Il ministero dell’Economia ha pubblicato il rapporto sull’adozione in Italia delle zone franche urbane. L’Aquila è apripista con oltre 4.270 imprese
Sono più di 4.270 le imprese ammesse nella misura cosiddetta della zona franca urbana dell’Aquila (concessa dal ministero dello sviluppo economico nel 2012) per un importo complessivo di quasi 87 milioni di euro.
Risorse che sono servite per due scopi: sostenere le imprese danneggiate dal sisma nel centro storico e consentire nuove aperture di aziende con al massimo 10 dipendenti per dare un impulso al territorio aquilano colpito dal terremoto.
I dati sono descritti nel rapporto sullo stato dell’arte dell’attuazione della misura in tutt’Italia, pubblicato dal ministero dello Sviluppo economico, che mette nero su bianco i risultati della Zfu, che è stata finanziata tramite Cipe.
Il Mef sottolinea nel report che tale misura è stata istituita per la prima volta in Italia proprio all’Aquila. A spiegare nel dettaglio i risultati del documento ministeriale è il consigliere comunale di “L’Aquila città aperta” Giorgio De Matteis uno dei principali sostenitori della necessità d’istituire la zona franca urbana in un territorio distrutto non solo materialmente, ma anche dal punto di vista sociale e del tessuto economico. L’Aquila, secondo il Mef, è anche la città che meglio delle altre ha saputo far “fruttare” questa misura. Per De Matteis, proprio alla luce dei buoni risultati ottenuti nell’ambito del settore delle piccole imprese aquilane, la politica locale deve chiedere al governo il rifinanziamento di questa misura: “Il presidente della Regione Luciano D’Alfonso se ne assuma la responsabilità e faccia questo importante passo concreto”, ha detto.
La zona franca urbana dell’Aquila, si legge, infine, nel documento, ha fatto da apripista per tutte le altre in Italia.
Il servizio del Tg8: