questo ha consentito al punto di vendita di restare aperto”.
Università: Ministero, più 4.200 contratti formazione medica – E’ stato approvato un incremento di 4.200 contratti di formazione medica specialistica per l’anno accademico in corso tra le misure previste nel nuovo decreto legge 19 maggio 2020, che contiene ulteriori misure per far fronte all’emergenza Covid-19. Lo rende noto il ministero dell’Università e della Ricerca.
Fase 2: Anelli, comunicare risultati test ematici ai medici. ‘Per coinvolgerli in ulteriori accertamenti da attivare’ – Mettere i risultati dei test sierologici, “anche in forma anonima e aggregata, e comunque nel rispetto della privacy, a disposizione del medico di medicina generale o pediatra di libera scelta che hanno in carico l’assistito. Questo per coinvolgerli pienamente anche negli ulteriori passaggi e accertamenti da attivare”. E’ la richiesta del Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, ascoltato in audizione in Commissione Sanità del Senato.
La conoscenza degli esiti del test da parte del medico, ha spiegato, sarebbe infatti utile “per attivare i successivi accertamenti. In primo luogo, il tampone ai positivi ma anche la loro presa in carico per il monitoraggio dei sintomi, l’assistenza, l’eventuale prescrizione di terapie e la messa in atto dell’isolamento e del tracciamento dei contatti”. Essere “al corrente dei risultati dei test – rileva – costituirebbe un’importante arma in più per i ‘medici sentinella’, oltre al criterio clinico che non permette tuttavia di individuare gli asintomatici”.
Coronavirus:farmaco pressione alta potrebbe ridurre rischi. Potrebbe impedire tempesta infiammatoria, servono test clinici – Un farmaco per la pressione alta, il prazosin, dato molto precocemente all’inizio dell’infezione da SARS-CoV-2 potrebbe evitarne le complicanze più gravi e quindi ridurre il rischio di morte. È indica sul Journal of Clinical Investigation la ricerca pubblicata dall’università americana Johns Hopkins.
Il farmaco, che costa poco ed è sicuro, sembra in grado di bloccare la tempesta di citochine che porta all’eccesso di infiammazione con esito quasi sempre deleterio per il paziente. Uno studio clinico preliminare retrospettivo ha dimostrato che i farmaci che evitano la tempesta infiammatoria riducono il rischio di morte per malattie infettive virali del 55%. Secondo gli autori dello studio serve al più presto un trial clinico con il prazosin per verificarne il potenziale contro il rischio di morte per la Covid-19.
Scuola: 22 settembre concorso per ammissione specializzazione – Il concorso nazionale di ammissione dei medici alle Scuole di specializzazione di area sanitaria si svolgerà martedì 22 settembre 2020. Lo rende noto il ministero dell’Università. Il ministero ha tenuto conto dell’esigenza di ridurre gli spostamenti a causa dell’emergenza Covid garantendo una adeguata distribuzione delle sedi sull’intero territorio nazionale.
Giornata medicina emergenza,in prima linea contro il Covid. E’ domani, campagna internazionale anche con attrici italiane – Ha i volti di Francesco, dall’Italia, di Jessica, dalla Spagna, di Angeliki da Cipro e di tanti altri operatori sanitari, in prima linea anche per il Covid-19 la medicina di emergenza, di cui domani si celebra la giornata internazionale. Sono già in tanti, infatti, ad aver risposto all’appello dell’Eusem, la Società europea della medicina di emergenza, che chiede per l’Emergency medicine day 2020 ai sanitari di scattare una foto del proprio lavoro di emergenza in tempo reale, con gli hashtag #emdaychallenge ed #emergencymedicineday. Supporto viene chiesto anche ai cittadini “che credono che il sistema medico di emergenza sia importante”. Lo slogan scelto, che si collega anche all’emergenza coronavirus, è ‘Ask for more’, chiedi di più, “per una migliore assistenza di emergenza, più medici, più infermieri, più servizi”. “In questo periodo di coronavirus – specifica infatti un nota – medici, infermieri e tecnici di medicina d’urgenza hanno lavorato 24 ore su 24 per salvare vite umane e proteggerti. Laddove vi sono membri dello staff adeguati, dove la specialità è guidata da medici di emergenza addestrati, l’accoglienza e il trattamento dei pazienti sono stati più fluidi e i risultati migliori”. “Il 27 maggio – si legge ancora – celebriamo la nostra specialità di medicina d’emergenza, ma chiediamo anche ai nostri governi e alle persone di sostenere la richiesta di specialisti più qualificati, il riconoscimento in tutti i paesi europei dello status di specialità dei nostri medici e di dare a tutti i nostri dipartimenti infermieri, tecnici e attrezzature sufficienti per garantire la sicurezza in qualsiasi futura pandemia”. La campagna internazionale ha ricevuto anche un contributo da alcune attrici italiane: Martina Colombari, Carolina Crescentini, Maria Grazia Cucinotta, Chiara Francini e Matilde Gioli, hanno condiviso le proprie immagini a sostegno della campagna di medicina d’emergenza 2020.
