Senza sosta e in corsa contro il tempo le ricerche delle persone disperse sotto la valanga che ha travolto l’Hotel Rigopiano a Farindola. Tutti gli aggiornamenti di venerdì 20 gennaio.
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ORE 11 – LA PROCURA FA ACQUISIRE DOCUMENTI IN PROVINCIA – In queste ore i carabinieri forestali di Pescara sono in Provincia per acquisire tutti i documenti che possono interessare le indagini della Procura di Pescara in merito alla tragedia dell’Hotel Rigopiano. Si tratta dell’acquisizione di tutte le carte relative ai piani di emergenza e soccorso dell’area Vestina, da Penne verso la montagna, predisposte e attuate dalla Provincia. Richieste, movimenti, organizzazione di spalaneve, turbine, richieste di soccorso e quanto riguarda la viabilità di quella zona. Il tutto è alla luce degli allerta meteo e valanghe che hanno interessato i giorni scorsi l’intera regione Abruzzo. Le acquisizioni in Provincia servono per fare chiarezza sull’operato del settore, precedentemente all’istituzione del Coc di Penne e successivamente alla collaborazione con questo.
ORE 9,50 – SI SPERA NELLE SACCHE D’ARIA – Le ricerche dei dispersi dopo la slavina all’hotel Rigopiano proseguono senza sosta, anche se con il passare delle ore le speranze di trovare qualcuno vivo diminuiscono. “In teoria anche in queste condizioni meteo molto difficili, se si sono create delle ‘sacche’ di aria dove ripararsi nell’albergo spazzato via, potrebbero sopravvivere 2 forse 3 giorni, ma é difficile – ha detto Walter Milan del Soccorso alpino nazionale -. Oggi inizieremo a usare anche mezzi meccanici per scavare, supportati dai vigili del fuoco, ma sempre con attenzione alle persone sepolte là sotto”. La difficoltà nel fare previsioni è data dal caso eccezionale di una valanga con una così grande quantità di detriti, essendosi combinata con un terremoto. Per i soccorritori c’è il rischio di nuove valanghe. “Tra poco un elicottero si alzerà in volo per monitorare la zona – ancora Milan -, la strada è pericolosa e potrebbero staccarsi anche micro-slavine”. Il soccorso alpino oggi è al lavoro con 50 uomini e le unità cinofile, ha riferito Milan.
ORE 9,15 – RIPRESE LE RICERCHE A PIENO REGIME – Con le prime luci dell’alba sono riprese a pieno regime le operazioni di soccorso dei dispersi dell’hotel Rigopiano, a Farindola, intrappolati sotto la frana che ha travolto il resort alle pendici del Gran Sasso. Dopo essere andate avanti per tutta la notte, seppure con numeri ridotti per il venir meno delle condizioni di sicurezza degli stessi soccorritori, da questa mattina uomini e mezzi dell’imponente macchina dei soccorsi si sono rimessi subito in moto per scavare sotto le macerie dell’hotel, con l’ausilio di mezzi aerei, in volo per controllare i rischi di altri movimenti di neve. Mentre le ruspe continuano a scavare verso il luogo del disastro, per aprire totalmente la nuova via di comunicazione al resort. Sul posto anche squadre del soccorso alpino giunte da Piemonte, Lombardia e Veneto.
ORE 9 – SOCCORSO ALPINO: I CANI FIUTANO, MA TERRENO SOTTO 4.5 METRI DI NEVE – “Da ieri sera stiamo lavorando in condizioni difficili nella ricerca di superstiti nella zona dell’Hotel Rigopiano. I cani spesso fiutano odori ma dobbiamo scavare per oltre 4, 5 metri prima di arrivare al terreno”. E’ il racconto di Matteo Gasparini, responsabile del Soccorso alpino della Valdossola che da ieri è impegnato a all’ Hotel Rigopiano travolto da una valanga di neve. Con i tecnici della delegazione Valdossola anche quelli di Canavese, Cuneo, Mondovì, Valsusa, Valsangone. Le squadre sono partite ieri dopo che dal Coordinamento Nazionale della Protezione Civile aveva chiesto rinforzi. Cinque automezzi sono partiti stamattina alle ore 5 con l’obiettivo di dare il cambio agli operatori del CNSAS del Centro Italia.
