A L’Aquila, nel vecchio Istituto Da Vinci chiusi altri locali. Interviene con una lettera aperta la FLC CGIL. Riceviamo e pubblichiamo:
La recente ordinanza del sindaco di L’Aquila sulla chiusura dei locali adibiti all’amministrazione, alla presidenza e al lavoro del personale docente e ATA dei Laboratori è sicuramente un atto dovuto, ma sta dimostrando ancora una volta la superficialità e l’approssimazione con cui vengono affrontati i problemi della scuola. Mi chiedo se i responsabili dell’amministrazione pubblica, eletti e non, abbiano la minima percezione di cosa comporta per un istituto professionale con tre indirizzi (alberghiero, manutentori e odontotecnici) l’impossibilità di utilizzare i laboratori. Gli studenti e le studentesse si sono iscritti a un istituto professionale, dove lavorano ottimi docenti che riescono a formare “cittadini” e ad insegnare “le professioni” utilizzando gli attuali laboratori e praticando ormai da anni l’alternanza scuola-lavoro tanto sbandierata dai fautori della legge 107 sulla “buona scuola”. I problemi che riguardano la comunità scolastica dell’Istituto “L. da Vinci” non possono e non debbono essere affrontati come se si trattasse di un normale edificio, non si può agire con mentalità da burocrate, non si può fare un’ordinanza che chiude i laboratori e rimanda a una messa in sicurezza che dovrà essere realizzata da altri, in un futuro non definito nei tempi e nelle modalità. Peggio, non si possono avere decisori politici, magari convinti della bontà di dover demolire l’edificio che ha causato la chiusura dei laboratori, e poi delegare e dipendere da burocrati che rimandano a futuri tavoli tecnici, visto l’esempio del “palazzo del benzinaio”, dove ci sono voluti ben sette anni per arrivare alla decisione definitiva. Se le decisioni sulla messa in sicurezza della citata palazzina all’Istituto da Vinci non saranno prese in tempi rapidissimi, e magari come noi auspichiamo si decida per la demolizione, visto che la prima messa in sicurezza è durata solo sette anni, si corre il rischio di compromettere il diritto allo studio di studenti e studentesse e il posto di lavoro per circa 200 docenti e ATA dell’istituto, che a causa delle probabili mancate iscrizioni agli indirizzi professionali, per il prossimo anno scolastico si vedranno costretti a migrare verso altre istituzioni scolastiche della provincia o della regione. Ricordo a tutti che questo è il periodo dell’anno scolastico determinante per le decisioni degli studenti e dei genitori sulla scelta dell’istituto di istruzione della secondaria superiore, e se i tempi dei dirigenti e dei decisori politici diventano biblici saranno loro i veri responsabili della “agonia” di un istituto di eccellenza per la città e per l’intera Regione Abruzzo. “Non è possibile – ha sottolineato il ministro Del Rio – che ci siano tali ritardi nella ricostruzione delle scuole, non ci sto, è una battaglia da fare e da vincere insieme”» … e intanto si continua a fare cultura nei MUSP, che dovevano essere provvisori, per i ragazzi dell’istituto da Vinci, del Liceo Musicale, e per migliaia di bambini delle direzioni didattiche e degli istituti comprensivi. Pur volendo pensare che il nuovo decreto del governo possa accelerare la ricostruzione degli edifici pubblici e in particolare l’edilizia scolastica, chiediamo di investire risorse, velocizzare tutto l’iter burocratico e dare la priorità assoluta all’edilizia scolastica rimasta ferma dal 2009. Certo non staremo a guardare e utilizzeremo tutti gli strumenti sindacali per la difesa e tutela dei posti di lavoro del personale della scuola, a partire dall’assemblea sindacale di tutte le scuole nel comune dell’Aquila che terremo mercoledì 16 novembre, con la presenza della segretaria nazionale Anna Maria Santoro.
Pino Belmonte, segretario generale Flc-Cgil L’Aquila