Spazi alternativi ad aule solo in metà scuole. Studio Cisl Scuola. Solo 26% ha aula magna, problemi anche mense – Non sarà impresa facile organizzare le attività scolastiche per gruppi ridotti, come impongono le misure anticontagio: è quanto emerge da uno studio messo a punto dalla Cisl Scuola condotto attraverso la rete dei propri rappresentanti nelle RSU, e interpellando direttamente i propri iscritti dirigenti scolastici. Da quanto dicono le 3.500 risposte al questionario, la capienza delle aule consente di ospitare in sicurezza, cioè applicando i criteri di distanziamento fra i banchi, meno di dieci alunni nel 32% dei casi, e un numero compreso tra 10 e 15 nel 52,8%. Solo una minima percentuale delle aule ne potrebbe accogliere un numero maggiore.
Da qui la necessità, spesso indicata come possibile soluzione, di poter utilizzare spazi alternativi alle aule, all’aperto o al chiuso. Ma anche in questo caso le chance non sembrano molte: la possibilità di utilizzare spazi esterni alternativi all’aula è limitata a meno della metà delle nostre scuole (48%), un quinto della quali non ha questa possibilità (21,5%), o la può avere solo per una minima parte dei propri edifici (30,48%). Se poi si pensasse di rimodulare ad uso aula spazi di diversa destinazione, le cose non andrebbero meglio: impossibile farlo con le mense nel 75% dei casi, va un po’ meglio per le palestre, laddove ci sono, ma la praticabilità di questa soluzione non arriva al 40%. A disporre di spazi ampi come aula magna o teatro, è solo il 26% delle scuole. Per quanto riguarda le strutture, e a prescindere dallo stato degli edifici, emerge che quasi il 20% degli stessi non ha la possibilità di utilizzare in modo distinto varchi per l’ingresso e l’uscita.
“Mi auguro – dice la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi – che il Ministero disponga di una mappatura puntuale e completa della situazione, cui fare riferimento per approntare le misure necessarie a riaprire le scuole in condizioni di sicurezza per alunni, le loro famiglie e il personale scolastico. Se i nostri fossero smentiti saremmo i primi a esserne contenti, temo però che siano molto rispondenti al vero e che dimostrino come il lavoro da fare sia tanto, mentre il tempo a disposizione non è moltissimo. Dobbiamo prepararci a un anno scolastico in cui serviranno modalità organizzative particolari, soprattutto per consentire il lavoro in presenza con gruppi ristretti di alunni. Difficile allora pensare che non serva, almeno per quest’anno, avere insegnanti in più, ma non solo quelli. L’85% degli intervistati ritiene che il numero di collaboratori scolastici in servizio non sia sufficiente a coprire il fabbisogno per l’organizzazione di turni nelle attività didattiche, né per far fronte alle aumentate esigenze di sorveglianza e assistenza. Invece rischiamo di ritrovarci con risorse di personale già a stento sufficienti per una situazione ordinaria, avendone di fronte una ben più difficile e complessa. Nel frattempo l’intesa pasticciata in materia di reclutamento ci regalerà l’ennesimo record di precari”.
Gualtieri, già venerdì 1 mld sarà trasferito ai Comuni – “Il lavoro è stato ultimato, e già venerdì il primo miliardo di euro sarà trasferito a i nostri enti locali, con criteri che aiuteranno i Comuni a determinare l’intero ammontare di risorse”. Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione sul decreto Rilancio.
Il 30% guariti Covid avrà problemi respiratori cronici. Polmoni a rischio per 6 mesi. Richeldi,nuova emergenza sanitaria – Dopo l’infezione da Covid-19 i polmoni sono a rischio per almeno 6 mesi ed il 30% dei guariti avrà problemi respiratori cronici. E’ il nuovo preoccupante scenario che arriva dal meeting della Società Italiana di Pneumologia. Gli esiti fibrotici, cioè la cicatrice lasciata sul polmone da Covid-19, possono comportare un danno respiratorio irreversibile e costituiranno una nuova patologia di domani e “una nuova emergenza sanitaria”, avverte lo pneumologo Luca Richeldi, membro del Cts. Bisognerà quindi attrezzarsi e rinforzare le Pneumologie.
