Origine cannibale per Via Lattea: ha ingoiato un’altra galassia. Ricostruito in uno studio cui ha ha preso parte anche l’Osservatorio Astronomico Abruzzese, il “pasto” di 10 miliardi di anni fa.
La Via Lattea è nata con un atto di cannibalismo nei confronti di una galassia vicina con una massa pari a un quarto della sua, avvenuto circa 10 miliardi di anni fa. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy e basato sulla datazione delle stelle della nostra galassia ricostruita dal satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Lo studio, coordinato da Carme Gallart, dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie e dell’Università spagnola di La Laguna, parla anche italiano grazie agli autori Santi Cassisi, dell’Osservatorio astronomico dell’Abruzzo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e della sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), e Matteo Monelli, collega di Gallart alle Canarie. Gli astrofisici hanno ricostruito, grazie anche a simulazioni, la distribuzione dell’età delle stelle nell’alone centrale della Via Lattea. Hanno così scoperto che “la maggior parte delle stelle più vicine al Sole ha un’età inferiore a 10 miliardi di anni fa”, hanno spiegato. Come se fosse un’età limite. “Il momento – hanno ipotizzato gli esperti – in cui la galassia progenitrice della Via Lattea si è fusa con una delle sue compagne di allora, denominata Gaia-Enceladus. Le stelle più rosse, quelle con un più alto contenuto di metalli, invece – hanno concluso – sono più vecchie del momento della fusione”. Lanciato nel 2013, il satellite europeo Gaia, al quale l’Italia partecipa con l’Inaf e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), è impegnato a disegnare la più precisa mappa in 3D dell’universo intorno alla Via Lattea, e ha finora rilevato la posizione di circa 1,7 miliardi di stelle. Secondo Gaia, la Via Lattea è nata ingoiando una galassia vicina e, a sua volta, è destinata a fondersi con Andromeda e Triangolo, galassie distanti rispettivamente 2,5 e 3 milioni di anni luce.
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