Una voce fuori dal coro nelle celebrazioni a Dario Fo. Parla il pescarese ex funzionario di Polizia degli anni di piombo Ennio Di Francesco: “Sul caso Pinelli linciò Calabresi. Ma sono certo che si è scusato”.
Nel giorno in cui si celebrano i funerali laici di Dario Fo, e lo fa anche chi lo osanna ipocritamente dopo averlo osteggiato in vita (è stato lo stesso figlio Jacopo a osservarlo), c’è chi invece continua a recitare fuori dal coro, ricordando anche una parte più “oscura” di un personaggio controverso che -come ha detto il ministro Franceschini- “di schiaffi ne ha dati e ne ha presi”. E’ il pescarese Ennio Di Francesco, alto funzionario di Polizia negli anni di piombo, che riapre le pagine del suo libro “Un commissario”, nel quale ripercorre i giorni bui che seguirono la morte di Pinelli e quel clima di odio fomentato in certi ambienti anche culturali verso la Polizia ed in particolare il commissario Calabresi. In quelle settimane Dario Fo mise in scena uno spettacolo satirico (Morte accidentale di un anarchico, ndr) che rappresentò, ha detto Di Francesco “un linciaggio morale nei confronti di Luigi Calabresi, accusato sostanzialmente di aver gettato l’anarchico Pinelli dalla finestra della Questura. Dario Fo, secondo il mio giudizio, è stato un grandissimo artista, ma anche con una forte carica di cinismo e di cattiveria. Da credente io sono certo che da qualche parte, adesso, i due si stiano incontrando. E che magari Dario Fo abbia avuto il sentimento di chiedere scusa a Calabresi”.