In un incontro promosso dalla UIL gli urbanisti dell’Ud’A disegnano le sette aree funzionali urbane in cui sarà possibile suddividere l’Abruzzo nel 2020
Fra tre-quattro anni l’Abruzzo cambia la sua geografia? Si passa dalle 4 Province alle sette AFU ?
Non è la solita provocazione, ma lo scenario emerso dal secondo step dello studio “Abruzzo 2020”, condotto da un pool di docenti e ricercatori dell’Università D’Annunzio, coordinati dall’urbanista Roberto Mascarucci.
Partendo dalla impossibilità legislativa (alla luce della riforma Delrio) di istituire in Abruzzo una città metropolitana, e dall’incertezza sul ruolo e le funzioni future delle attuali Province, la ricerca avviata ormai da diversi anni ha suggerito una prima risposta al tema dei futuri assetti territoriali dell’Abruzzo. Gli esiti, contenuti nel quaderno “Il sistema urbano regionale” presentato in un incontro pubblico promosso dalla UIL, sono particolarmente stimolanti, perché inquadrano la nostra regione da un nuovo punto di vista urbanistico, geografico e socio-economico: la centralità del sistema delle autonomie locali, ed in particolare delle “Città medie”.
“Il sistema insediativo intermedio può svolgere un ruolo determinante nella costruzione di una nuova strategia di sviluppo regionale”, ha spiegato il Prof. Mascarucci.
Attorno alle città medie e alle loro interrelazioni sono state individuate delle aree funzionali omogenee di riferimento:
I sette ambiti territoriali sono stati disegnati secondo la logica della “dimensione pertinente” per l’applicazione delle azioni di pianificazione e di programmazione, nella consapevolezza disciplinare, spiega Mascarucci “di un inevitabile spostamento verso l’alto delle scale della pianificazione: la pianificazione strategica che diventa pertinente solo alla scala regionale (o al massimo sub-regionale), la pianificazione spaziale degli assetti strutturali che assume nuove valenze alla scala di “area urbana funzionale”, la pianificazione urbanistica che ormai può avere un senso solo alla scala intercomunale”.
Ovviamente le ragioni e i criteri della nuova suddivisione territoriale sono stati approfonditi nell’arco dell’intera ricerca, svolta non soltanto da urbanisti, ma di esperti di geografia economica, della mobilità, dei servizi socio-sanitari, della scuola e della formazione. Fondamentali nel quaderno anche gli apporti delle istituzioni, dalla Regione all’ANCI. Il quaderno è stato pubblicato da Sala Editori.
Per chi volesse approfondire, esiste il sito ufficiale del progetto Abruzzo 2020 (clicca qui).
E su Rete8 la ricerca è stata illustrata nella trasmissione “I fatti e le opinioni” di venerdì 23 settembre alle ore 21.
height=315Guarda il servizio del Tg8:
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