Nei giorni scorsi si è tenuta una partecipata presentazione del volume “La lezione dell’Abruzzo” (ed. Textus) con i testi (anche in inglese) di Franco Farinelli e le fotografie di Luciano D’Angelo.
L’ultima produzione della casa editrice aquilana analizza il nodo geografico – ma anche culturale e storico – rappresentato dall’Appennino abruzzese nella storia del nostro Paese, sia che si consideri l’Italia dall’alto verso il basso, sia da occidente verso oriente o viceversa, considerato «il centro che separa e insieme unisce le due parti, il giunto che con la propria stabilità e il proprio carattere massivo e al tempo stesso sintetico e inclusivo garantisce la distinzione e la possibilità di dinamica articolazione, di movimento dunque, tra le differenti parti o sezioni».
Franco Farinelli, geografo, ha insegnato presso le università di Los Angeles (UCLA), Ginevra, Berkeley e Parigi (alla Sorbona e all’École Normale Supérieure), è stato direttore del dipartimento di Filosofia e comunicazione dell’Università di Bologna e presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani. È autore di numerose opere, fra le ultime L’invenzione della Terra (Sellerio) e La crisi della ragione cartografica (Einaudi).
Luciano D’Angelo, fotografo, è autore di numerosi servizi e reportage di viaggio pubblicati dalle più importanti riviste italiane e internazionali (Mondadori Editore, Condè Nast, Touring Club Italiano, National Geographic Italia). Particolarmente sensibile agli aspetti naturalistici e culturali, le sue fotografie hanno raccontato popoli, contesti e paesi di vari continenti e sono confluite in numerose mostre personali e pubblicazioni, fra queste ultime Amazigh: Berberi del Marocco, Srebrenica. Ne Zaboravi, Algeria, anima mediterranea, L’altro Abruzzo.