“La Repubblica” rivela un elemento dell’inchiesta sul presunto abuso edilizio nella ristrutturazione dell’Hotel: “Prodotto al Comune di Farindola un elaborato tecnico con foto non corrispondenti”
C’è anche il filone dell’abuso edilizio e del falso tra i vari aperti nella inchiesta sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano. Gli spunti di indagine emersi dalla perizia dei consulenti dei PM, e dalle investigazioni dei carabinieri forestali convergono, secondo l’ipotesi accusatoria, nel dover contestare ai tecnici ed amministratori del Comune di Farindola indagati, oltre che ai titolari della struttura ricettiva, la violazione diverse norme nell’autorizzare, realizzare e ristrutturare l’immobile
In particolare il quotidiano “La Repubblica”, nell’edizione di oggi in edicola rivela, in un articolo di Fabio Tonacci, un altro elemento segnalato nell’informativa dei carabinieri forestali che porta a contestare il falso al titolare della struttura e al tecnico redigente il progetto.
Nel 2015 – spiegano gli investigatori- viene elaborato un progetto per il Comune di Farindola in cui si dichiaravano di voler sanare precedenti abusi, in particolare nella parte delle tettoie che si asserivano ancora aperte e per le quali si chiedeva la trasformazione in verande. Ma, scrivono i carabinieri forestali: “Anziché allegare le foto reali del dicembre 2015, periodo in cui i locali erano chiusi da vetrate e fruiti dagli ospiti dell’Hotel, si allegano fraudolentemente delle foto scattate al termine della posa in opera in cui appaiono aperte”.
Quella relazione indusse poi il Comune a rilasciare il permesso di costruire nell’agosto 2016, l’ultima estate dell’ Hotel Rigopiano.
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