Regioni, linee guida per terme e professioni montagna. Aggiornati anche criteri per ristorazione, alberghi e piscine – La Conferenza delle Regioni ha approvato le nuove linee guida per le terme, i centri benessere e le professioni della montagna. Nella stessa riunione, tenutasi nella tarda serata di ieri, ha anche aggiornato le linee guida per la ristorazione, le strutture turistiche ricettive, le piscine e i rifugi alpini.
Europa-Regioni: Milano chiede a Ue 3,5mld per bus ‘green’. Lettera firmata con Bruxelles, Bonn e Dublino – Un “programma indicativo da 3,5 miliardi” per “l’acquisto di autobus a emissioni zero” dovrebbe essere incluso nel pacchetto Ue per la ripresa che sarà annunciato domani. E’ il suggerimento delle amministrazioni di Milano, Bonn, Bruxelles e Dublino in una lettera inviata al vicepresidente Frans Timmermans e alla commissaria ai trasporti Aldina Valean, sostenuta anche da Ong come lo European Environment Bureau e Transport & Environment. Un regime di sostegno del genere, si legge nella lettera permetterebbe di avere “tutti gli autobus urbani nuovi acquistati nell’Ue (circa 12.000)” a zero emissioni “entro la metà del 2020”, con il livello di sovvenzioni pubbliche che potrebbe così diminuire nella seconda metà del decennio.
Scuola: sui social Manifesto contro didattica a distanza. Chiede ritorno a lezioni in presenza, anche fuori dalle scuole – Un manifesto per dire ‘no’ alla didattica a distanza e chiedere che gli studenti a settembre possano tornare a scuola di persona. Magari anche in spazi diversi dagli edifici scolastici, dai giardini ai musei. A lanciarlo sui social è una giornalista e scrittrice genovese, nonché mamma di due bambini di 5 e 6 anni, Paola Setti. L’anno scorso, con il suo libro “Non è un paese per mamme”, ha raccontato il calvario delle donne italiane per conciliare lavoro e maternità. “Abbiamo chiuso gli studenti in una bolla, seduti davanti agli schermi, come un problema da rimuovere – si legge nel Manifesto -. Non è stata valutata alcuna ipotesi di sfruttare almeno una parte dei mesi estivi per far recuperare ai nostri figli un po’ della scolarità perduta. Si è vagliata invece una improbabile modalità mista tra Didattica a distanza e presenza in classe tre giorni la settimana.
Come se fare lezione davanti a un computer potesse sostituire il percorso educativo garantito dallo scambio umano di pensieri, emozioni e vita che può essere attuato solo con la presenza”. Il manifesto spiega che “non tutti i figli italiani hanno genitori preparati, in grado di supportarli nella Dad. Le fasce disagiate della popolazione verrebbero discriminate”. Poi “questo modello di didattica a distanza peserebbe sulle famiglie e soprattutto sulle donne”. Infine “potenziare la Dad sarebbe il preludio per tagliare posti di lavoro”. Per il manifesto “l’esigenza di evitare la moltiplicazione dei contagi deve costringerci a ripensare il modello scolastico. Dopo anni di sconsiderati tagli, non si può più risparmiare sul futuro della Nazione”. E quindi “ci sono scuole con classi ampie e grandi spazi all’aperto. Ci sono scuole con più insegnanti che bambini.
In molti di questi casi, la chiusura delle scuole si sarebbe potuta addirittura evitare solo con un minimo di organizzazione”. E ancora: “Il concetto di scuola non potrà più essere legato all’edificio, ma dovrà essere esteso e diffuso: la città dovrà essere ripensata e fare spazio agli studenti. Musei, edifici civili e militari, associazioni di volontariato, circoli ricreativi, parrocchie, parchi”. Il manifesto chiede anche un piano di assunzioni di docenti e personale Ata, per consentire la gestione degli studenti a piccoli gruppi ed eventualmente su più turni. Secondo l’appello, “non è troppo tardi per attrezzare, in accordo col Miur, spazi aperti per una scuola estiva”.
