Due italiani armati entrano in un centro migranti a Sulmona: ferito un nigeriano. Indagini della polizia per rintracciare gli autori del raid.
Due italiani sono entrati armati la scorsa notte in un centro che ospita migranti a Sulmona. Secondo le testimonianze brandivano un coltello e una pistola presumibilmente scacciacani. Nel caos che ne è seguito, un nigeriano ospite ha riportato una ferita da arma da taglio medicata, con alcuni punti, al pronto soccorso dell’ospedale, da cui è stato poi dimesso. Indagini da parte della polizia per rintracciare gli aggressori. L’episodio è accaduto intorno alle 23. Gli ospiti della struttura hanno chiesto aiuto, richiamando l’attenzione dei residenti della zona che raccontano di aver avvertito a lungo urla e caos. Ora sull’episodio indaga la squadra anticrimine del Commissariato di Polizia che sarebbe già sulle tracce degli aggressori che avrebbero ferito il migrante.
“L’episodio è a dir poco disdicevole”, ha commentato il presidente dell’Asp – Casa Santa Annunziata, Armando Valeri. “Si tratta comunque di un episodio isolato, per quanto brutto. Un’aggressione improvvisa e inaspettata, per fortuna senza gravi conseguenze, messa in atto da due persone già note alle forze dell’ordine, di cui una senza fissa dimora. Stiamo pensando a una probabile querela nei confronti dei due balordi che si sono introdotti abusivamente nella nostra struttura, compiendo un grave gesto di intimidazione”.
La struttura è stata inaugurata agli inizi del 2016 e accreditata attraverso un bando dalla Prefettura di L’Aquila per 36 ospiti. Attualmente ne sono presenti 27.
“Sono venuti qui con una pistola chiedendo di parlare con Alì, il responsabile di noi migranti di Sulmona. Ci hanno ordinato di entrare e inginocchiarci. Non era facile sottrarsi ai loro ordini, con una pistola puntata in faccia e la paura di essere uccisi”. E’ il racconto del rifugiato 23enne originario del Gambia ferito nel corso dell’aggressione avvenuta a Sulmona, nel centro di accoglienza dell’Asp Casa Santa dell’Annunziata. “Sono stati momenti tremendi e per evitare di morire sono stato pronto ad afferrare le braccia facendogli cadere di mano sia la pistola sia il coltello. Il suo amico è stato pronto a raccogliere il coltello ferendomi a un fianco. Potevamo anche reagire pesantemente, 27 contro due non avrebbero avuto scampo. Non lo abbiamo fatto per evitare conseguenze più gravi per tutti”.
Proseguono, intanto, gli interrogatori della Polizia per risalire a dinamica e movente dell’aggressione, episodio che presenta ancora alcune zone d’ombra. Sono stati recuperati la pistola, risultata una scacciacani, e il coltello. I due giovani ritenuti autori dell’irruzione e del ferimento del giovane potrebbero essere denunciati per lesioni aggravate e detenzione e porto abusivo d’arma.
Di seguito l’intervista al Dirigente della Squadra Mobile della Questura de L’Aquila Tommaso Niglio.