Il Tribunale di Pescara dà ragione alla curatela contro l’imprenditore Carmine De Nicola. Fallimento per la “S.M. De Criptis” che voleva rilevare Villa Pini. Per i giudici è una “scatola vuota”. Ora si sbloccano 30 milioni per pagare i vecchi creditori.
La sentenza del giudice Angelo Bozza del Tribunale di Pescara non soltanto chiude il contenzioso tra la curatela fallimentare guidata da Giuseppina Ivone e la società che intendeva acquisire la Casa di cura con una offerta rivelatasi inconsistente, ma decreta anche il fallimento della società dell’imprenditore francavillese, con motivazioni che non lasciano spazio a molte interpretazioni. Si parla di una “Incapacità strutturale, non episodica” dell’imprenditore Carmine De Nicola, il cui gruppo, del resto, ha collezionato, con quest’ultimo dello scorso 8 febbraio, il quinto fallimento della serie. E’ l’ennesimo colpo all’impero dell’imprenditore di Francavilla partito dal settore turistico, per approdare alle scuole private e alla sanità, con una disinvoltura e forse anche con qualche complicità emersa ad esempio nelle pieghe del caso-Carichieti. Proprio la “sofferenza” riguardante De Nicola è una delle tre principali accumulate dal vecchio management rimosso dal decreto salvabanche.
Alla prima asta in Tribunale per Villa Pini la società di De Nicola presentò un’offerta da 31 milioni e 5omila euro. Ma non si presentò alla stipula della compravendita e non versò nulla. Di qui la condanna -pronunciata dallo stesso Tribunale- a pagare 500mila euro di danni a favore della curatela.
Sono positivi per i creditori della “vecchia” Villa Pini gli effetti della sentenza di fallimento, pronunciata in accoglimento della richiesta della curatrice Giuseppina Ivone, assisitita dagli avvocati Remo Di Giacomo e Carlo Fimiani, a seguito del mancato pagamento dei 515mila euro dovuti per una precedente sentenza del Tribunale di Chieti. Potrebbero essere infatti presto svincolati a favore dei lavoratori i fondi per circa 30 milioni depositati dalla nuova proprietà “Santa Camilla” al momento dell’acquisto della Casa di Cura, e la cui sorte era legata proprio all’esito di questo contenzioso.