Italia Nostra e WWF bocciano la richiesta avanzata dal Commissario del Consorzio Piomba-Fino di ampliamento della discarica di Atri a Santa Lucia.
“È inaccettabile” -affermano le due associazioni” far crescere a dismisura una discarica che si trova a poche centinaia di metri da un Sito di Interesse Comunitario, istituito dall’Unione Europea su richiesta della Regione Abruzzo per le straordinarie valenze naturalistiche e paesaggistiche, al cui interno è ricompresa una Riserva naturale regionale. Ed è ancora più inaccettabile se si considera che i precedenti moduli della discarica ancora oggi, a distanza di anni dalla loro chiusura, presentano numerosi problemi ambientali e sanitari che sono stati evidenziati dalla stessa Regione Abruzzo, da ultimo in una nota del Servizio regionale “Gestione dei Rifiuti” in risposta alla locale Sezione di Italia Nostra. È estremamente grave che si registrino ancora problemi di questo genere se si considera che, per giustificare il precedente ampliamento della discarica, fu affermato dai proponenti che le ulteriori entrate derivanti dal conferimento dei rifiuti nel secondo modulo sarebbero state utilizzate a mettere in totale sicurezza il vecchio sito”.
“Il raggiungimento dei limiti di conferimento, che oggi viene utilizzato per giustificare il terzo modulo, è poi conseguenza del fatto che, contrariamente a quanto annunciato al momento del secondo ampliamento, la discarica di Contrada Santa Lucia” -spiegano le due associazioni- “non è stata utilizzata per i rifiuti provenienti dai comuni consorziati, ma addirittura per collocare rifiuti provenienti da fuori regione. Da ultimo non si può fare a meno di notare che un Consorzio commissariato, che si sarebbe dovuto sciogliere da anni per confluire in un ente di gestione unico regionale o al più in uno provinciale, non si sta attenendo alla sola ordinaria amministrazione, ma continua a ingessare il territorio con scelte che avranno conseguenze per molti anni a venire”.
Italia Nostra e WWF chiedono che “si apra un confronto sulla gestione delle discariche esistenti e sulle scelte per il futuro, evitando di procedere attraverso forzature nei confronti di un territorio che da decenni ha svolto responsabilmente un ruolo determinante per il ciclo dei rifiuti di tutta la provincia e che ora merita di essere rispettato e ascoltato”.