Duplice femminicidio Ortona: ieri sera una veglia per Letizia e Laura, uccise giovedì scorso dalla furia omicida di Francesco Marfisi. Oggi l’autopsia sul corpo di Letizia, uccisa da 20 coltellate.
Una veglia per Letizia Primiterra e Laura Pezzella a quasi una settimana dal duplice femminicidio che ha scosso la comunità cittadina di Ortona, facendo scrivere un’altra triste pagina di cronaca nera: a organizzarla la parrocchia di San Giuseppe.
VIDEO: LA VEGLIA PER LE DUE VITTIME A ORTONA
height=315Intanto resta in carcere Francesco Marfisi, l’autore del duplice femmincidio che nella sua furia omicida ha travolto moglie e amica, accecato da quello che lui stesso reputava il disonore di una separazione non voluta e di un’amicizia considerata troppo stretta tra le due donne. Sul corpo di Laura l’uomo si è accanito con cinquanta coltellate, di cui quattro hanno colpito mortalmente cuore e polmoni, così come stabilito dall’autopsia effettuata ieri dal medico legale Pietro Falco.
LA MOGLIE UCCISA DA 20 COLTELLATE – È stata colpita da una ventina di coltellate, tutte concentrate nella zona toracica, la metà delle quali a livello cardiaco, Letizia Primiterra. Lo ha rivelato l’autopsia effettuata oggi a Chieti dal dottor Pietro Falco, responsabile della Medicina Legale dell’Asl di Chieti. L’esame, iniziato alle 7 di questa mattina, si è concluso alle 14. Le coltellate hanno provocato lacerazioni a livello cardiaco e polmonare, inoltre sulla donna sono state riscontrate lesioni da difesa ad una mano. Nel corso dell’autopsia, i cui risultati definitivi si conosceranno almeno fra 60 giorni, sono stati effettuati prelievi di liquidi e materiale biologico per l’esame del Dna.
RETI ANTIVIOLENZA: “NON VANNO DELEGITTIMATE”- “Non delegittimiamo le reti antiviolenza”: è l’appello di Gemma Andreini, presidente della commissione pari opportunità della Regione Abruzzo, preoccupata della possibile diffusione del pregiudizio sull’inefficacia delle strutture preposte ad aiutare le donne, vittime di violenza di genere. Letizia Primiterra aveva infatti chiesto aiuto, rivolgendosi alle forze dell’ordine e a un centro antiviolenza, ma Francesco Marfisi ha agito prima che giungessero i soccorsi.
“Come commissione pari opportunità ci siamo rivolti alla senatrice Chiavaroli, sottosegretario alla giustizia, affinché possano essere messe in campo azioni concrete come la creazione di centri di accoglienza per i maltrattanti e perché strumenti come il braccialetto elettronico vengano messi in funzione e diventino deterrenti per chi fosse intenzionato a delinquere”, ha dichiarato Gemma Andreini.
LE RIFLESSIONI DELLA PRESIDENTE CPO (VIDEO)
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