Un nuovo progetto di captazione delle acque del fiume Sangro nel territorio comunale di Alfedena torna a minacciare lo stato di salute di uno dei corsi d’acqua più importanti d’Abruzzo: l’allarme lanciato dal Wwf.
Il nuovo progetto per la captazione di acqua (1500 – 3000 l/sec) a fini idroelettrici è stato presentato dalla Tecnobuilding di Eboli per un tratto del corso d’acqua nel territorio comunale di Alfedena.
Le osservazioni presentate dal Wwf in opposizione al progetto sono relative a una serie di ragioni. In primo luogo perché arrecherebbe un danno ambientale notevole in un tratto rimasto sostanzialmente naturale e poco più a monte della deleteria canalizzazione del fiume, realizzata negli anni ’80 del secolo scorso (con una conseguente accresciuta condizione di rischio idraulico presso i centri abitati e un significativo aumento del degrado ambientale lungo l’asta fluviale). Il progetto contrasterebbe pertanto gli sforzi volti a ottenere la rinaturalizzazione dell’alveo e la mitigazione del rischio idrologico di inondazione nel tratto precedentemente danneggiato.
Inoltre se l’impianto di captazione proposto venisse realizzato, i danni si aggiungerebbero alla presenza della diga di Barrea e alla sottrazione sull’affluente Rio Torto (acqua non restituita al Sangro ma al fiume Volturno) con conseguenze disastrose: l’alveo del Sangro rischierebbe di restare completamente a secco per circa due chilometri, pregiudicando in forma grave l’ambiente fluviale a valle del punto di captazione per le ulteriori e dannose variazioni di portata.
Il presidente del Wwf Abruzzo montano, Walter Delle Coste, ricorda che: “La Regione Abruzzo deve perseguire il raggiungimento degli obbiettivi imposti dalla direttiva 60/2000 CE acque e previsti anche dal piano tutela delle acque della Regione stessa: come potrebbe un simile impattante intervento conformarsi al perseguimento dell’obiettivo di qualità buono, nel rispetto del principio di non deterioramento previsto all’art. 4 della direttiva stessa? Mi sembra importante sottolineare che oggi è un dato scientifico acclarato il fatto che la riduzione della portata pregiudica, tra l’altro, anche il potere di auto-depurazione dei fiumi. È doveroso opporsi a questo ennesimo assalto alle risorse idriche e il Wwf è necessariamente contrario, come già nel recente incontro del 28 giugno scorso presso il comitato VIA per l’annosa vicenda della centrale idroelettrica sul fiume Giovenco”.
Luciano Di Tizio, delegato per l’Abruzzo del Wwf Italia, aggiunge che: “Nel fiume Sangro è da tempo accertata la presenza della Lontra europea (Lutra lutra), rigorosamente protetta dalla normativa internazionale e nazionale. Ci sono inoltre pesci, anfibi e rettili tutelati come specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, e una preziosa colonia di Vespertilio di Daubenton (Myotis daubentonii), un chirottero estremamente importante per il controllo delle zanzare: volando a pelo d’acqua ne cattura di circa 5000 per notte!”.
Captare 1500/3000 litri al secondo di acqua e restituirli due chilometri più a valle metterebbe a rischio l’ecosistema del fiume stesso. Anche per questo il Wwf, esprimendo la propria contrarietà all’impianto, ha chiesto che il progetto venga rigettato per i danni ambientali che comporterebbe o, quantomeno, che venga sottoposto a una rigorosa fase di valutazione di impatto ambientale (VIA) e a ogni altro possibile esame preliminare, volto a scongiurare eventuali possibili gravi danni al territorio e ai suoi abitanti.