Diventa sempre più drammatica la situazione lavorativa dei call center dell’Aquila, vertenze nuove che si aggiungono a vertenze vecchie mai davvero risolte, come quelle di Globe Network e di E-Care.
Per i lavoratori del call center Globe Network, nato all’indomani del sisma per portare – nella volontà dell’operatore telefonico H3g, respiro a una città in crisi economica dopo la tragedia – nulla di fatto dall’incontro al ministero dello Sviluppo economico da cui si sperava potesse uscire una risposta, o una soluzione all’ingarbugliata vicenda che vede l’operatore telefonico intenzionato a togliere la sua commessa al Globe Network. E l’amministratore di quest’ultimo, Francesco Cisco, portare l’H3g in tribunale. In mezzo alle battaglie legali e agli interessi di mercato ci sono loro, i 234 lavoratori, tutti piuttosto giovani, che nel giro di poche settimane hanno visto stravolgere le loro certezze. Sindacati e ministero non sono riusciti a trovare una soluzione alla vertenza, resa ancora più lontana dalla continua latitanza dei vertici dell’H3g ai tavoli di concertazione, nonostante avesse più volte dichiarato di non voler abbandonare il territorio aquilano. Di fronte a nulla di fatto al ministero, Globe Network non può che rispondere con gli imminenti licenziamenti: i 234 dipendenti verranno licenziati già da lunedì 25 luglio, dopo alcune settimane di ferie forzate.
“Una grave condizione di perdita di posti di lavoro”, denunciano non solo i sindacati, ma anche larga parte della politica mobilitata per salvare il salvabile, e un tam tam dei cittadini nato spontaneamente sui social network a difesa dei posti di lavoro. Non tranquillizza nemmeno la notizia della prossima apertura di un altro call center di H3G in centro storico all’Aquila, nella sede prima occupata dal centro di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, perché ancora non sono chiare le modalità in cui dovrebbe avvenire. Secondo indiscrezioni, i posti messi a disposizione nel nuovo call center sono 160, ma nessuno dovrebbe restare fuori come inizialmente ritenuto, in quanto di dovrebbe lavorare su turni da lunedì a domenica.
Si fa sempre più difficile, però, anche la situazione del call center E-Care di Monticchio, dove su un totale di 416 lavoratori, la società ha chiesto la cassa integrazione per 12 mesi per 26 di loro.