Una famiglia di Mosciano Sant’Angelo nel mirino dei carabinieri: unica fonte di sostentamento, lo spaccio.
Le indagini sono partite nel mese di settembre del 2020, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo (P.M. Enrica Medori). I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Giulianova hanno messo sotto osservazione una famiglia di Mosciano Sant’Angelo. I militari dell’Arma, infatti, avevano scoperto che questo nucleo familiare, composto da G.D.R., di 36 anni, il marito D.D.R., di 44 anni e del figlio A.D.D., di 19 anni, traevano la loro fonte di sostentamento unicamente dall’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. La spregiudicatezza con cui i tre agivano, spiegano i militari “è sintomatica di una assoluta noncuranza e mancanza di rispetto per ogni regola del buon vivere, oltre al totale disprezzo per le leggi dello Stato”.
Il nome dell’operazione dei Carabinieri di Giulianova trae origine proprio da questi presupposti: Dike, infatti, è la dea greca della giustizia, letteralmente profanata da questa famiglia, in particolare da G.D.R., vera e propria mente di questa piccola organizzazione criminale che si spingeva a spacciare abitualmente rilevanti quantità di sostanze stupefacenti in pieno giorno, e proprio davanti all’ingresso principale del Tribunale di Teramo. In una circostanza i militari, durante uno dei vari servizi di controllo e pedinamento avevano scoperto la donna mentre stava cedendo una dose ad un tossicodipendente del luogo nel piazzale antistante al Tribunale. I Carabinieri avevano subito proceduto al controllo, ma la donna era risalita sulla sua auto di grossa cilindrata dandosi poi alla fuga e tentando di investire i militari intervenuti. Le indagini hanno appurato che G.D.R., tra l’altro già sottoposta alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, per potersi allontanare indisturbata dal comune di residenza, aveva creato a Teramo un’attività commerciale di vendita di abbigliamento, che però ha cessato poco dopo ma che continuava ad utilizzare come giustificazione per assentarsi da casa e recarsi nel capoluogo teramano per spacciare stupefacenti. I Carabinieri hanno appurato che proprio il fuoristrada utilizzato dalla donna, in realtà era stato acquistato da un tossicodipendente e consegnata a G.D.R. per saldare i debiti di droga contratti con quest’ultima, e per garantirsi le ulteriori dosi fino all’equivalente del valore dell’auto stessa. La macchina, dal costo di oltre 40.000 euro, peraltro di un colore vistoso e quindi punto di riferimento per i tossicodipendenti di tutta la provincia di Teramo, è stata quindi sequestrata dai Carabinieri per la successiva confisca, essendo ritenuta frutto dell’attività illecita di G.D.R. e dei suoi familiari.
Durante tutta la fase investigativa, durata circa tre mesi, i Carabinieri di Giulianova hanno documentato cessioni di droga, in particolare eroina e cocaina, per un valore complessivo di circa 15.000 euro, oltre al valore dell’auto. Marito e moglie sono quindi finiti agli arresti domiciliari, mentre il figlio diciannovenne della coppia è stato sottoposto all’obbligo di firma giornaliero presso la caserma dei Carabinieri del luogo di residenza.