Urla dei sostenitori della Lioce nell’udienza del processo a L’Aquila a carico della neobrigatista. Il giudice fa sgomberare l’aula.
Nadia Desdemona Lioce, la neobrigatista rossa che sta scontando l’ergastolo alle Costarelle per gli omicidi Biagi e D’Antona, è processata in questi giorni a L’Aquila per disturbo della quiete all’interno dell’istituto penitenziario: ripetutamente avrebbe battuto una bottiglia di plastica sulle sbarre della sua cella provocando forti rumori. In un primo momento l’udienza di ieri era stata fissata a porte chiuse, ma per placare le proteste dei sostenitori dell’imputata, il magistrato onorario Quirino Cervellini aveva dato la possibilità di assistere al pubblico, con l’imputata collegata in videoconferenza. Una decisione che non ha placato però le proteste di alcuni, che durante l’udienza hanno iniziato ad urlare frasi contro il 41-bis. A quel punto il giudice onorario ha fatto sgomberare l’aula, minacciando l’invio degli atti in Procura per interruzione di pubblico servizio. Tensioni, al deflusso dei manifestanti anche con i cronisti: ad uno di essi i sostenitori dell’imputata hanno impedito di scattare una foto, ed hanno tentato di sottrarre il taccuino ad un giornalista de “Il Centro”. Per la cronaca, l’udienza è stata rinviata per l’assenza di un testimone.