Fase 2: Coldiretti, voglia di gelato per 9 italiani su 10. A Roma nel week end scorso sono stati consumati 240 mila chili – E’ il gelato il sogno di nove italiani su dieci dopo il lockdown con il boom dei consumi favorito dal caldo e dalla voglia di passeggiare all’aria aperta che ‘salva’ le 39 mila gelaterie per un valore di 2,8 miliardi di euro l’anno. Lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che l’Italia detiene la leadership mondiale nella produzione di gelato artigianale sia nel numero di punti vendita che per fatturato. Solo a Roma e nel litorale romano sono stati consumati 240 mila chili in coni e coppette nell’ultimo weekend. Un settore che sembra essere ripartito con decisione con gli italiani che stanno tornando alle vecchie abitudini. Il 94%, precisa la Coldiretti, consuma abitualmente il gelato artigianale per il gusto e la bontà delle materie prime, con quasi sette consumatori su dieci che preferiscono i coni alle coppette secondo l’ultima indagine Fipe. Quanto ai consumi totali hanno superato i 6 chili a testa all’anno. Nelle gelaterie si stima che vengano utilizzati 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti con un evidente impatto positivo sulle imprese fornitrici.
Fase 2:Variati,assistenti civici?Controlli li fanno forze ps. Sottosegretario, ‘non daremo mai il consenso a ronde e sceriffi’ – “Non daremo mai consenso a ronde, sceriffi o guardie civiche, controlli e sanzioni sono materia delle forze dell’ordine” e l’assistente civico sarà un “volontario con funzioni di mera utilità e solidarietà sociale per aiutare comunità locali e sindaci. Se invece diventano una specie di guardia civica allora questo anziché aiutare provoca problemi alle forze dell’ordine”. Lo afferma Achille Variati, sottosegretario all’Interno.
Gli assistenti civici, secondo il sottosegretario, “possono consigliare di indossare la mascherina, ma non può essere niente di più di un consiglio. Possono dare indicazioni se vedono degli assembramenti ma senza far perdere tempo alle forze di polizia, la loro preparazione deve essere attenta anche sul piano informativo. Oggi e domani -conclude – lavoreremo tra i vari ministeri per definire meglio le funzioni che possono avere queste figure”.
Ristorazione, #FareRete propone 6 misure per la ripartenza. Nuovo appello al Governo per superare crisi Covid-19 – Sei misure economiche indispensabili da adottare subito per sostenere concretamente la ripartenza dell’intero settore della ristorazione: è quanto chiesto al Governo e a tutte le forze politiche, dopo gli ultimi recenti appelli inviati nel corso dell’emergenza Covid-19, da cuochi, ristoratori, pizzaioli, panificatori, pasticceri, cioccolatieri, gelatieri e responsabili di sala riuniti nel progetto #FareRete, rappresentativo di oltre 100 mila addetti ai lavori in Italia.
Tra le misure avanzate le 18 settimane di cassa integrazione, consecutive e non frammentate, con la possibilità di prolungamento fino al 31 dicembre 2020 per un reintegro calmierato e l’esenzione del pagamento Imu. Viene chiesto inoltre il ristoro del 100% degli affitti per i mesi di chiusura forzata con credito trasferito per legge al locatore e l’applicazione della L.431/98 (affitto calmierato cedolare secca) anche per il commerciale e il prolungamento biennale della concessione del suolo pubblico. Nella proposta si avanza il superamento della criticità legata alla responsabilità civile e penale in campo all’articolo 42 del Decreto Cura Italia e la detassazione sulle risorse umane per gli oneri contributivi e assistenziali e dei benefits sino al 30 giugno 2021 estesa anche alle nuove assunzioni.
Tra le azioni di medio medio termine #FareRete chiede in particolare di prevedere misure di finanziamento a fondo perduto da destinare specificamente alla ristorazione e da vincolare all’acquisto di prodotti alimentari italiani. Si avanza la possibilità di istituire un tavolo permanente presso il ministero delle Politiche alimentari agricole e forestali con le associazioni di categoria.
Coronavirus: 8 siti web oscurati per vendita di farmaci. Operazioni Nas, medicinali inefficaci o dannosi per la salute – Otto siti internet con server all’estero sono stati oscurati dai Nas. Questo il bilancio di una serie di indagini che hanno permesso di scoprire e bloccare pagine web che offrivano in vendita medicinali per il contrasto del Covid-19, nonostante gli stessi risultassero essere inefficaci o addirittura pericolosi per la salute.
I militari del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute continuano anche la loro opera di ricerca di dispositivi per la protezione individuale irregolari. L’emergenza correlata all’epidemia, infatti, si legge in una nota, “ha fatto fiorire un commercio di mascherine le cui caratteristiche non sono sempre in grado di garantirne l’efficacia contro la trasmissione del virus”. In tale ambito, i Carabinieri del Nas di Roma e di Livorno, hanno sequestrato, nel corso di tre diverse attività ispettive, un totale di circa 17.000 mascherine, denunciando 5 persone all’Autorità Giudiziaria per frode in commercio.
