Incidente sulla parete nord del Monte Camicia del Gran Sasso: muoiono i due esperti alpinisti Iannilli e D’Andrea
Due esperti alpinisti sono precipitati e hanno perso la vita durante una ascensione al versante nord del Monte Camicia sul massiccio del Gran Sasso, nel territorio teramano. Si sono concluse in mattinata le operazioni di recupero di entrambi i corpi da parte del Soccorso Alpino e le salme sono state trasferite all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo. A perdere la vita sono stati i due noti alpinisti Roberto Iannilli e Luca D’Andrea (nella foto).
Roberto Iannilli, 60 anni, di Cerveteri (Roma) ma teramano d’adozione con alle spalle innumerevoli scalate sul Gran Sasso fu coinvolto in un altro grave incidente nel 2010, durante un’arrampicata sul Paretone del Gran Sasso: stava aprendo una nuova via di arrampicata di alta difficoltà nella zona della “Farfalla” in cordata. Iannilli cadde procurandosi la frattura di entrambe i polsi e contusioni alla testa. Il compagno di cordata diede l’allarme e intervenne l’elisoccorso.
Iannilli praticava l’alpinismo dal 1983. Ha esplorato così tutte le pareti del Gran Sasso, dal Corno Piccolo alle pareti più difficili come la nord del Monte Camicia, per un totale di oltre cento vie nuove, molte aperte in solitaria. Grande esperienza in montagne extraeuropee: sei le sue spedizioni tra Himalaya e Cordillera Blanca. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per le sue scalate, tra i quali nel 2002 il premio “Tiziano Cantalamessa”, promosso dalla sezione del Cai di Ascoli, per la salita più importante in Appennino, compiuta col compagna di scalata Ezio Bartolomei sulla parete nord del Monte Camicia
Con l’altro alpinista Luca D’Andrea, 23 anni di Sulmona, (nella foto sopra) Iannilli aveva iniziato la scalata sul monte Camicia da ieri, pare per aprire una nuova pista sul difficoltoso versante nord. Le chiamate periodiche che erano state fissate, come avviene in questi casi, da parte dei due scalatori, non sono però arrivate ai familiari, e quindi sono scattate le ricerche. Questa mattina il tragico ritrovamento. Erano ancora legati tra loro da un’unica corda, quasi alla base della parete nord che sviluppa in altezza 1200 metri: uno potrebbe aver perso l’appiglio, provocando così la caduta del compagno. Il magistrato ha concesso il nullaosta per la sepoltura delle vittime, non ritenendo necessaria l’autopsia.