Il tribunale amministrativo regionale respinge il ricorso dell’ex rettore dell’università di L’Aquila, Ferdinando Di Orio, in merito alla sospensione per cinque anni dall’insegnamento di storia della medicina.
Il provvedimento di sospensione era stato adottato dall’ateneo e firmato dalla rettrice, Paola Inverardi, in seguito alla condanna del tribunale di Roma, lo scorso 25 gennaio, a 3 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici per avere indotto, nell’esercizio delle sue funzioni di capo dell’ateneo, il professor Sergio Tiberti, suo collega, a consegnargli denaro non dovuto.
L’udienza di merito è stata fissata dai giudici amministrativi il prossimo 23 novembre. Lo scorso 13 luglio il Tar ha respinto l’istanza presentata dai legali di Di Orio dopo aver “ritenuto che non sussistono gli estremi per disporre la chiesta misura cautelare, tenuto conto peraltro che la causa sarà discussa nel merito alla seconda udienza del mese di novembre”.
Sono ben due i ricorsi curati dal nuovo staff legale di Di Orio, e in particolare uno dall’avvocato Antonio Valentini l’altro dalla legale Silvia Catalucci, contro le decisioni della rettrice Paola Inverardi. Il primo ricorso chiede l’annullamento del decreto numero 4584 del 15 febbraio firmato dalla Inverardi in un clima di imbarazzo e polemiche, dopo vari approfondimenti con le istituzioni competenti, che ha disposto lo stop all’insegnamento per Di Orio sulla base di una disposizione della cosiddetta “legge Severino” sull’anticorruzione, anche in seguito a un parere dell’avvocatura dello Stato. Il secondo mira ad annullare il verbale del collegio di disciplina accademico, notificato a Di Orio il 7 aprile: un documento che, su indicazione della Inverardi, ha condiviso “la proposta della rettrice di sospendere il procedimento disciplinare” nei confronti di Di Orio, “in attesa della formazione del giudicato penale”, insomma fino a sentenza definitiva.
Altri due processi vedono Di Orio al banco degli imputati: uno a L’Aquila, per abuso d’ufficio sui maxi affitti per il ricollocamento temporaneo delle sedi universitarie dopo il terremoto del 6 aprile 2009, e l’altro a Rieti, pure per abuso d’ufficio aggravato nell’ambito della compravendita di un campo di calcio sul quale realizzare un’abitazione.