Riprese stamani le votazioni per eleggere il nuovo rettore dell’U d’A. Ecco perché è probabile una seconda fumata nera.
AGGIORNAMENTO SCRUTINIO VOTAZIONI DELLE 20.30:
Totale voti docenti e ricercatori a tempo indeterminato:
Capasso 27
Caputi 126
Fusero 69
Rea 73
Stuppia 183
Trinchese 106
Totale voti ricercatori a tempo determinato:
Capasso 0
Caputi 7
Fusero 6
Rea 4
Stuppia 7
Trinchese 5
SEGUONO AGGIORNAMENTI
Dopo la prima di ieri sera, gli osservatori prevedono anche per oggi una seconda fumata nera nelle elezioni del nuovo rettore dell’Università D’Annunzio. I seggi, dalle 8,30 alle 19, si sono riaperti per i 1043 “grandi elettori”, termine che rende l’idea della procedura abbastanza simile a quella per l’elezione del Capo dello Stato. Votazioni che si ripetono ogni giorno, almeno per i primi tre turni. Soltanto che -a differenza del Quirinale- per essere eletti serve già ora il 50% più un voto, traguardo difficile da raggiungere in una competizione con sei candidati. Nel persistere delle fumate nere venerdì sarà la giornata del ballottaggio tra i due più votati.
Nel primo scrutinio di ieri, è stata alta l’affluenza con 957 votanti sui 1043 aventi diritto. Sommando i voti ponderati di tutte le categorie, questa la graduatoria ufficiale: Stuppia 192, Caputi 117, Trinchese 113, Fusero 105, Rea 98 e Capasso 77. Tutti ben lontani dal quorum, e dunque il secondo tentativo è già scattato stamani.
I RETROSCENA- Dal punto di vista politico, nonostante il primato provvisorio di Stuppia, l’esito è stato accolto con soddisfazione molto più dai suoi avversari che dai suoi sostenitori. Il perché di questo apparente paradosso è legato allo svolgimento della campagna elettorale, tutta basata sulla contrapposizione tra “il vecchio” da un lato, e la rottura con le logiche della gestione Di Ilio Del Vecchio, che ha accomunato tutti gli altri cinque candidati. Secondo questa lettura, pertanto, una elezione di Stuppia sarebbe stata possibile solo facendo “il pieno” al primo scrutinio, nel quale invece il quorum è apparso lontano dalla sua portata. Campo aperto dunque per gli accordi tra gli altri candidati. Arriveranno senza dubbio, ma gli osservatori lo ritengono difficile sin dalla seconda votazione, quella di oggi. Non adesso, perché gli altri candidati sono ancora troppo vicini tra di loro quanto a numero delle preferenze per sottoporsi ad un immediato passo indietro. Approcci e trattative si susseguono, ora dopo ora, anche a urne aperte, richiamando -oltre a quella del voto per il Quirinale- anche l’immagine di un conclave. Nel quale -salvo colpi di scena- la fumata di stasera dovrebbe essere ancora nera.
Il servizio del Tg8:
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