Falso attentato a Bonanni. Il Tribunale di Chieti condanna i due imputati, ma non riconosce il fine eversivo del gesto.
Il Tribunale di Chieti presieduto da Geremia Spiniello ha condannato oggi Davide Nunziato, 33enne, di Francavilla a 4 anni e 8 mesi per procurato allarme e detenzione di armi, ma non ha riconosciuto l’aggravante dell’eversione dell’ordine democratico che gli era inizialmente contestato dalla Procura Distrettuale Antimafia. A suo carico la PM Antonietta Picardi aveva chiesto una condanna a 6 anni. Più pesante la pena comminata a Donato Colasante, 22 anni di Guardiagrele: 8 anni e 6 mesi, in quanto si sono aggiunti anche i reati di estorsione e induzione alla prostituzione. Per lui l’accusa aveva chiesto 12 anni.
La notte del 21 marzo del 2014, una chiamata anonima da una cabina segnalò a Francavilla al Mare un ordigno piazzato accanto al cancello dell’abitazione dell’ex segretario della CISL Raffaele Bonanni: venne lasciata una busta di plastica contenente bulloni di ferro avvolti con carta stagnola, dalla quale fuoriusciva un filo elettrico. Sul posto intervenne la Squadra Antisabotaggio dei Carabinieri. Gli artificieri rilevarono che non era un ordigno esplosivo, ma una “simulazione di ordigno, nella busta non c’era polvere pirica”. Fu una intuizione a far individuare Nunziato come l’autore della telefonata: la registrazione della chiamata al 112 fu fatta ascoltare ad un appuntato, Cristian Paoloemilio, che in passato aveva indagato proprio su Nunziato per questioni di armi. Presso il Ris di Roma venne eseguita una comparazione fra due voci sia con l’analisi linguistica che quella strumentale.