Nonostante il clima rigido e l’acquazzone la musica non si ferma. Quasi 600 musicisti e migliaia di spettatori coinvolti nella domenica del Jazz a L’Aquila.
Grande successo anche per l’edizione 2018 del “Jazz italiano per le terre del sisma”, che ieri -domenica 2 settembre- all’Aquila ha chiuso il programma delle quattro tappe di musica e solidarietà a favore delle popolazioni colpite dai terremoti nel centro Italia.
La prossima edizione della maratona jazz, però, cambierà pelle. Non sarà più la Federazione nazionale del jazz (il nuovo soggetto di tutela degli interessi culturali del sistema del jazz italiano presieduta dal grande jazzista Paolo Fresu), fondato a febbraio sulla spinta dell’evento del “Jazz italiano per L’Aquila” a organizzare le future edizioni della kermesse nata per i territori colpiti dal terremoto. Già a partire dall’anno prossimo, infatti, l’organizzazione del grande evento che per quattro anni ha portato centinaia di musicisti a suonare in una maratona di solidarietà per le strade, le piazze e i cortili dei palazzi del centro storico dell’Aquila e dei Comuni del centro Italia colpiti dai sismi degli ultimi anni, passerà nelle mani della città dell’Aquila.
Non un modo per smarcarsi – precisa Fresu, che dell’evento è il direttore artistico – ma è arrivato il momento per la città di muoversi con le proprie gambe.
La Federazione dei jazzisti non lascerà sola la città a organizzare l’evento, che anche in seguito alla firma di un protocollo con il Comune diventerà un festival fisso, istituzionalizzato.
Un bilancio straordinario quello di quest’anno – ha detto Fresu – siamo riusciti a garantire tutti i concerti nonostante sia stata una giornata di pioggia, con un pubblico straordinario rimasto fino alla fine, 570 musicisti, oltre 80 concerti, 4 Comuni coinvolti: un’esperienza cresciuta nel tempo, ma ora, che è diventata grande, come noi siamo diventati grandi grazie all’Aquila, e da questo anno regaleremo questa esperienza alla città, che sarà la depositaria del Jazz italiano per le terre colpite dal sisma, il centro nevralgico, dove noi non chiuderemo la porta ma saremo presenti con la Federazione del jazz italiano che è nata grazie all’Aquila. Stasera siamo felici di chiudere questo ciclo di 4 anni con questa esperienza che chiude un cerchio ma ne apre un altro. L’anno prossimo si continuerà con la stessa energia, sarà un festival donato alla città che lo farà suo, ma noi saremo presenti, cureremo la direzione artistica, cureremo alcuni aspetti del festival, gestito dalla Federazione del jazz come sempre fatto, ma passerà “nelle mani” della città perché noi crediamo che dopo 4 anni questa “semina” possa essere raccolta finalmente e possa diventare esperienza nuova e duratura per la città che ne sarà depositaria. L’Aquila dovrà muoversi con le sue gambe, ma noi saremo dietro a lei, accompagnandola, per suggerire, garantire e affiancare in una serie di passaggi per aiutare questa esperienza a crescere ancora e a moltiplicarsi. Sarà per noi prezioso il suo apporto e sarà un segno tangibile di ricostruzione. Ricostruire non significa soltanto costurire una casa ma ridarla alle persone: ecco, per noi questi 4 anni sono stati la “ricostruzione”, e oggi vogliamo restituire questa casa alle persone, ai suoi abitanti: gli aquilani che continueranno ad abitarla nel tempo.
Fresu ha salutato L’Aquila soddisfatto della riuscita dell’evento, che nonostante la pioggia ha visto partecipare migliaia di persone all’Aquila (per i concerti della giornata finale) ma anche negli altri Comuni coinvolti: Camerino (in provincia di Macerata), Scheggino (a Perugia) e Amatrice (a Rieti). Circa 200mila euro l’importo totale per organizzare la maratona Jazz, di cui il 90% stanziati dal ministero per la Cultura, il restante dalla Siae. Felicissima di esibirsi nella sua L’Aquila anche Simona Molinari:
Questa città mi ha dato tanto – ha detto – una città che è andata avanti grazie alle persone che dalle macerie stanno ricostruendo una città stupenda.
Qualche slittamento di orario, ma si sono tutti regolarmente svolti, nel capoluogo, gli 80 concerti in programma nelle 20 location al chiuso o comunque riparate dalla pioggia, che pure non è mancata nel pomeriggio, insieme al gran freddo. Tra gli eventi più attesi, proprio il concerto di Simona Molinari nella sua città, nella cornice del restaurato palazzo dell’Emiciclo. Sul palco complessivamente 570 musicisti che hanno risposto all’appello di Mibac, Siae e Comune dell’Aquila e varie associazioni con in testa la Federazione nazionale “Il jazz italiano” di Paolo Fresu, direttore artistico.