Sembrano perdere quota le ipotesi più inquietanti nelle indagini sul giallo di Padre Luciano Ciciarelli, il missionario scomparso a Medjugorje di origini abruzzesi.
Tra gli investigatori bosniaci che indagano sul caso, sembra farsi sempre più prevalente l’ipotesi di una disgrazia. A un mese esatto da quel 2 agosto in cui del sacerdote si sono perse le tracce, le squadre di soccorso continuano a battere le zone impervie circostanti la “Collina delle apparizioni”. Padre Ciciarelli aveva con se, al momento della scomparsa il suo telefono cellulare, che ha squillato a vuoto per quattro giorni fino al 7 agosto, quando si è esaurita la batteria. Purtroppo le ricerche non sono iniziate immediatamente, altrimenti la localizzazione sarebbe stata possibile.
Anche la persona con la quale aveva appuntamento per la domenica pomeriggio, un pellegrino peruviano ha confermato di averlo cercato invano sul cellulare, squillato a vuoto, il giorno della scomparsa.
La zona interessata dalle ricerche è sempre più estesa, e le squadre provenienti da Mostar stanno utilizzando anche i cani molecolari. Ad un mese dalla scomparsa di Padre Luciano, inizia a prevalere un clima di rassegnazione, anche se non si è spento l’impulso alla ricerca della soluzione del giallo, qualunque essa sia. Ma anche gli stessi missionari monfortiani non paiono alimentare l’ipotesi del rapimento proprio per il dettaglio del cellulare. Sarebbe strano che lo avessero lasciato tutto quel tempo acceso con una persona tenuta in ostaggio.