Inchiesta Regione Abruzzo, 13 indagati su più filoni

Inquirenti e investigatori studiano le carte sequestrate nelle perquisizioni dell’inchiesta sulla Regione Abruzzo in cui è indagato il presidente Luciano D’Alfonso assieme a altre 12 persone. Sono almeno tre i filoni di indagine.

Dopo le perquisizioni di ieri, quella di oggi nella Procura de L’Aquila è la giornata in cui il Pm Antonietta Picardi (nella foto) e gli investigatori di Carabinieri e Polizia stanno facendo il punto sul materiale acquisito negli uffici della Regione nel capoluogo e a Pescara, e nelle abitazioni di alcuni degli indagati negli almeno tre filoni di indagine aperti sugli appalti in Abruzzo. Le ipotesi di reato sulle quali si indaga, a vario titolo almeno tredici persone sono quelle di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Delle tre inchieste l’unica che si riferisce alla ricostruzione post-terremoto non vede tra gli indagati il presidente della Regione Luciano D’Alfonso: si tratta della gara d’appalto da 13 milioni per Palazzo Centi, sede storica della Giunta regionale d’Abruzzo. Qui gli indagati sono gli appartenenti alla commissione, e si ipotizza il tentativo di favorire la ditta che è arrivata terza nella gara. La commessa, dopo un lungo iter, è stata aggiudicata alla Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia che ha operato un ribasso del 35%.

Gli altri filoni, quelli in cui è coinvolto D’Alfonso, sono relativi –secondo quanto si è appreso- a lavori preventivati ma non ancora assegnati per l’Ater di Pescara e a interventi previsti dal Masterplan in valpescara per la realizzazione del Parco tematico del Lavino. In una nota il governatore aveva parlato anche di una richiesta di proroga delle indagini relativa alla città di Penne: qui si tratterebbe di una vicenda legata alla cessione di un ex plesso scolastico.

Gli indagati sono collaboratori interni ed esterni alla Regione, professionisti e imprenditori. Tra i nomi più in vista dell’intera inchiesta ci sono Claudio Ruffini, ex presidente della Provincia di Teramo, Virgilio Basile, amministratore unico dell’Ater di Pesscara, e Gianluca Marcantonio, componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, e di recente entrato a far parte del comitato scientifico del commissario per la ricostruzione Vasco Errani.

Il presidente D’Alfonso si è detto “totalmente estraneo alle vicende” auspicando “una loro rapidissima definizione” e sottolineando la fiducia nella magistratura. Il vicepresidente Giovanni Lolli ha aggiunto “Le tre inchieste non riguardano il vertice politico, sono convinto che per la commissione di gara di Palazzo Centi e per i due appalti di Penne e Pescara, sia stato fatto un buon lavoro, salvo quanto accerterà la magistratura nella quale abbiamo molta fiducia”. Intanto il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Domenico Pettinari ha annunciato una interrogazione urgente per chiedere a D’Alfonso di riferire in aula sugli appalti regionali al centro delle indagini.

VIDEO D’ALFONSO: SONO TRANQUILLO

M5S e NCD: “NON VOGLIAMO STRUMENTALIZZARE LE INCHIESTE”

“E’ davvero un brutto momento per l’Abruzzo, colpito duramente dalle calamità naturali ed anche dalla triste perdita di tante vite umane. Colpito, ancora una volta, da inchieste giudiziarie che stavolta indicano il centrosinistra ed addirittura il vertice della Regione come responsabili di fatti penalmente rilevanti. Naturalmente, per parte nostra, ci asteniamo dagli improvvidi e strumentali commenti che alcuni esponenti del Pd in passato ci hanno rivolto quando inchieste poi sgonfiatesi e finite nel dimenticatoio avevano investito la nostra parte politica”. E’ quanto dichiarano in una nota i Consiglieri regionali di Forza Italia e Ncd che aggiungono: “Desideriamo segnare in tal modo, ancora una volta, la nostra diversità rispetto al centrosinistra e ci limitiamo a dire che confidiamo in un accertamento veloce delle circostanze, che possa far conoscere in maniera oggettiva e trasparente, al popolo abruzzese, i fatti oggetto di verifica giudiziaria. Falsi moralismi ed invettive hanno prodotto questa stagione di centrosinistra in Abruzzo, sulla quale, per parte nostra, possiamo esprimere solo un giudizio politico: litigi e personalismi, metodi opachi ed arroganti, stanno conducendo in un pantano una Regione lenta, complicata, difficile, che non risolve i problemi del presente e non offre prospettive serie e credibili per il futuro degli abruzzesi. Un governo regionale che non risolve i problemi dei cittadini, dei giovani, di chi ha perso il lavoro e di chi non lo trova, di chi ha bisogno di protezione sociale o di un’istruzione migliore. Un governo di centrosinistra che in 3 anni ha offerto tanti, troppi spot, e poche, pochissime opportunità”.

IL SERVIZIO DEL TG8:

https://www.youtube.com/watch?v=YfBW4-TvcGs

 

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.