Una 33enne italovenezuelana, incinta, è stata insultata da un uomo mentre era in fila alla Asl de L’Aquila per le analisi del sangue: sei straniera, tornatene a casa.
Di padre aquilano e con doppio passaporto, la donna, in fuga dal Venezuela per la grave crisi politico-economica in cui versa il paese sudamericano, si è rifugiata a L’Aquila, dove vive al Progetto Case. Al terzo mese di gravidanza, la trentatreenne era in fila alla Asl per pagare il ticket e prenotare le analisi del sangue, quando un utente in attesa, dopo essersi avvicinato, ha iniziato a parlare male degli stranieri e a dire alla donna di tornarsene a casa.
Sentendosi isolata e insultata, senza nessuno a prendere le sue difese (un ragazzo si sarebbe anzi unito alle lamentele dell’uomo), la donna ha abbandonato la sala d’attesa. Prima però ha raccontato di aver sporto denuncia a un uomo che ha detto di essere un poliziotto e che le ha chiesto il numero di telefono per ricontattarla, salvo poi sparire nel nulla.
“Pago le tasse come tutti”, ha dichiarato la donna. “Pago regolarmente l’affitto per risiedere al Progetto case, ma ora ho paura di girare in città, perché se parlo la gente riconosce che sono straniera”.