ORE 8 – VICEMINISTRO BUBBICO A PENNE – La situazione è molto difficile, ma vogliamo ancora coltivare la speranza di trovare qualcuno vivo. In altre situazioni analoghe in passato è successo, anche dopo molte ore”. Lo ha detto il viceministro degli Interni Filippo Bubbico a Penne, quartiere generale logistico dei soccorsi a pochi chilometri dall’albergo Rigopiano, dove oltre 20 persone sono ancora disperse. Bubbico partecipa a una riunione con i responsabili dei soccorritori, tra cui vigili del fuoco, protezione civile, esercito e soccorso alpino. Sulle polemiche per il ritardo fatale nell’evacuazione degli ospiti dell’albergo, Bubbico ha detto “non ho abbastanza elementi per poter dare un giudizio, non mi pare la priorità adesso”.
RIEPILOGO ORE 6– Si scava, con cautela e tenacia, ma finora nessun segno di vita e’ salito in superficie. Anche se resta fermo a tre al momento il numero ufficiale di vittime in seguito alla slavina che si e’ abbattuta mercoledi’ pomeriggio sull’hotel Rigopiano, in territorio di Farindola, alle pendici del Gran Sasso d’Italia. E resta incerto, ovvero non ufficializzato, il numero di dispersi tra dipendenti e clienti, numero che pero’ sarebbe purtroppo tra i 25 e i 30. E’ stata una slavina devastante, che ha pressoche’ sepolto gran parte della struttura, facendosi anche strada all’interno dei vari ambienti che la costituivano, e poi spazzato via quello che trovava sulla sua strada, cosi’ come aveva gia’ fatto con un fronte ampio di alberi che era a monte dell’albergo. Anzi, quell’ammasso di tronchi e’ stato il di piu’ che ha portato distruzione e lutti perche’ l’onda d’urto e’ stata ancor piu’ forte. Un evento-killer innescato probabilmente dalle 4 scosse sismiche di magnitudo tra 5,1 e 5,4 della mattina di mercoledi’ con epicentro l’area dell’Aquilano ma fortemente avvertite in questo versante della regione abruzzese dove il rischio valanghe era gia’ classificato 4 (su una scala di 5) a causa dei grandi apporti di neve per diversi giorni di seguito. Una slavina che ha inoltre provocato una sorta di ‘traslazione’ dell’edificio, vale a dire lo ha spostato di una decina di metri in avanti, e non e’ escluso che alcuni dei dispersi siano stati travolti e trascinati fuori dal perimetro dell’edificio. Non a caso le ricerche dei vigili del fuoco con le squadre specializzate in questo tipo di attivita’ ed anche quelle condotte dai componenti del Soccorso alpino e speleologico riguardano anche la zona estera all’hotel, cioe’ il fronte in pendenza della valanga nevosa.
LA PREGHIERA DEL VESCOVO VALENTINETTI
«Prego e chiedo preghiere per le vittime della slavina, per i loro famigliari, per i dispersi, per i soccorritori, per i volontari e per tutti quelli che si prodigano ad aiutare chi, in questo momento, è in difficoltà». Sono queste le parole di monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, mentre segue con ansia e dolore gli aggiornamenti sull’hotel di Farindola, nel territorio della diocesi, e, insieme alla Caritas, continua a mettersi in ascolto delle esigenze della sua gente ancora attanagliata in casa dalla neve e dalla mancanza di elettricità, per l’attivazione di reti di solidarietà.
È un messaggio di speranza quello che l’arcivescovo vuole lanciare, poggiato sull’esperienza di tanti che nella difficoltà riescono a leggere anche segni positivi: «Avere speranza – conclude monsignor Valentinetti – vuol dire saper porgere lo sguardo sulle situazioni positive – seppur minori delle disgrazie – che si realizzano anche nei momenti più bui. È solo un esempio, ma possono aiutarci le parole di un parroco, bloccato in paese con la sua gente, che rispondeva al nostro tentativo di metterci in contatto con lui, così: “Metri di neve e al quarto giorno senza energia elettrica. I telefoni funzionano solo per brevi tratti. Ai tanti disagi, però, corrisponde tantissima solidarietà”. Questa esperienza che penso sia un po’ di tutti, ci dia forza e coraggio».