Al via l’iter dei provvedimenti disciplinari a carico dei furbetti al Comune di Sulmona. Con la legge Madia rischiano il licenziamento in tronco. Ma anche chi li dovrebbe giudicare è indagato.
In attesa degli sviluppi giudiziari dello scandalo dei dipendenti “furbetti del cartellino” al Comune di Sulmona, parte la macchina disciplinare interna alla Pubblica Amministrazione. Il primo atto è stata una lettera indirizzata al segretario comunale dall’Ispettorato per la funzione pubblica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in cui si intende conoscere quali iniziative l’amministrazione comunale stia intraprendendo nei confronti dei responsabili della “persistente e diffusa situazione di assenteismo e violazione dei doveri d’ufficio”. L’Ispettorato ha anche ricordato che se i singoli episodi di falsa attestazione sono avvenuti dopo l’entrata in vigore della riforma Madia, per l’azione disciplinare i termini sono perentori (va contestata subito) e la sanzione espressamente prevista è il licenziamento.
Si tratterebbe, se la tempistica delle violazioni è successiva all’entrata in vigore della riforma, della sua prima concreta applicazione. Su Sulmona sono dunque accesi i riflettori dell’attenzione nazionale. Anche per questa ragione, fa sapere la sindaca Annamaria Casini, sarà avviato un trasparente e inflessibile meccanismo disciplinare, con il già imminente reinsediamento della commissione comunale. Ma siccome anche nella commissione disciplinare ci sono degli indagati, servirà un commissario esterno unico: controllerà… i controllori che non controllavano.