Confermate le sensazioni più fosche sul futuro della Honeywell di Atessa. La proprietà della multinazionale ha comunicato al ministro Calenda la chiusura dello stabilimento con 420 lavoratori. Commenti e reazioni.
Rabbia e rassegnazione sotto la pioggia stamani tra i lavoratori della Honeywell di Atessa, alla conferma delle non ottimistiche previsioni sull’esito dell’incontro tra il ministro Antonio Calenda e i vertici della multinazionale. E’ stata infatti ufficializzata al governo e alle parti sociali la volontà di chiudere lo stabilimento di Atessa, in Val di Sangro, che occupa 420 lavoratori, e da’ vita anche ad un considerevole indotto nel settore dell’automotive. I sindacati hanno comunicato la fumata nera ai lavoratori -in sciopero da settimane- attraverso un SMS. In serata si terrà un’assemblea che si preannuncia assai difficile per tutti.
LE REAZIONI: Carlo Calenda (Mise): “Chiusura decisione grave, garantiamo il sostegno”. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, “ha ricevuto ieri come previsto i vertici della Honeywell ed ha rinnovato la disponibilità piena del governo a sostenere programmi di investimento in innovazione e ricerca per mantenere l’attività produttiva nello stabilimento di Atessa. I vertici di Honeywell hanno ritenuto di non accogliere la proposta avanzata dal Ministro e hanno comunicato la decisione di cessare l’attività. Si tratta di una decisione estremamente grave e, in accordo con le organizzazioni sindacali e le istituzioni territoriali, il ministero continuerà a seguire la vicenda con l’obiettivo di trovare soluzioni che possano garantire gli attuali livelli occupazionali. Già nei prossimi giorni verrà convocato al Mise un tavolo con tutti i soggetti coinvolti”.
Melilla (MDP): “Inaccettabile”. Gianni Melilla, capogruppo MDP commissione Bilancio Camera dei Deputati scrive in una nota: “La comunicazione odierna della Honeywell al Ministero e alle parti sociali, di chiudere a breve il sito industriale di Atessa, lasciando solo un piccolo segmento lavorativo, è inaccettabile. 420 lavoratori vedono svanire il loro lavoro e la serenità delle loro famiglie. Una intera area dell’Abruzzo, la val di Sangro, subirà i contraccolpi generali di questa caduta di reddito e consumi. L’economia abruzzese subisce un colpo duro. Ma quello che mi preme evidenziare è adesso il dramma umano che vivono gli operai di questa fabbrica già duramente provati da 2 mesi ininterrotti di sciopero. I sindacati, la Regione Abruzzo e il Governo Italiano devono a questo punto concordare una strategia per contrastare questa scelta di delocalizzazione della Honeywell che negli anni passati ha avuto dallo Stato italiano tanti incentivi e aiuti. Non si può non restare indignati da questa testimonianza di egoismo e ingratitudine imprenditoriale. Oggi tornerò a parlare di questa vertenza alla Camera dei Deputati”.
La Fim- Cisl: “Comportamento indecente”. “Dopo oltre due mesi di sciopero durante i quali la direzione aziendale di Honeywell non ha avuto neanche la decenza di incontrare il sindacato e i lavoratori per comunicargli le proprie intenzioni, questa mattina all’indomani dell’incontro tra azienda e ministero dello Sviluppo economico, il nuovo ad ha comunicato la chiusura dello stabilimento per il secondo trimestre 2018 del sito abruzzese”. E’ quanto dichiara il segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli chiedendo “un immediato intervento del governo e l’apertura di un tavolo di confronto presso il Mise”. Spiega il sindacalista: “E’ un epilogo inaccettabile in un quadro in cui peraltro lo stabilimento aveva sempre raggiunto elevati standard di produttività e le istituzioni italiane avevano dimostrato disponibilità a sostenere con investimenti il rilancio produttivo del sito. E conclude: “L’irresponsabilità e il mancato rispetto del sindacato e delle istituzioni italiane non può passare senza una forte reazione delle istituzioni italiane”.
