Alle battute conclusive oggi presso il tribunale di Teramo il maxi processo “Castrum” su mazzette e appalti al Comune di Giulianova.
In corso da stamani le arringhe delle difese e- a seguire- assai probabilmente in giornata, dopo la camera di consiglio sarà pronunciata la sentenza del collegio presieduto dal giudice Franco Tetto. Dopo una lunghissima requisitoria in cui si sono alternati i due pm titolari dell’inchiesta, Andrea De Feis e Luca Sciarretta, le richieste di condanna per i dodici imputati del maxi processo Castrum sono state pesantissime: complessivamente 51 anni di reclusione.
A tratteggiare le linee di quello che è stato definito «uno schema solido e illecito» un’accusa che imputazione dopo imputazione ha teso a dimostrare il ruolo centrale di Maria Angela Mastropietro, la dirigente al Comune di Giulianova (ora sospesa) che avrebbe guidato «una gestione clientelare dell’ufficio tecnico». Fondamentali sono state le intercettazioni telefoniche durate due anni, che hanno riguardato proprio la dirigente. I dodici sono finiti a processo a vario titolo per reati che vanno dalla corruzione, tentata concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, falsità in atti pubblici in materia di edilizia e urbanistica.
Le richieste di condanna avanzate dai pm nel primo grado di giudizio: 7 anni e 10 mesi per Maria Angela Mastropietro; 7 anni e 8 mesi per Stefano Di Filippo; 6 anni e 2 mesi per ciascuno dei fratelli Scarafoni, Andrea e Massimiliano; 4 anni e 2 mesi per Carmine Zippilli; 4 anni e 2 mesi per Nello Di Giacinto; 4 anni e 8 mesi per Filippo Di Giambattista, detto Fifì; 4 anni e un mese per Sergio Antonilli, collaboratore di Di Filippo; un anno e 10 mesi per Guerino Di Saverio, tecnico progettista; 4 anni e 4 mesi per Ennio Di Saverio; 3 mesi e 8mila euro di ammenda per Ida Scarponi, e infine, la richiesta di ritenere responsabile di illecito amministrativo la società Scarafoni srl con sanzione pecuniaria di 64mila euro e il divieto di contrattare per cinque anni con gli enti pubblici. A costituirsi parte civile sono stati anche il Comune di Giulianova e la Asl di Teramo, i cui appalti sono finiti al centro dalla maxi-indagine.
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