Anche per le prossime regionali in Abruzzo in arrivo sui social e sui siti “fake”, i sondaggi politici “bidone”. Ecco dove trovare quelli autentici delle società demoscopiche.
Oltre a ricevere le più o meno gradite telefonate delle società demoscopiche per i sondaggi sull’ormai imminente voto del 20 febbraio prossimo, in questi giorni di campagna elettorale gli abruzzesi sono sommersi, come avvenuto nelle più recenti consultazioni, anche da messaggi sui social (in alcuni casi spudoratamente promozionali) di siti che annunciano di voler realizzare o di aver realizzato sondaggi politici ed elettorali, ma che perseguono il principale scopo di incuriosire e generare dei click (e in alcuni casi anche di indirizzare l’emotività del navigatore-elettore su spinta di gruppi politici o di candidati), giocando sulla ambiguità del termine “sondaggio”.
Come distinguere questi sondaggi-fake da quelli reali? In apparenza sembra un terreno solo per i più “scafati” della rete. Trattandosi dell’argomento politico-elettorale, in realtà, è davvero elementare.
I sondaggi politico-elettorali hanno infatti un regime di legge completamente diverso da tutti gli altri sondaggi. Ad esempio è vietato diffonderli con ogni mezzo nei quindici giorni antecedenti al voto.
Ma i sondaggi elettorali da diffondere al pubblico devono essere obbligatoriamente pubblicati anche su un sito governativo, quello del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri (www.sondaggipoliticoelettorali.it).
All’interno del sito, cliccando nel sottomenù “sondaggi” sulla sinistra, sono pubblicati, assieme ai risultati, anche il committente, la metodologia impiegata, e soprattutto la società demoscopica che lo ha realizzato: in Italia si contano al massimo sulle dita di due mani quelle che svolgono sondaggi politico-elettorali con metodi attendibili (Tra queste figura ad esempio Demopolis che ha realizzato nelle scorse settimane il più recente sondaggio sugli orientamenti degli abruzzesi, assieme a Rete8.it e il Centro.it).
Il consiglio che possiamo dare noi giornalisti, insomma, è sempre quello di usare il nostro stesso metodo: verificare sul succitato sito della Presidenza del Consiglio www.sondaggipoliticoelettorali.it prima di prendere per oro colato improbabili sondaggi su siti chiaramente promozionali, soprattutto se non attinenti testate giornalistiche oppure se privi di indicazione del committente e della società demoscopica, obbligatoria per legge (Articolo 8 della legge sulla par condicio – clicca qui).