Crac Villa Pini. Il Tribunale di Chieti ha condannato Enzo Maria Angelini a 10 anni di reclusione, il massimo della pena, per la bancarotta del Gruppo.
La lettura del dispositivo da parte del giudice Patrizia Medica alle 12.30, davanti alla pubblica accusa rappresentata dal Procuratore Capo Mennini e dal Pm Falasca e davanti ad Enzo Angelini e sua moglie Annnamaria Sollecito accompagnati dall’avvocato Gianluigi Tucci. Massimo della pena, dunque, per l’ex patron di Villa Pini, 10 anni, oltre ad interdizione perpetua dai pubblici uffici, divieto ad avviare imprese commerciali per dieci anni, oltre al pagamento delle spese processuali. 5 anni e 5 mesi alla moglie Annamaria Sollecito, anche per lei interdizione perpetua e divieto ad avviare imprese commerciali per 10 anni cosi come per la figlia Chiara Angelini, condannata ad una pena di 4 anni e 5 mesi. Assolti perchè il fatto non costituisce reato i componenti del Collegio Sindacale di Novafin, la finanziaria di Angelini, Lorenzo Appignani, Giovito Di Nicola ed Eugenio Ascione. Sguardo basso e nessuna voglia di parlare per Angelini all’uscita dall’aula, nessuna dichiarazione rilasciata ai giornalisti, certamente il suo avvocato Tucci ricorrerà in Appello. E’ risultato dunque vincente l’impianto accusatorio di Mennini e Falasca rispetto ad un crac di 300 milioni, il quinto per entità in tutta Italia, nel quale, secondo l’accusa, Angelini avrebbe ripetutamente drenato risorse dalle cliniche alle sue tasche, attraverso la Novafin. Tra 90 giorni sapremo le motivazioni di questa sentenza che mette un punto su una lunga vicenda, ma soprattutto su un’era nella saga Angelini.
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