Coronaviru: Lopalco, vedremo effetti movida dopo metà giugno. Tra giovani circola sottotraccia, vedremo effetti sui genitori – “Gli effetti eventuali della movida non li vedremo tra una settimana ma si vedranno molto più in là, almeno intorno a metà giugno. Un’eventuale circolazione del virus tra i giovani si scopre molto in ritardo, perché tra i giovani il virus circola in modo subdolo e inapparente.
Ce ne accorgeremo quando trasmetteranno la malattia ai genitori”. Pierluigi Lopalco, responsabile della task force per l’emergenza coronavirus in Puglia, ha commentato così, durante la trasmissione Agorà su Rai3, le conseguenze degli assembramenti visti nei giorni scorsi. “Se tra i ragazzi c’era qualche positivo che ha attivato catene di trasmissione”, ha aggiunto l’epidemiologo, “dobbiamo aspettare due o tre generazioni di casi, quindi servono tre settimane come minimo”. Quanto alla polemica sui numeri dei contagi non attendibili “lascia il tempo che trova”. “Ci sono ben 21 indicatori messi a punto dal Ministero della Salute per compre
Coronavirus: in Usa 532 morti in 24 ore. 98.218 decessi in totale – I morti per coronavirus negli Stati Uniti nelle ultime 24 ore sono stati 532. E’ quanto emerge dai dati della Johns Hopkins University, secondo la quale i casi sono complessivamente 1,66 milioni e i decessi totali 98.218.
Continua la tendenza positiva nell’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia e i dati della Protezione civile confermano la tendenza a una riduzione di casi, decessi e ricoveri in terapia intensiva osservata ormai da qualche giorno. L’attenzione continua a essere puntata sulla Lombardia: all’indomani delle polemiche relative a zero decessi segnalati domenica 24, la Regione ha confermato il dato sulla base dei flussi della rete ospedaliera e delle anagrafi comunali. Nelle ultime 24 ore però si segnalano 34 morti: una situazione che “va indagata”, ha osservato il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma. È infatti difficile attribuire il passaggio da zero a 34 a una semplice fluttuazione statistica.
In generale i numeri dell’epidemia in Italia sono decisamente positivi, come ha rilevato su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza: “In Italia la curva continua a piegarsi dal lato giusto, ma serve cautela e non dobbiamo mai dimenticare che il virus si sconfigge solo con un approccio globale”. “Nel fine settimana – ha aggiunto – siamo arrivati a 100.000 nuovi casi al giorno nel mondo e 5 milioni e mezzo in totale. Sono numeri impressionanti. Mai così alti”.
I dati della Protezione civile indicano che nelle ultime 24 ore i decessi per Covid-19 sono stati 92, contro l’aumento di 50 di domenica; rallentano anche i contagi, che sono stati 300 più di domenica, quando l’incremento era stato di 531. Zero contagi si registrano in Umbria, Calabria, Molise e Basilicata e nella provincia autonoma di Bolzano. Si riduce inoltre il numero dei malati (1.294 meno di domenica) e scende di 12 unità quello dei ricoverati in terapia intensiva, aumentano i guariti (1.502 in più rispetto a domenica). “Sono dati buoni, come accade ormai da qualche giorno, e questo vale anche per la Lombardia, che resta il punto più delicato”, ha osservato Marinari. “Le cose vanno bene, ma non per questo – ha aggiunto – bisogna ridurre le precauzioni: è importante continuare a comportarsi in modo estremamente ragionevole”. Anzi, proprio per questo serve “un maggiore invito alla prudenza”. Bisogna infine considerare che si tratta comunque di numeri che fotografano la situazione di due settimane fa e che bisognerà “aspettare 15 giorni per avere la foto della seconda riapertura del 18 maggio”. Tuttavia, ha aggiunto, “è già qualche giorno che le persone sono in giro, se situazione fosse drammatica avremmo visto segni”.
Analoga la posizione del fisico Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston, per il quale “tornare a una normalità completa porterebbe alla reinsorgenza del virus. Si spera che le riaperture graduali e la consapevolezza delle persone dell’ importanza di comportarsi in modo responsabile, come l’uso delle mascherine e l’evitare luoghi affollati, diano dei risultati”. È indispensabile, ha aggiunto, tenere alta la guardia in questa delicatissima fase di riapertura e continuare a tutelare le fasce più deboli della popolazione, come le persone di oltre 65 anni, quelle che hanno problemi di obesità, respiratori, cardiaci o comorbidità: “Per loro – ha rilevato l’esperto – è particolarmente importante continuare a essere molto attenti”. La prudenza è d’obbligo e bisogna tenere alta la guardia: sono i diversi i segnali da considerare, a partire dall’indice di contagio Rt all’aumento dei ricoveri, dei decessi e dei tamponi.