Legnini, CSM: “Epocale la circolare per le Procure”. Riforma attesa da oltre un decennio.
“E’ una svolta epocale perché è un provvedimento atteso da dieci anni, da quando fu riformato l’ordinamento giudiziario”. Così il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, all’Università D’Annunzio di Pescara, a margine del convegno ‘Dialoghi sul futuro, costruire fiducia’, rispondendo a una domanda sull’approvazione della circolare sull’organizzazione delle procure. “I tentativi che si sono susseguiti nel corso degli anni non hanno avuto buon esito perché si tratta di materia complessa, delicata, nella quale lo spazio di normazione secondaria del Csm era ristretto – ha proseguito Legnini – Siamo riusciti a comporre un quadro di regole chiare, semplici, per fare in modo che tutte le procure italiane, pur nella loro specificità e nelle loro diverse dimensioni, possano dotarsi di modelli organizzativi capaci di rendere le proprie attività più efficaci e più trasparenti”.
IL CONTENUTO DELLA CIRCOLARE – Regole di funzionamento più chiare per “prevenire situazioni incerte e conflittuali”. Dopo tre anni di lavoro e cento audizioni di magistrati, dai procuratori generali ai sostituti procuratori,e a dieci anni dalla riforma dell’ordinamento giudiziario che ha ridisegnato in senso gerarchico gli uffici requirenti, il Csm ha varato la circolare sull’organizzazione delle procure. I procuratori potranno indicare criteri di priorità nella trattazione dei procedimenti, ma dovranno far partecipare tutti i magistrati dell’ufficio alla stesura del progetto organizzativo, su cui si esprimerà anche il Csm. E anche negli uffici requirenti, così come è già stato statuito per i tribunali, dovrà essere assicurato il benessere organizzativo, cioè condizioni di lavoro favorevoli.
PROGETTO ORGANIZZATIVO – Gli obiettivi generali dovranno essere quelli di assicurare la ragionevole durata dei procedimenti e il corretto, puntuale e uniforme esercizio dell’azione penale, nel rispetto dell’indipendenza dei magistrati dell’ufficio. I procuratori potranno indicare le priorità nella trattazione dei procedimenti, anche tenendo conto della specifica realtà criminale e territoriale, e determinare i criteri a cui i magistrati dell’ufficio devono attenersi nell’impiego della polizia giudiziaria, nell’uso delle risorse tecnologiche e finanziarie. Obbligatorio specificare i criteri di assegnazione delle indagini ai singoli magistrati e ai pool, che devono comunque assicurare l’equa e funzionale distribuzione dei carichi di lavoro. Piano e modifiche dovranno essere redatti con la partecipazione di tutti i magistrati, che potranno proporre le loro osservazioni. Anche i consigli giudiziari esprimeranno il loro parere e rilievi potranno essere mossi dal Csm.
VISTO DEL PROCURATORE – Per le misure cautelari il visto è obbligatorio per legge; ma se il procuratore individuerà altre categorie di atti che i sostituti dovranno sottoporgli preventivamente prima di firmarli, in questi casi il visto avrà solo un valore conoscitivo. E in caso di contrasto tra il capo e il sostituto è obbligatorio tentare la ricerca di una soluzione condivisa.
POTERE DI VIGILANZA DEI PG – Il Csm lo circoscrive: servirà a promuovere soluzioni organizzative e interpretative omogenee nel distretto di Corte d’appello ma non potrà tradursi in un coordinamento investigativo, se non nei casi previsti dalla legge.
BENESSERE ORGANIZZATIVO – Vengono estese anche alle procure le disposizioni, già in vigore nei tribunali, che prevedono “effettiva tutela della genitorialità e delle esigenze familiari dei magistrati”. Il tutto nella consapevolezza che “condizioni di lavoro favorevoli contribuiscono a determinare maggiore efficienza”.