L’Aquila: dopo il sisma meno fiocchi azzurri. Uno studio condotto dal reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale de L’Aquila, diretto dal professor Gaspare Carta, ha dimostrato che lo stress del terremoto sul feto ha cambiato il rapporto numerico tra i sessi, portando a meno nascite maschili.
Lo studio, pubblicato sulla testata internazionale ‘The scientific world journal’, ha acceso l’attenzione della comunità medica, inserendosi nel solco di analoghe indagini effettuate su eventi catastrofici come il terremoto di Kobe (Giappone, 1995) e l’11 settembre. Stando a quanto rilevato, a nove mesi dalla scossa, i fiocchi azzurri sono scesi dal canonico 1,5% allo 0,62%, riducendosi di quasi un terzo e contrastando il normale rapporto numerico tra i sessi, che nella specie umana alla nascita è lievemente favorevole ai maschi.
L’indagine, che ha comparato i dati dei parti prima e dopo il sisma fino al 2012, ha rilevato che, subito dopo il terremoto, quasi il 73% del campione di donne interpellate, decise di interrompere la contraccezione per assecondare un forte desiderio di maternità, interpretato come un investimento sul futuro per metabolizzare il trauma e confermato dal crescente incremento di natalità, registrato dopo la scossa: 874 nati nel 2010, 1.010 nell’anno successivo e 1.042 nel 2012.
Questa sintomatica riduzione dei fiocchi azzurri nell’immediato post-sisma, generalmente favorevole ai maschi, è tornata gradualmente alla normalità negli anni successivi e ha permesso di giungere a una certezza: lo stress si ripercuote molto più sul feto ‘maschio’ che, in barba agli stereotipi, diventa il sesso debole.
Si tratta di un risultato di notevole interesse scientifico, raggiunto dopo alcuni anni di ricerca e corredato da minuziose analisi e rigorosi riscontri statistici. L’indagine è firmata dallo stesso Carta e dalla professoressa Angela D’Alfonso che, all’interno del reparto di ginecologia dell’ospedale San Salvatore, dirige il Pelvic center, servizio unico in Abruzzo per la cura di malattie uro-genitali femminili.
“Lo studio dimostra che gli eventi stressanti hanno un effetto negativo sulla gravidanza e tendono a colpire soprattutto la progenie maschile”, affermano Carta e D’Alfonso. “L’approfondimento dei dati raccolti negli anni successivi al sisma ha fatto emergere che la sex ratio tornava ai valori consueti man mano che si ci allontanava dalla data del 6 aprile 2009. La pianificazione della gravidanza”, hanno infine commentato gli autori della ricerca, “è diventa una strategia per superare lo stress: era insomma necessario investire in progetti futuri e reinterpretare positivamente l’evento negativo per accettare e metabolizzare il trauma”.