Nuove opportunità per le aziende abruzzesi che operano nel settore della moda e dell’agroalimentare si profilano in Corea del sud.
La prima missione economica in Corea del sud risale al 2013, quando undici aziende abruzzesi hanno impostato importanti trattative d’affari con degli operatori coreani. Alla luce dei successi ottenuti, il Centro Estero Abruzzo ha nuovamente proposto al mondo imprenditoriale abruzzese la formula degli incontri B2B, attraverso una missione economica a Seoul. Dal 12 al 16 giugno le aziende operanti nei settori agroalimentare e moda potranno incontrare individualmente diversi operatori, selezionati sulla base di profili aziendali inviati nei mesi scorsi a Seoul, anche grazie alla collaborazione con la camera di commercio Italiana per la Corea, coordinata da Roberto Martorana.
Dal canto suo il centro estero Abruzzo si impegnerà ad abbattere i costi organizzativi e a offrire assistenza in loco agli operatori impegnati in seminari di approfondimento sul mercato coreano e in uno scouting delle principali realtà nella distribuzione commerciale di Seoul.
“La Corea del Sud, 13esima economia mondiale, quarta in Asia – ricorda il presidente del Centro Estero Abruzzo, Daniele Becci – con i suoi 50 milioni di abitanti, un Pil in crescita e un accordo di libero scambio con l’Unione Europea, si attesta tra i principali mercati di interesse nei settori dell’agroalimentare e dell’abbigliamento. Questi dati incoraggiano a proseguire il piano pluriennale di supporto alle imprese abruzzesi in Corea del Sud avviato dal Centro Estero nel 2013, in un quadro più ampio di promozione internazionale nel continente asiatico che vede come ulteriori obiettivi anche il Giappone e la Cina, facendo ‘scalo’ nel medio Oriente con Emirati Arabi Uniti e Iran”.
In costante crescita dal 2009 nella Corea del sud, anche il mercato della moda, che nei prossimi cinque anni dovrebbe continuare a crescere annualmente del 7%, con un valore stimato di circa 26 miliardi di euro alla fine del 2019. Per quanto riguarda l’Italia, l’accordo di libero scambio tra Ue e Corea, operativo dal 2011, ha garantito l’eliminazione immediata del dazio del 13% per la maggior parte dei prodotti del settore della moda, favorendo la crescita negli scambi tra i due paesi. L’Italia occupa posizioni di rilievo posizionandosi al quinto posto (dopo Cina, Vietnam, Indonesia e Birmania) per quanto concerne le vendite di abbigliamento, con un valore di 419,9 milioni di dollari statunitensi nel 2014 e quota del 5,01% e al secondo posto per quanto riguarda gli accessori (dopo la Cina) per un valore di 563,3 milioni di dollari statunitensi nel 2014 e quota del 27,6%.
Sul fronte dell’agroalimentare, i dati annuali più recenti, confermano che l’importazione dall’Italia è in continua crescita dal 2008, tanto che nei primi dieci mesi del 2015 si è registrata una crescita dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2014. L’import coreano dei prodotti dell’agroalimentare italiano è dovuto in primo luogo alla crescita esponenziale del numero di ristoranti italiani, che supera ormai le 800 unità; a ciò si aggiunga la continua proliferazione di winebars, coffee shops e chioschi e la motivazione psicologica della filosofia di vita dello star bene, che ben si sposa con la riconosciuta qualità dei prodotti del nostro paese.