Covid Abruzzo: alcune varianti sarebbero totalmente invisibili ai test rapidi anche secondo il parere di esperti. Parte da questo assunto il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Sara Marcozzi che torna a chiedere in Consiglio Regionale chiarimenti sui test di massa.
La Marcozzi ha più volte sollevato, visto il proliferare delle varianti, dubbi sull’utilità delle campagne di screening, non in se perché sono utili strumenti di prevenzione, ma per l’uso dei test rapidi antigienici e per questo ha più volte chiesto l’utilizzo dei test molecolari, più affidabili, per avere un quadro più veritiero della situazione senza rischiare di mandare in giro asintomatici positivi inconsapevoli dei rischi.
Intanto i numeri di nuovi contagiati, decessi e terapie intensive sono impietosi nonostante le aree più colpite siano zona rossa, tranne poche interruzioni, da novembre per l’esponente dei cinque stelle.
La Marcozzi sostiene che ogni volta che si è provata a sollevare la questione come risposta si sono avuti solo attacchi propagandistici.
L’esempio portato avanti è quello del caso Guardiagrele dove, a fronte di oltre 4300 test effettuati, solo due persone sono risultate positive, nonostante Guardiagrele sia stato un cluster della cosiddetta variante inglese.
Numeri ben diversi dai test di massa effettuati direttamente con tampone molecolare a Pizzoferrato dove sono risultate positive 71 persone su 530. Per questo la Marcozzi ha depositato un’interpellanza urgente in Consiglio regionale e un accesso agli atti per andare fino in fondo e avere risposte.
La Marcozzi chiede chiarezza anche sulle società che hanno venduto i test rapidi alla Regione Abruzzo, a suo giudizio vicine ad ambienti del centrodestra.