Enrico di Giuseppantonio (Udc): “Non lasciare soli gli operai”. “Ora non si lasci da soli i lavoratori della Honeywell”. È quanto afferma il segretario regionale dell’Udc e sindaco di Fossacesia (Chieti), Enrico Di Giuseppantonio, appresa la notizia della chiusura dello stabilimento di Atessa (Chieti). “La chiusura della Honeywell è una notizia di una gravità assoluta – dice Di Giuseppantonio – anche in veste di sindaco di Fossacesia. Oggi è una giornata triste per l’Abruzzo intero. Il mio primo pensiero va ai lavoratori e alle loro famiglie. Lavoratori che, negli anni, hanno fatto grande questa azienda e che ora si sono visti chiudere la porta in faccia. Questo è inaccettabile – aggiunge – non possiamo non reagire e per questo chiederò l’intervento dei nostri rappresentanti alla Camera e in Senato. Alla Regione, rivolgo l’appello perché ci si attivi immediatamente per non lasciare da soli i 420 dipendenti. L’Udc è pronta a fare la sua parte”.
Mario Pupillo, presidente provincia Chieti: “Una catastrofe sociale”. “L’annuncio da parte della Honeywell della chiusura dello stabilimento di Atessa, a partire dalla prossima primavera, è una catastrofe sociale, economica e industriale per l’Abruzzo, la Provincia di Chieti e l’intero comprensorio Frentano”. E’ quanto ha dichiarato Mario Pupillo, sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti, poche ore dopo la comunicazione fatta dall’azienda ai sindacati in un incontro informale al Castel di Septe, a Mozzagrogna(Chieti). “La chiusura della Honeywell è una notizia che non avremmo mai voluto ricevere – aggiunge Pupillo – soprattutto dopo le ripetute occasioni di incontro con l’azienda e il management, di cui si ricorderà la sordità a qualsiasi proposta di dialogo con i rappresentanti dei 420 lavoratori e con le istituzioni governative, sia centrali che locali, interessatesi direttamente alla vertenza. I 60 giorni di sciopero continuo, una lotta nel segno della solidarietà che ha visto stringersi un intero territorio intorno al coraggio e alla determinazione dei lavoratori, meritavano ben altro finale che l’incomprensibile decisione unilaterale dell’azienda di chiudere uno dei migliori stabilimenti al mondo del gruppo. Tutti, a partire dalla politica e dal Governo nazionale, dobbiamo farci carico del presente e del futuro di ogni singola persona che paga le conseguenze di questa infausta scelta, che colpisce al cuore il motore produttivo dell’intero Abruzzo. Questo pomeriggio in qualità di sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti parteciperò all’assemblea convocata dai lavoratori alle ore 18 nella sala polifunzionale di Atessa”.
Stefania Pezzopane, senatrice Pd: “Il Gioverno insista per difendere l’occupazione”. “L’annunciata chiusura dello stabilimento Honeywell di Atessa è un altro duro colpo all’occupazione abruzzese. L’interruzione drammatica della vertenza che lascia a casa 420 lavoratori rappresenta un danno insopportabile per un territorio già fortemente colpito dalla crisi economica”, ha dichiarato la senatrice del Pd, Stefania Pezzopane, annunciando su questo un’interrogazione al ministro Calenda. “Chiediamo al Governo e al ministro Calenda di insistere con gli sforzi già avviati per portare la multinazionale Honeywell a riconsiderare una decisione così amara per l’economia del territorio che rischia di avere delle gravi ripercussioni sui redditi e sui consumi, nonostante il lavoro prezioso fatto dal vicepresidente della Regione Lolli, a cui chiediamo di continuare la battaglia per difendere i diritti dei lavoratori. Ai lavoratori della Honeywell va tutta la nostra solidarietà e la conferma del nostro impegno concreto per riaprire una vertenza che salvaguardi la presenza occupazionale in Abruzzo”.
L’Azienda Honeywell parla di ” una decisione difficile”
In una nota dell’azienda diffusa nel pomeriggio si legge che la “Honeywell ha comunicato alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali l’intenzione di ristrutturare il proprio stabilimento Honeywell Garrett Italia s.r.l. di Atessa (Abruzzo), operativo nella produzione di turbocompressori, nel corso del secondo trimestre del 2018. L’azienda ha preso questa difficile decisione a seguito di un’approfondita analisi dello stabilimento, che da diversi anni si trova ad affrontare problemi di sovracapacità e di competitività a causa del declino dei motori diesel e della crescente concorrenza internazionale. L’azienda sarà disponibile fin da subito ad avviare il dialogo con i rappresentanti dei lavoratori, per individuare le soluzioni migliori che possano minimizzare l’impatto su tutte le persone coinvolte”.
Buongiorno, quello che mi fa rabbia è che si piange sul latte versato, ad iniziare dai politici che fanno le passerelle, ma quando si inizierà a creare occupazione? Non vorrei che si creasse un altro caso simile al consorzio Mario Negri, e no bisogna avere il coraggio di uscire da certi schemi e prendere il largo.